Il magistrato che si è occupato di indagare sulla sua latitanza intervistata al TGR Sicilia
“Io non ho fiducia che si possa catturare Messina Denaro”. E’ scettica Maria Teresa Principato, oggi componente della Direzione Nazionale Antimafia e un tempo ex procuratore aggiunto di Palermo che si è occupata di indagare sulla latitanza del boss di Castelvetrano. Proprio qualche giorno fa il TG1 ha pubblicato in esclusiva un file audio contenente la deposizione del latitante stragista, ritrovato dall’Associazione Antimafie Rita Atria e dalla testata Le Siciliane, tra gli scaffali della procura di Marsala dove il capo mafia depose nel lontano 1993 prima di darsi alla fuga. Il procuratore Nazionale Antimafia Federico Cafiero de Raho, intervistato sul punto dal TG1, aveva detto in sostanza che lo Stato è impegnato con ogni sforzo per assicurarlo alla giustizia. Ma Maria Teresa Principato pensa che allo stato dell’arte ci sono poche speranze di vedere “U siccu” con le manette ai polsi. Questo perché, ha spiegato al TGR Sicilia, Messina Denaro gode di “una rete, non solo in Italia, ma un po’ in tanti Paesi del mondo che lo protegge”. “Una rete massonica”, ha sottolineato la Principato. Un’affermazione, questa, che il magistrato che condusse le indagini contro il boss, aveva ribadito più volte anche in Commissiona Parlamentare Antimafia qualche anno fa.
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