di Aaron Pettinari
Anticipata la richiesta di condanna
Un capomafia di primissimo piano non solo all'interno del mandamento di Resuttana o per lo stretto rapporto con il Capo dei capi Totò Riina, ma anche per quel suo ruolo di trait d'union tra Cosa nostra e gli ambienti dei Servizi di sicurezza. E' questo il profilo criminale di Nino Madonia, tracciato nel corso della requisitoria della procura generale nel processo con il rito abbreviato al boss Nino Madonia, accusato del duplice omicidio aggravato per l'omicidio del poliziotto Nino Agostino, ucciso il 5 agosto del 1989 con la moglie Ida Castelluccio (incinta).
Nella giornata odierna i sostituti pg Umberto De Giglio e Domenico Gozzo (applicato al processo dalla Procura nazionale antimafia) davanti al gup Alfredo Montalto - hanno anticipato la richiesta di condanna per Madonia ma formalizzeranno le richieste al termine della requisitoria, prevista per la prossima udienza in programma il 18 gennaio nell'aula bunker del carcere "Pagliarelli".
Riprendendo il filo dell'ultima udienza proprio sui rapporti di alto livello del boss mafioso sono state analizzate le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia che hanno permesso agli inquirenti di ricostruire il contesto in cui maturò il delitto.
Dalle indagini è emerso il ruolo di Agostino all'interno di una “squadra segreta” che sulla carta serviva a cercare latitanti. E' in quell'ambito che il poliziotto avrebbe compreso le reali finalità della struttura cui apparteneva e in cui erano inseriti anche soggetti come Bruno Contrada e Giovanni Aiello, conosciuto come “faccia da mostro”, che avevano, secondo i pentiti, rapporti stretti collusivi con i mafiosi.
Dichiarazioni come quelle di Giovanni Brusca, ritenuto altamente attendibile dall'accusa, il quale riferì ai magistrati che "Riina disse che certamente nel duplice omicidio dovevano essere coinvolti i fratelli Madonia" precisando che "usò l'espressione 'mio compare ed i picciotti', termini con i quali indicava rispettivamente suo compare Nino Madonia ed i fratelli Nino e Salvo Madonia". Sempre Brusca confermò che "i Madonia avevano il potere di eseguire omicidi e di compiere azioni delittuose in modo riservato".
A conferma di questo ruolo di Madonia in Cosa Nostra anche un altro pentito, Vito Galatolo ha dichiarato che lui era sempre stato l’effettivo capo mandamento di Resuttana e che “a Palermo non si muoveva una foglia che non lo sapesse prima Nino Madonia". Il giudizio sul dichiarato di Galatolo rispetto alle responsabilità nel delitto di Madonia nel suo complesso è ritenuto positivo anche perché a confermare le sue dichiarazioni vi sono le dichiarazioni della sorella, Giovanna Galatolo, anche lei collaboratrice di giustizia e confermate anche da quanto affermato da Lo Forte, quantomeno sulla responsabilità di Madonia, oltre che sulla compartecipazione ad alcuni fatti di soggetti “esterni” a Cosa Nostra, e sui rapporti da sempre intessuti con Cosa Nostra da soggetti delle forze di polizia.
C'è poi il dichiarato di Angelo Fontana (cugino del Galatolo) che ha riferito ai magistrati come il boss di Resuttana agisse "anche senza l’autorizzazione di Riina".
Sul punto un altro pentito, il collaboratore di giustizia Onorato, ha spiegato che "il potere di Nino Madonia derivava in primo luogo dal terrore che incutevano" e che "furono loro ad accelerare la decisione di uccidere Bontate ed Inzerillo, ritenendo che non si doveva più aspettare. Altra causa di potere derivava dalla forza militare dei Madonia, che avevano a loro disposizione i Galatolo e potevano contare su Brusca, i figli di Ganci ed altri. Infine il potere di Nino Madonia derivava dalle sue amicizie con politici, esponenti delle istituzioni e servizi segreti".
Il 18 gennaio, dopo la chiusura della requisitoria, toccherò alle parti civili che proseguiranno anche il 22 gennaio. Poi toccherà alla difesa di Nino Madonia, il 5 febbraio.
Gli altri due indagati per la vicenda, il boss Gaetano Scotto e Francesco Paolo Rizzuto - entrambi a differenza di Madonia hanno optato per il rito ordinario - sono ancora in fase di udienza preliminare. Il procedimento a loro carico si terrà il 14 gennaio. Scotto risponde di omicidio, Rizzuto di favoreggiamento aggravato.
ARTICOLI CORRELATI
Omicidio Agostino, l'ascesa dei Madonia e il rapporto con i Servizi segreti
Omicidio Agostino, al via requisitoria nel processo contro Madonia
Omicidio Agostino, al via il processo abbreviato contro il boss Madonia
Omicidio Agostino, la Procura generale ha chiesto il rinvio a giudizio per Madonia e Scotto
Nino Agostino, mistero irrisolto (per ora)
Repici sull'omicidio Agostino: ''Sinergia tra mafia e apparati deviati dello Stato''
Caso Agostino: tra la ricerca dei latitanti e gli incontri con Falcone