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A Riace i giovani attori di Our Voice fanno cadere la maschera dell’ipocrisia italiana ed occidentale

“Parlo in nome di tutti ‘gli abbandonati del mondo’ perché sono un uomo e niente di quello che è umano mi è estraneo”. È stato il significato profondo di queste parole, pronunciate nel 1983 dal grande rivoluzionario e leader africano, Thomas Sankara, ad aver guidato ed ispirato la performance artistica di Our Voice, realizzata questo weekend a Riace, in occasione delle giornate di solidarietà nei confronti dell’ex sindaco del paese Mimmo Lucano. Una rivoluzione, quella dei giovani artisti e attivisti, che abbraccia le sfortune, i dolori e le sofferenze di tutti i popoli del mondo. Un grido di giustizia che parte dall’Italia, ma che si propaga e si espande in un grande eco in Africa, in India, in Medio Oriente, fino ad arrivare in Sud America, ispirandosi ad ogni esperienza di schiavitù, di persecuzione, di guerra e di discriminazione e facendosi erede delle lotte di liberazione di ogni essere umano che vive e respira su questa terra. Perché la vita nasce con dignità e quella dignità va difesa, a prescindere dal colore, dalle forme, dalla razza o dal genere umano, animale, vegetale.
Così ha preso vita la presentazione artistica del movimento che, in pochi minuti, ha raccontato la storia di oppressione e di violenza di centinaia di popoli nel mondo, a partire da quello africano. Il grido di dolore e di sofferenza dei giovani attori e delle giovani attrici, che rappresentavano la terra africana e i suoi abitanti, ha fatto cadere la maschera dell’ipocrisia occidentale ed europea e ha reso chiaro e visibile il vero volto della civilizzazione, da sempre esportata in nome del progresso economico e tecnologico. È stata la crudezza dei movimenti e dei momenti di tensione che si sono succeduti, a gelare per un secondo l’intero paesino di Riace.
“Siamo qui per denunciare un’Europa che toglie tutto ai miei fratelli e poi li lascia morire in mare. E se non li lascia morire in mare condanna coloro che li aiutano ed un esempio è Mimmo Lucano, ha detto Thierno Mbengue, uno dei giovani attori, di origine senegalese, che ha preso la parola alla fine della presentazione.

“Pretendiamo che i politici, indifferentemente di destra o di sinistra, smettano di fare dell’immigrazione un teatrino di propaganda politica, alimentando così un clima di odio e di razzismo in tutto il Paese”, riferendosi ai Matteo Salvini di turno e ad altri esponenti politici che dalle loro posizioni di privilegio giocano ogni giorno con la vita delle persone. Un fallimento totale per un’Italia che si sostiene economicamente sui soldi della mafia e che da ormai più di 150 anni ha abbandonato interi territori del proprio Stato, lasciandoli in balia della povertà, del disagio economico e sociale, di un’illegalità popolare e di sussistenza e infine della criminalità organizzata che si fa intermediaria nel traffico illecito di esseri umani, nel caporalato e nello sfruttamento del lavoro nei campi. Il tasso di povertà delle regioni meridionali tocca ormai il 42 % e il quadro dei reati che vengono commessi si lega a condizioni di sopravvivenza simili a quelle dei paesi sottosviluppati. “Non c’è la volontà politica di eliminare l'estrema povertà in cui riversa gran parte della popolazione italiana e straniera, di approvare vere e profonde riforme sociali o leggi adeguate ed elastiche che consentano agli enti pubblici e territoriali di rispondere alle esigenze della popolazione e di effettuare investimenti a fini solidali. Non c’è la volontà politica di mettere la lotta alla mafia al primo posto nelle agende di governo. Viviamo in uno Stato che condanna la solidarietà e intanto spende 25 miliardi di euro in armamenti militari e nucleari per generare altre guerre, altre persecuzioni, altre migrazioni, altre morti”, ha precisato con forza il giovane attivista facendosi portavoce della denuncia dell’intero Movimento.

“E quindi forse”, ha continuato “invece che respingere chi cerca aiuto, dovremmo riflettere sulle nostre responsabilità e sui motivi per cui migliaia di persone, di famiglie, di bambini sono costrette a lasciare la propria terra, rischiando le loro vite”. In effetti, in riferimento alle azioni dell’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano, condannato recentemente a 13 anni di prigione, i giovani attivisti hanno ricordato che attualmente viviamo in uno Stato in cui costantemente viene violato l’articolo 10 della nostra Costituzione, il quale sancisce il diritto d’asilo nel territorio italiano per ogni straniero al quale sia impedito l'effettivo esercizio, nel suo Paese d'origine, delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana. Mimmo Lucano ha agito in un paese in cui non esiste una efficiente politica migratoria e di accoglienza, in cui spesso le leggi non forniscono gli strumenti per rispettare, onorare e mettere in pratica quel dovere inderogabile di solidarietà sancito dall’articolo 2 della nostra Costituzione. Un dovere che viene disprezzato ogni giorno, dalla politica e dai mezzi di comunicazione”, ha affermato Thierno Mbengue. E forse, sempre più spesso, a tale dovere inderogabile di solidarietà si affianca anche un dovere morale di disobbedienza civile rispetto a leggi ingiuste, leggi non attuate efficientemente o leggi che non forniscono gli strumenti giuridici ed economici per accogliere e assistere chi ha bisogno e per togliere dalla soggezione e dal controllo locale della 'Ndrangheta migliaia di famiglie. 

Quindi, di fronte a tutto questo, è necessario che quest’Italia riveda sé stessa e faccia una pulizia interna all’interno del governo e delle aule parlamentari, da troppo tempo inserite in logiche di corruzione e di complicità mafiosa. La sentenza di condanna nei confronti di Mimmo Lucano in effetti, emessa qualche settimana dopo alla sentenza trattativa Stato-mafia, veicola un messaggio grave e molto preoccupante a tutta la cittadinanza: la solidarietà verso chi ha bisogno è un reato da punire, mentre la trattativa è reato solo per i mafiosi, ma non per politici ed esponenti deviati delle istituzioni. Una giustizia che garantisce l’impunità a certe categorie di soggetti, correndo invece ad una velocità diversa per chi rimane fuori da certe élites di potere. I 13 anni di Lucano stridono con i 7 a cui è stato condannato il co-fondatore ed ex senatore di Forza Italia Marcello Dell’Utri per concorso esterno in associazione mafiosa e con i 4 di Silvio Berlusconi per frode fiscale.
“Ecco”, ha detto infine l’attivista Thierno Mbengue, “in mezzo a questa ‘montagna di merda’, come la definirebbe Peppino Impastato, noi giovani vogliamo esprimere la nostra Solidarietà a Mimmo Lucano, alla sua compagna, agli amici di Becky, ad ogni singolo migrante costretto a vivere in condizioni disumane, e chiedere a gran voce che in Italia si inizi a fare la vera Giustizia, quella con la G maiuscola, come ci insegnano quei pochi magistrati italiani più esposti nella ricerca della verità”.

Foto © Our Voice/Pietro Calligaris


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