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di Alessia Candito

Per la Procura un rapporto di "stabile ed oggettiva agevolazione" con la cosca Libri

Da tre anni la sua impresa edile è interdetta per mafia, ma per i magistrati rimane permeabile ai clan. Per questo, l'A.e.t dell'ex presidente di Confindustria Reggio Calabria, Andrea Cuzzocrea, è stata posta in amministrazione giudiziaria.

Per i prossimi sei mesi, a gestire la ditta e il suo patrimonio stimato di 10 milioni di euro, saranno i manager dello Stato, esautorando l'attuale governance, con l’obiettivo di bonificarla dalla presenza della ‘ndrangheta. Una misura chiesta e ottenuta dal procuratore aggiunto Gaetano Paci, alla luce delle indagini del Nucleo economico finanziario e del Gico della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, che hanno accertato “rapporto di stabile ed oggettiva agevolazione tra l’esercizio delle attività economiche riferibili alla struttura imprenditoriale della società ed i suoi soci ed amministratori Antonio Martino ed Andrea Cuzzocrea”.

Secondo quanto emerso dalle indagini, Cuzzocrea e Martino avrebbero continuato ad avere rapporti con i Guarnaccia, finiti al centro delle indagini sul potente clan Libri. Due le direttrici che hanno permesso di accertare comunanza di interessi e affari. La prima porta ad una società di diritto arabo costituita, tra gli altri, da Francesco Guarnaccia cl’ 69, già condannato definitivamente per intestazione fittizia aggravata dall’aver agevolato i clan, la seconda porta ad una seconda società, sempre di diritto arabo, nella cui compagine figura anche Giovanni Domenico Guarnaccia cl’ 53, già condannato definitivamente per intestazione fittizia aggravata dall’aver agevolato il clan Libri.

Tutti elementi che hanno portato inquirenti e investigatori a univoche e concordi conclusioni: la A.e.t è permeabile ai clan ed ha consapevolmente agevolato imprenditori della galassia dei Libri, per questo deve essere amministrata dallo Stato. Non si tratta del primo provvedimento che abbia colpito la società, interdetta per mafia nel 2017 e per questo dal gennaio 2018 messa sotto controllo giudiziario con provvedimento più volte prorogato.





Misure confermate da Tar e Consiglio di Stato, ma che Andrea Cuzzocrea ha sempre pubblicamente bollato come una sorta di strumenti di persecuzione. Imprenditore con interessi che nel corso del tempo hanno spaziato dall’edilizia all’editoria – è stato uno dei fondatori del quotidiano “Il Garantista” – Cuzzocrea era il presidente degli industriali quando un’interdittiva antimafia ha colpito la sua A.e.t.

Ne sono seguite le “irrevocabili dimissioni” dalla carica di presidente dell’associazione, che nel suo complesso ed insieme ai costruttori di Ance, ha ritenuto opportuno esprimergli solidarietà, scagliandosi contro le interdittive come “strumenti da riformare”.

Nel frattempo, Cuzzocrea si è dato alla politica, con campagne e retorica tutte incentrate sulla battaglia contro misure come lo scioglimento dei Comuni per mafia o le interdittive, colpevoli – a suo pubblico dire – di distruggere il tessuto sociale ed economico delle città. Nel tempo, ne ha fatto i cavalli di battaglia del suo Mezzogiorno in movimento.

Con questa sigla, alle ultime comunali di Reggio Calabria, l’ex presidente di Confindustria ha poi lanciato la propria candidatura a sindaco, appoggiato da Vox Italia. A tenere a pubblico battesimo l’iniziativa, Rosy Canale, ex stellina dell'antimafia, condannata per aver trasformato i fondi che riceveva per progetti e iniziative in un bancomat personale. Da allora ha riparato negli Stati Uniti, da dove non perde occasione di lanciare strali contro il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, "colpevole" di aver coordinato l'inchiesta che ha portato al suo arresto. L’eloquio infuocato e i post che spesso sconfinano nella calunnia e nella minaccia alla fine sono stati troppo anche per Cuzzocrea, che da Canale ha preso le distanze. La prima di una lunga serie di abbandoni che – dicono i rumors – lo avrebbero ridotto a generale senza esercito, dunque costretto a rinunciare all’idea di correre da sindaco. Problemi politici? Secondo il movimento di Cuzzocrea, assolutamente no. Piuttosto, il timore che la presenza in una lista dichiaratamente garantista e meridionalista avrebbe potuto esporre i singoli candidati a ritorsioni da parte degli apparati repressivi dello Stato”. Insomma, un complotto.

Foto © Imagoeconomica

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