E’ accusato di essere tra i killer
E' un vero e proprio colpo di scena quello che si registra nell'inchiesta "ter", sull'omicidio del giornalista Beppe Alfano, ucciso da Cosa nostra barcellonese l’8 febbraio del 1993.
Stefano Genovese, la cui posizione era stata archiviata nel dicembre 2020 assieme a Basilio Condipodero, è nuovamente tornato ad essere iscritto dalla Dda di Messina nel registro degli indagati. A riportare la notizia è la Gazzetta del Sud.
Nello specifico Genovese era accusato di essere uno degli esecutori materiali dell'omicidio del giornalista e al tempo, secondo il gip di Messina Valeria Curatolo, non c'erano prove sufficienti contro la sua persona.
Era stato il collaboratore di giustizia Carmelo D'Amico a definire Genovese e Condipodero rispettivamente sicario e basista dell'omicidio. Dichiarazioni poi confermate dal fratello Francesco D'Amico che aveva riferito in merito notizie "de relato". Ed anche un altro pentito, Nunziato Siracusa, aveva tirato in ballo Genovese.
Adesso, a 28 anni dal delitto, Genovese si trova nuovamente indagato. A supportare le dichiarazioni del pentito D’Amico, ci sarebbero anche quelle del collaboratore Biagio Grasso che ha raccontato di aver saputo da Antonino Merlino (che gli confessò la propria innocenza) il nome del vero responsabile dell’omicidio, e cioè il killer barcellonese Stefano Genovese.
Va ricordato che un filone investigativo dell'inchiesta "ter" è anche quello rivolto all'individuazione di "possibili ulteriori mandanti dell'omicidio".
In particolare tra i misteri da chiarire sulle indagini vi è quello legato a un revolver calibro 22 della "North American Arms", mai sottoposto ad accertamento balistico, le cui tracce erano state scoperte dall'avvocato della famiglia Algano, Fabio Repici e sul quale il gip ha ordinato una consulenza tecnica con un esperto internazionale.
Sul punto il gip evidenza passaggi precisi per gli approfondimenti investigativi: la data a partire dalla quale Mariani Franco ebbe la disponibilità dell'appartamento sito in Milano, piazza Savoia 22; la data a partire dalla quale Caizzone Mario ebbe la disponibilità dell'appartamento sito in Milano, piazza Savoia 22. Ed anche alcune audizioni come quella di "Caizzone Mario in ordine ai suoi rapporti con Cattafi Rosario e ai suoi eventuali rapporti con Mariani Franco; di Cordera Marisa, moglie di Mariani Franco, deceduto, in ordine ai rapporti di quest'ultimo con Cattafi Rosario e ai suoi eventuali rapporti con Caizzone Mario; di ogni altra persona in grado di fornire informazioni sulle predette circostanze.
Ovviamente va ricordato che per l’omicidio del giornalista già sono stati condannati in via definitiva Giuseppe Gullotti come mandante e Antonino Merlino come esecutore materiale dell’agguato, ma sul caso restano aperti tanti aspetti a cominciare dai motivi che hanno portato Cosa nostra a compiere questo omicidio eccellente.
A commentare la notizia sull'iscrizione di Genovese è la stessa figlia del giornalista, Sonia Alfano: "La nostra famiglia, così come il nostro avvocato Fabio Repici, ha sempre continuato a cercare la verità e per questo ci eravamo opposti all'archiviazione dell'indagine. Ci sono verità che per troppo tempo sono state ignorate o che taluni hanno sottaciuto in maniera volontaria e complice". "La cosa più grave - ha aggiunto - è che mentre stanno uscendo queste notizie dopo 28 anni, quasi 29, in cui si è tentato di insabbiare la verità, a Reggio Calabria vi sono altri procedimenti, di cui un processo di revisione a carico di Gullotti. Credo sia scandaloso, e ritengo che sia necessario l'intervento del Ministro della Giustizia inviando anche gli ispettori a Reggio Calabria. Perché non è possibile condurre un processo di revisione senza che prima siano vagliate tutte le eventuali nuove prove".
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