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Nel libro di Gianni Dragoni, tra affari ed amicizie, i segreti di un'ascesa

Da quando c'è stato il crollo del Ponte Morandi di Genova la famiglia Benetton è tornata al centro dell'attenzione del dibattito pubblico. Se ne è parlato a lungo in politica con la possibile revoca della concessione autostradale, urlata dal M5S e dal governo Conte, ma condotta con insufficiente cognizione giuridica e osteggiata dal Pd. 
Così, dopo la minaccia non troppo velata di chiedere il risarcimento del 100% del valore della concessione, la famiglia Benetton ha ottenuto ciò che davvero voleva: una vendita alle proprie condizioni. 
Così il Governo ha deciso di comprare la società Autostrade con una valutazione di 9,3 miliardi di euro. 
E il dato ufficiale è che Atlantia, la holding controllata dai Benetton con il 31 per cento, incasserà 8,2 miliardi quando la vendita sarà perfezionata. E i debiti passeranno allo Stato.
Gianni Dragoni, capo redattore del Sole 24 Ore, nel libro "La Sacra Famiglia" edito da Chiarelettere, ha compiuto un lavoro egregio. 
La meticolosità dei dati è la medesima che aveva saputo esprimere quando, qualche anno fa, aveva evidenziato come le mafie italiane, con tutti i denari che hanno a disposizione, potrebbero potenzialmente acquistare l'intera Borsa di Milano. 


la sacra famiglia mockup

In questo libro ci racconta l'ascesa della famiglia veneta. Un'ascesa che li ha portati a costruire un impero economico che alla storica fabbrica di maglioni colorati ha affiancato le proprietà di autogrill, autostrade, aeroporti, stazioni ferroviarie, immense aziende agricole da Maccarese alla Patagonia, torri per telecomunicazioni in tutta Europa, il tunnel ferroviario della Manica, più di cento immobili in tredici paesi del mondo, pacchetti azionari nei presidi strategici della finanza italiana, come Mediobanca e Assicurazioni Generali. E poi ancora partecipazioni societarie nell'editoria. Un libro che merita di essere letto dall'inizio alla fine per comprendere anche quei legami che i Benetton hanno saputo sfruttare, andando oltre i colori politici. 

Giorgio Bongiovanni

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