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di Karim El Sadi

Dall'inchiesta di Trento alle vicende odierne, le analisi dell'ex magistrato sopravvissuto a Cosa nostra


20201211 palermo caria intervista pp



Il 30 marzo 1983 Carlo Palermo, allora sostituto procuratore a Trento (oggi avvocato), fa sequestrare un numero non precisato di documentazioni relative a un'inchiesta avviata tre anni prima su un vasto traffico di armi e droga che coinvolge uomini della P2 e servizi segreti, criminali comuni, mafiosi ed affaristi di vario genere.
Si tratta di carte che si legheranno a doppio filo con la sua storia e con l'attentato che due anni più tardi, il 2 aprile 1985, avrebbe dovuto mettere la parola fine alla sua vita e al suo lavoro di indagine a Trapani dove nel frattempo era stato trasferito. L'ex magistrato ha raccontato, in un'ampia e approfondita intervista suddivisa in tre parti rilasciata al ricercatore e documentarista Pier Giorgio Caria, che è stato anche regista del docu-video in tre parti e che ringraziamo per aver concesso ad ANTIMAFIADuemila questa esclusiva, l'importanza di quelle carte e cosa è riuscito a scoprire, solo a distanza di decenni, unendo i tasselli mancanti dell'inchiesta di Trento su quello che ha definito come "governo del pianeta".
"Quando entrai in possesso di quella documentazione ebbi la percezione completa e totale della sua importanza", ha affermato Palermo. "Si trattava di una marea di carte da cui risultavano traffici di armi pesanti, anche nucleari, con l'indicazione diretta delle massime responsabilità governative in capo alle fabbriche degli armamenti mondiali che mi fecero rendere conto che erano il governo della guerra. Il governo planetario". L'avvocato ha poi detto di essersi "reso conto della stretta connessione tra questi fatti e la massoneria, e in particolare la P2 sulla quale da pochissimo tempo era emersa la possibilità di un'indagine visto che rimonta al 1981 il rinvenimento degli elenchi dei magistrati di Milano e l'istituzione della Commissione Anselmi in Parlamento". "Io sequestro questo materiale proprio nell'immediatezza dei fatti", ha spiegato.
Ma poi nel 1984 viene fatta interrompere l'indagine e gli atti gli vengono sottratti. "Quella interruzione che subì ha condizionato la storia mia ma anche la storia nazionale e internazionale - ha affermato Carlo Palermo -. Perché a quell'epoca io, con un anticipo rispetto ai tempi, avevo raccolto prove documentali che fotografavano la situazione mondiale del traffico di armi intrecciati a quello della droga e del petrolio e con una vastezza che andava di gran lunga al di là degli inquadramenti che apprenderemo solo successivamente". Carlo Palermo ha sottolineato che "le strutture come Gladio erano fotografate negli atti che avevo sequestrato. E non contenevano una descrizione sommaria, come ancora oggi continuiamo ad avere. Quella documentazione dell'epoca non era divisa per cassetti geografici, era l'attività centrale che veniva diramata dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti che riguardava tutto il mondo. Conseguentemente - ha continuato - la situazione di tentativo di governo planetario trascendeva quelle distinzioni che sono state a noi sottoposte solo perché dopo il crollo del Muro di Berlino l'allora ministro degli Esteri Giulio Andreotti ammise l'esistenza di questi apparati come Gladio e Stay Behind perché, come disse, era ormai venuta a mancare la contrapposizione tra il blocco atlantico e quello sovietico. In realtà - ha detto Palermo commentando quell'avvenimento storico - io ritengo che parlò perché pressato da indagini italiane di fronte alle quali sarebbero lo stesso emersi quegli elementi e, conseguentemente, lui cercò di anticiparle".
"Oggi - ha avvertito l'avvocato Palermo - sono rimaste immutate quelle caratterizzazioni che erano presenti allora a livello planetario, ma anche a livello europeo e italiano".

(Continua...)

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