Fico ha tempo fino a oggi per completare i suoi lavori e riferirne gli esiti a Mattarella
A Montecitorio è iniziata la seconda giornata dei lavori del tavolo programmatico con i gruppi della maggioranza, convocato dal presidente della Camera Roberto Fico sulla base del mandato esplorativo affidatogli dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
La deadline per chiudere è fissata alle 13. Il Capo dello Stato ha dato tempo a Fico fino a oggi per completare il suo tentativo e riferirne gli esiti e al Quirinale tutto è pronto per ascoltare quello che avrà da dire il numero uno di Montecitorio.
Si litiga tutto il giorno ma si tratta anche. Oggi i lavori sul programma riprenderanno e poi il presidente della Camera potrebbe anche tentare un secondo giro di consultazioni.
Il lavoro sui contenuti da inserire nel "cronoprogramma" corre parallelo a quello in via ufficiosa sulle caselle della eventuale squadra di governo. Fonti parlamentari ricordano che il Quirinale ha già definito un perimetro, alle consultazioni dei giorni scorsi, spiegando ai suoi interlocutori che avrebbe vigilato per cercare continuità d'azione per i ministeri chiave. Che sono quelli che si occupano più direttamente della crisi sanitaria e della gestione del Recovery plan. Una vigilanza che rientra nei poteri del presidente della Repubblica. E che vale anche per l'eventuale formazione di un nuovo esecutivo. I nomi dei ministri non rientrano però nella trattativa ufficiale, e anzi tutti si affrettano a smentire di starci lavorando. Intanto il segretario del Pd Nicola Zingaretti puntella il titolare del Tesoro Gualtieri, che una ridda di voci dà in bilico, oltre che il premier: sono punti fermi, dice. Secondo i pronostici di Renzi "alla fine di questa settimana avremo il nuovo Governo" e dovrà essere composto "da persone capaci e meritevoli". Prima però, insiste, va deciso il programma. Il presidente della Camera, dopo le consultazioni del fine settimana, ha avviato il tavolo ma ha anche scelto di lasciare i partiti a vedersela da soli. Sono una quindicina in tutto gli esponenti che si alternano nella sala della Lupa: ci sono i capigruppo e alcuni tecnici ma non i leader.
Ed è lì a Montecitorio che però emergono ancora una volta i distinguo sulle cose da fare. A poche settimane dalla fine del blocco dei licenziamenti, il Pd chiede un piano per l'occupazione femminile, la parità salariale, politiche attive del lavoro con tanto di riforma degli ammortizzatori sociali. La revisione del sostegno a chi perde il lavoro è anche una delle priorità del M5S, che però non manca di mettere in cima all'agenda l'introduzione del salario minimo e soprattutto il completamento del reddito di cittadinanza. Argomento notoriamente ostico a Italia Viva, che vorrebbe da tempo far saltare anche il presidente dell'Inps Tridico e il capo dell'Anpal Parisi. E poi c'è il Mes: il partito di Renzi - dice al tavolo - di volerlo, almeno in parte. Ma il Movimento, che deve gestire forti tensioni interne, non molla: aprire a una trattativa su questo non si può, il no è netto. Poi c'è anche la giustizia: Iv - che Renzi tornerà a riunire all'ora di pranzo - vuole un cambio di passo, nel mirino l'impostazione del Guardasgilli e capodelegazione al governo per i 5S Bonafede.
E intanto ha ripresentato alla Camera il lodo Annibali, un emendamento che sospende per un anno la riforma sulla prescrizione. Ma non solo. Iv vorrebbe che tutto fosse messo per iscritto mentre gli alleati sono più cauti. Sono gli Europeisti a parlare e dicono che non c'è da aspettarsi alcun documento, quello che sono tutti chiamati a fare è "verificare" l'accordo sul nome da portare al Colle. Che per loro, come per Pd, M5S e Leu è Conte. Ma sul quale Iv non ha ancora sciolto la riserva.
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