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L’avvocato dei familiari del poliziotto presente stamane alla commemorazione a Villagrazia di Carini





I “pupari” dell’omicidio di Antonino Agostino e della moglie incinta Ida Castelluccio, espressione coniata dal padre del poliziotto ucciso il 5 agosto 1989, “compaiono nei faldoni di vari processi ripetutamente ma in realtà qualcuno compare perfino nella sentenza del giudice Montalto” contro il boss Nino Madonia. A dirlo è l’avvocato Fabio Repici, intervistato da ANTIMAFIADuemila durante le commemorazioni del duplice delitto a Villagrazia di Carini. “Si tratta - secondo il legale - di vertici della Polizia di Stato e del Sisde e si tratta di soggetti che hanno sicuramente posto le condizioni perché venisse commesso l’omicidio di Nino Agostino e Ida Castelluccio”. L’avvocato ha quindi aggiunto “che dietro gli uomini di Cosa nostra sicuramente c’è stato anche un intervento nella decisione di ucciderli di soggetti dello Stato”. “Purtroppo - ha continuato - abbiamo avuto conferma che Nino Agostino è morto a seguito di un periodo nel quale era consapevole della macchina di morte che gli si stava muovendo contro. Per questo motivo - ha spiegato - io ritengo fondamentale ogni approfondimento possibile nella istruttoria che si va ad aprire sugli ultimi mesi della vita del poliziotto Agostino ma anche su ciò che visse Palermo in quel periodo”. Questo perché “ci sono troppi finti misteri che in realtà sono segreti che oggi sembrano segreti di Pulcinella e che meritano una volta per tutte si alzi su di loro il velo e si apra lo squarcio di verità per il quale la famiglia Agostino combatte da 32 anni”. L’avvocato, durante l’intervista, ha anche parlato dell’importanza della memoria. La commemorazione “ci serve per dire che la memoria serve coltivarla, che gli anniversari non devono essere rimossi e che le vittime non dovrebbero essere cedute al dimenticatoio come vorrebbero coloro che dicono che certi fatti bisogna lasciarli alla storia, come se questa fosse una discarica della pubblica memoria”. “E’ necessario - ha concluso - coltivare la memoria perché ci serve sia per andare avanti verso il futuro sia per avere maggiore consapevolezza di chi siamo e di cosa abbiamo vissuto”.

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