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Foto di copertina ritagliata. Originale © Flickr/Miguel Fernández


di Giorgio Bongiovanni

Esce dal campo "El Diez" argentino, Diego Armando Maradona, considerato uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi, se non il migliore in assoluto.
Lo omaggiano i quotidiani del Mondo, sportivi e non. Lo ricordano colleghi, politici, vip e giornalisti. Anche io ho un aneddoto che testimonia il suo coraggio e che non ho mai raccontato.
Anni fa l'ho conosciuto durante una trasmissione alla televisione nazionale argentina dove ero stato invitato a raccontare quella che è la mia esperienza personale. Maradona ascoltava, in silenzio, ciò che esprimevo sia sul piano spirituale e di fede, ma anche sul piano delle opere sociali.
Quando iniziai ad evidenziare l'arroganza e l'ipocrisia degli alti vertici della Chiesa, fui attaccato da alcuni cialtroni presenti in sala. A quel punto Maradona, che non mi aveva mai incontrato prima, intervenne per difendere il diritto di esprimere il mio pensiero e dire il proprio: "Io difendo questa persona. I preti non lo accettano perché se lo avessero fatto avrebbe significato porre fine ai loro sporchi interessi".
Per questo gesto lo ringraziai allora e lo ricordo ancora oggi.
La sua è stata una grandissima carriera che ha emozionato tanti appassionati dello Sport. E non dimentico neanche le manifestazioni del proprio pensiero politico contro l'imperialismo americano de l'arroganza del Vaticano. L'unica pecca è che si è umanamente autodistrutto, commettendo molteplici sbagli, contro se stesso e contro gli altri; lasciandosi usare e strumentalizzare. Malgrado tutto, però, resta il più grande giocatore di tutti i tempi.


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Messico. Mondiale 1986, Argentina-Italia 1-1 (Flickr)


Il Mondo dello Sport piange Maradona. ''El pibe de Oro'' morto per arresto cardiaco
di Aaron Pettinari

"El pibe de Oro", Diego Armando Maradona
, è morto per un arresto cardiaco all'età di 60 anni. La notizia è rimbalzata veloce in tutto il Mondo dopo il primo lancio del quotidiano argentino Il Clarin e la Cnn.
Da molti considerato come il più grande calciatore di tutti i tempi (il dibattito su chi sia il migliore tra lui e Pelé ancora tiene banco), ha vinto con l'Argentina il Mondiale del 1986, e con il Napoli due scudetti (1987 e 1990), una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana ed una Coppa Uefa a cui aggiungere il campionato argentino vinto con il Boca Juniors e la Coppa di Lega con il Barcellona.
Aveva festeggiato il proprio compleanno lo scorso 30 ottobre. Poi, a causa di un malore, era stato portato d'urgenza in ospedale per affrontare un'operazione alla testa. Dall'ospedale di Buenos Aires Maradona era uscito pochi giorni fa. Doveva trascorrere un lungo periodo di convalescenza a casa, anche se lo staff medico che lo ha operato aveva avvertito circa le condizioni delicate del paziente a causa di un quadro clinico generale definito “complesso”.
Oggi l'attacco cardiaco che si è rivelato fatale. Inutili i tentativi di rianimazione effettuati dal personale medico che lo accudiva 24 ore su 24.


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Napoli. L'opera artistica di Jorit Agoch (da loravesuviana.it)


La vita di Maradona ha sempre fatto discutere.
E non può essere altrimenti quando si hanno gli occhi di tutti puntati addosso.
Per molti è stato un Mito vivente non solo per le imprese raccolte nel calcio, ma anche per quel suo essere controcorrente, senza rifiutare di schierarsi politicamente (era un populista, peronista, castrista e seguace di Che Guevara). La realtà è che è stato un calciatore dotato di un talento divino che da uomo si è trovato a vivere in suo personale inferno.
Se si dovesse scegliere una partita per descrivere la sua personalità non si potrebbe non menzionare il quarto di finale tra la sua albiceleste e l'Inghilterra nel 1986. In quella partita Maradona realizzò due gol: quella dell'1-0, con un tocco di mano plateale (al tempo la Var era fantascienza), generando il mito della 'Mano de Dios’ (la mano di Dio); tre minuti dopo il secondo, ritenuto da molti come il gol più bello di tutti i tempi.
Un momento sublime con il dieci argentino che, ricevuta palla a centrocampo, con una finta con la suola mette a sedere due centrocampisti inglesi. Poi la corsa, rapida ed inarrestabile. Un dribbling, due dribbling, tre dribbling. Poi mette a sedere Shilton e segna il 2-0. Tutto di sinistro. Quella partita, finita 2-1, assunse una simbologia immensa come una sorta di riscatto dopo la guerra persa contro gli inglesi per le isole Falkland (Malvine in spagnolo).


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Variante di "dios existe" da missha. Lo scatto originale (World Cup Mexiko 1986) - Flickr


Di lui diceva Michel Platini, non certo l'ultimo arrivato: “Quel che io faccio con un pallone Maradona lo fa con un’arancia”.
Per descrivere Maradona non bastano poche righe e forse neanche tutti i libri, i film o le serie tv che si sono occupate della sua storia.
Calcisticamente parlando è stato un Mito, che ha saputo rialzarsi ad ogni infortunio. Purtroppo nel mondo della vita quotidiana non è mai riuscito a frenare le sue inclinazioni, mostrando un lato oscuro fatto di dipendenza dalla droga, accuse di violenze contro le donne, crisi familiari, problemi con il fisco, e rapporti quantomeno criticabili.
Anche per questo, piaccia o non piaccia, resterà sempre un personaggio quantomeno controverso, se non umanamente discutibile.
Calcistiamente parlando, però, adesso che non c'è più, Diego Armando Maradona da Mito diventa Leggenda.

 

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