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Controlli eccezionali all'aula bunker del carcere palermitano di Pagliarelli, per la presenza di Matteo Salvini, l'ex ministro dell'Interno sotto processo per sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio, per il caso della Open Arms, la nave dell'ong spagnola che nell'agosto 2019 dopo aver salvato 147 migranti rimase in mare per giorni, in attesa di poter far sbarcare i naufragi. Gli accessi alla struttura, inglobata all'istituto penitenziario, sono presidiati dai blindati delle forze dell'ordine. Vietato il posteggio nell'area dinanzi all'ingresso riservato al pubblico, ai magistrati e alle difese. Imponente il controllo e la presenza di polizia, carabinieri e guardia di finanza. Giornalisti, fotografi e operatori devono stare in un'area delimitata dal nastro rosso e bianco, guardati con discrezione dagli operatori di polizia. I pm e Matteo Salvini sono già in aula, poi sono entrati i legali di parte civile. Successivamente l'accesso per i giornalisti. L'udienza davanti ai giudici della seconda sezione del tribunale è dedicata all'ammissione delle liste testi e alle produzioni documentali. Il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, l'ex premier Giuseppe Conte e il ministro agli Affari esteri Luigi Di Maio tra i testimoni richiesti dalla procura del capoluogo siciliano.
"Il significato di essere oggi qui è per ottenere un segnale di giustizia". Lo ha detto Oscar Camps, il fondatore e direttore della ong spagnola Open Arms, al suo arrivo al carcere Pagliarelli. "Salvare persone non è un delitto - ha proseguito - ma è un obbligo non solo dei capitani, ma per gli Stati tutti. Agevolare l'individuazione di un porto sicuro, indipendentemente dalla situazione amministrativa di un Stato e dagli accordi di uno Stato, non ha nulla a che vedere con la situazione politica. E' un atto umanitario".

Foto © Imagoeconomica

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