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di Davide de Bari
Salvatore Borsellino: “Mio fratello fino al suo ultimo giorno di vita si è rivolto ai giovani dicendo di aver fiducia in loro nel proseguo della lotta alla mafia; passando il testimone ai giovani”

“Ci sono degli interrogativi sulla strage di via d’Amelio, ma per una corretta informazione bisogna prendere atto che risulta provato, con sentenza irrevocabile, che la morte di Borsellino fu voluta dai vertici di Cosa nostra e numerosi mafiosi. Abbiamo una ventina circa di condanne passate in giudicato. Una morte voluta per vendetta, cautela preventiva e per esercitare una forte pressione sulla compagine politico-governativa che aveva attuato una linea politica più intensa nella lotta alla mafia rispetto al passato. Per indurre coloro si fossero mostrati disponibili tra i possibili referenti a farsi avanti per trattare un mutamento di quella linea politica”. E’ così che ha commentato nuovamente il procuratore aggiunto di Firenze, Luca Tescaroli, in un intervento a Radio Rai 1 nello speciale in occasione della commemorazione della strage di via d’Amelio. Sempre su Radio Rai 1 questa mattina era intervenuto un ex agente della FBI, Frederic Whitehurst, che ha fatto parte del team del Federal Bureau of Investigation americano inviato nel 1992 a collaborare con i colleghi italiani alle indagini sull'esplosivo adoperato per far saltare in aria Borsellino e gli agenti di scorta, sostenendo che "ci furono dei colleghi che manipolarono le prove". “Sul punto si tratta di un'indicazione nuova e chi è titolare dell’indagine vorrà fare i dovuti approfondimenti. - ha commentato la notizia il pm Tescaroli - Posso dire che nella strage di via d’Amelio ci sono delle porzioni enigmatiche che ruotano intorno a due aspetti: il primo riguardo l’impiego di un esplosivo plastico il Sentex che non è mai ritrovato nella compagine stragista del ’92 e ’93 e non sono stati trovati depositi di questo esplosivo plastico nella disponibilità di Cosa nostra, se non quelli ritrovati nel 1985”. “E poi vi è il vero nodo oscuro di questa strage è l’accelerazione della sua esecuzione, - ha detto il magistrato - avvenuta a 57 giorni da quella di Capaci, nella stessa città".

borsellino salvatore via damelio 2020 da skytg24

Palermo, 19 luglio 2020. Salvatore Borsellino in via d'Amelio


Nel corso dello speciale in onda sulla radio, è anche intervenuto in diretta da via d’Amelio Salvatore Borsellino, fratello del magistrato e presidente del Movimento delle Agende Rosse. “A 28 anni di distanza non c’è ancora verità e giustizia o per lo meno esse sono parziali. Perché se sono stati individuati dei mafiosi che hanno partecipato a quella strage, non sono stati individuati i traditori che dall’interno dello Stato hanno deciso di uccidere mio fratello. Questo vuol dire che verità e giustizia non c’è e la strada è ancora lontana, ma la percorreremo fino alla fine. - ha concluso - Mio fratello fino al suo ultimo giorno di vita si è rivolto ai giovani dicendo di aver fiducia in loro nel proseguo della lotta alla mafia; passando il testimone ai giovani”.

Foto © Imagoeconomica

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