Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

di Alessia Candito

Un fuggiasco povero in canna nel suo pubblico racconto di sé, un latitante per mafia che ancora muove soldi e fa affari secondo i magistrati. Torna a far parlare di sé Amedeo Matacena jr, ex parlamentare di Forza Italia condannato definitivamente come referente politico del clan Rosmini, ancora latitante a Dubai a dispetto delle innumerevoli richieste di estradizione.
C’era anche lui, ha svelato la procura di Milano, nel network di contatti di Guido Farinelli, sedicente 007 che per anni sarebbe riuscito ad accreditarsi come uomo dell’intelligence, l’addetto alla protezione di Silvio Berlusconi quando era premier, il funzionario “incaricato dal Governo Italiano di effettuare acquisti di partite di oro e metalli preziosi all'estero” o il capo della sicurezza di Msc Crociere. Come? Documenti, attestati e medaglie falsi, pagine di wikipedia modificate e una buona rete di contatti.

Il referente politico dei Rosmini latitante e il finto spione
Fra loro, anche Amedeo Matacena, rimasto a Dubai mentre il processo per la sua fuga costava una condanna alla moglie Chiara Rizzo e all’ex ministro dell’Interno, Claudio Scajola. Ai microfoni che in tanti gli hanno messo sotto il naso, l’ex parlamentare di Forza Italia si è sempre raccontato tanto disperato da essere obbligato a lavorare come cameriere e dividere non solo la casa, ma persino la stanza, pur di avere un tetto. In realtà, svela l’inchiesta che ha smascherato Farinelli, Matacena sembra essere tornato nel giro degli affari e proprio con il sedicente 007 ne discuteva. Fra i due gli investigatori censiscono più di mille messaggi e file di whatsapp. “Gli argomenti delle conversazioni - si legge nelle carte - vertono infatti su temi economico-finanziari condotti in Dubai, sulla compravendita di partite di metalli preziosi ed altri argomenti analoghi”.

Storia di un truffatore che ha beffato anche la Nato
Oro e materie prime da ramazzare nei Paesi africani sono sempre stati il core business di Farinelli. O meglio, l’oggetto delle sue truffe. Di professione (ex) guardia giurata, negli anni è stato capace di raggirare non solo piccoli e grandi risparmiatori, incluso un imprenditore turco residente in Norvegia cui avrebbe sfilato 196mila dollari USA in qualità di "intermediario in operazioni di sdoganamento di metalli preziosi”, ma anche l’agenzia per l’Italia digitale e la Nato. In entrambi i casi, Farinelli non ha agito da solo ma con un gruppo, tutti nascosti dietro l’associazione culturale “Sicurezza E Cooperazione Diplomatica Internazionale”, con sede ad Ardea, in provincia di Roma, ma che per il mondo era la “Interdipco - International Diplomatic Cooperation And Security”.
Ai funzionari dell’agenzia per l'Italia digitale hanno fatto credere che fosse una società legata all’intelligence, prima accreditandosi come ente pubblico non economico, quindi - a iscrizione all'indice delle pubbliche amministrazioni avvenuta - registrandosi come appartenenti alla categoria “Presidenza del Consiglio dei Ministri e Ministeri”. E con lo stesso sistema, la Interdipco riusciva a burlare anche la Nato e farsi inserire nell’albo fornitori con tanto di codice identificativo. Altro cliente era la Resurgit, la società di contractor di Salvatore Stefio, uno dei quattro mercenari rapiti in Iraq. Cosa fornisse la Interdipco non è dato sapere, né come mai proprio a loro ci si rivolgesse. Di certo produceva falsi passaporti e lasciapassare diplomatici, dichiarava di operare sotto l'egida di un falso ordine cavalleresco cavalieri di Malta e in almeno un caso ha chiesto e ottenuto un visto d’ingresso alla rappresentanza diplomatica italiana a Cipro per un cittadino siriano. Business naufragato dopo un po' causa inchiesta, che però non sembra aver fermato per molto tempo gli affari di Farinelli, che continua a collezionare piccole e grandi truffe e nel 2017 rispunta a Dubai.

Matacena e l’interessata curiosità per il banchiere dei due mondi
È lì che conosce e frequenta Matacena ed è lì che smercia il suo secondo principale prodotto, le informazioni che riesce o millanta di avere o un mix di entrambe. Di certo Matacena lo ritiene affidabile per cui è a lui che si rivolge quando va a caccia di notizie su Paolo Odierna e la compagna Letizia Tang. Il motivo non è dato sapere, dalle conversazioni pare che l’ex politico-armatore latitante per mafia, avesse in animo di mettersi in affari con i due.
Da fonti aperte, la coppia risulta al vertice della Us Advisor Company, società a trazione italiana con base in California, che sul proprio sito dichiara apertamente “operiamo nella piena legalità e nel rispetto delle regole, ma usiamo il sistema perchè ne conosciamo ogni piccolo particolare”. E a scanso di equivoci, in italiano opinabile ma con significato chiaro afferma “Siamo in grado di creare detassazione all’estero e di convertirla in piani di investimento mobiliari, commerciali ed immobiliari qui in California, gestendo ogni singolo passaggio. La nostra missione è di creare sistema con i nostri clienti e fargli trovare la serenità economica che meritano, ovunque essi risiedono”.
Da parte sua, Odierna ci mette il know how acquisito in anni di carriera che lui stesso racconta costruito in diverse banche d’affari e società finanziarie sparpagliate fra Malta (Kingstone Smith), l’area del Mediterraneo e del Medio Oriente per la banca britannica Bandenia, Hong Kong (Expert Bank & Trust). Anzi, per la precisione partecipa addirittura alla fondazione della Expert Bank&Trust, banca d’investimento che gestisce anche una delle principali società di brokeraggio del centro Africa, la EGO Expert Gold Operator, e si allarga in fretta da Hong Kong apre il proprio ufficio di rappresentanza in Bulgaria e poi a Dubai. Ed è qui che probabilmente incrocia il cammino di Matacena. Per cosa non si sa, di certo l’ex referente del clan Rosmini vuole informazioni precise e bussa alla porta di Farinelli. È interessato soprattutto alla compagna di Odierna, Letizia Tang. E Farinelli si attiva.

I due mazzi di carte del finto spione
Da bravo truffatore, gioca con due mazzi di carte e su vari tavoli. Ai suoi contatti di alto rango nei carabinieri giura di essere in grado di far tornare Matacena in Italia, per la precisione all’aeroporto di Malpensa, consegnandogli un passaporto falso e fornendo ai militari tutte le informazioni necessarie per arrestarlo. Ma si attiva comunque per far avere all’ex politico i dati che sollecita. Spacciandosi per funzionario dei servizi, chiede al vicebrigadiere Perissinotto e, tramite quest’ultimo, all’appuntato Castaldo, entrambi di Legnano, di accedere alla banca dati perché “abbiamo un problema con ambasciata USA". Bugie, ovviamente. Ma utili ad ottenere almeno un parziale risultato.
Su Odierna, non viene fuori nulla, del resto l’appuntato che se ne occupa su richiesta di Castaldo sbaglia anche a scrivere il nome. Sulla Tang invece, saltano fuori due notizie di reato, una per falsità in scrittura privata ed una per furto. Tutte informazioni che Farinelli si affretta a riferire a Matacena, con annessi un po' di ricami.

Tra vero, verosimile e falso, il cocktail di Farinelli è servito
Prima batteria di messaggi “c'è anche una situazione di carattere internazionale dove l'interpol l’ha messa in check ed in una sorta di black list. Rimane inteso che queste info siano riservatissime. C'è da dire che di casino e problemi questa donna ne ha creati tanti e bisogna rimanerne alla larga per gli ovvi motivi di cui sopra. Tra l'altro è censita nei nostri archivi per traffico internazionale relativo a valuta ma non è stato possibile perseguire per via di altre situazioni internazionali in atto di verifica. Attendo che la sede di Lione in Interpol mi invii altro file dettagliato”. Tutte “sciocchezze che Farinelli utilizza per pavoneggiarsi agli occhi dell'interlocutore”.
Non contento però, il finto spione dopo qualche giorno aggiunge il carico. Come le abbia avute non si sa, “né è chiaro se si tratti di informazioni realmente acquisite o solo ipotizzate e millantate dall'indagato” si legge nelle carte, ma a Matacena Farinelli scrive: “A parte questo risulta che apre e chiude società a rotta di collo con le quali fa piccole truffette delle quali, come ti ho scritto ci sono le 2 ndr. Da quel che mi dicono non ha legami stretti con la comunità. Risulta in questo momento altre 3 indagini a suo carico. 2 dalla magistratura italiana che sono ancora nella fase di indagine e quindi non chiusa (6 mesi+ altri 6 mesi di indagine per truffa e associazione, questa è l'ipotesi di reato non ancora comunicata perché ancora in fase di indagine) ed una dall'interpol per traffico di valuta, anch'essa in fase istruttoria e quindi non ancora comunicata”. Matacena è contento e grato, chiede al finto spione quando tornerà a Dubai e sembra avere fretta di incontrarlo. Magari proprio per gli affari che i due - emerge tra le righe dell’inchiesta - sembravano avere in progetto insieme. Di certo però, Farinelli non era pronto a tradirlo: “In nessun caso - scrivono gli inquirenti - si è mai attivato per condurre una qualsivoglia trattativa per favorire il rientro in Italia e l'arresto del latitante”.

ARTICOLI CORRELATI

Estradizione del condannato per mafia Matacena, a che punto siamo?

Scajola contribuì alla latitanza del condannato per mafia Matacena

Latitanza Matacena: Scajola colpevole!

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos