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“Quello che distingue Paolo Borsellino, e che lo rende unico, è la sua grande umanità, che coniugava la sua professionalità al coraggio”. E’ così che è intervenuto il consigliere togato del Csm, Sebastiano Ardita, al Tg1 dialogo in occasione della 28° ricorrenza della strage di via d’Amelio in cui persero la vita il magistrato Paolo Borsellino e gli agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. “I suoi biografi raccontano un episodio che accade negli anni ’70 quando ancora la domenica i panifici erano chiusi e Borsellino si accingeva a comprare del pane da un ambulante. - ha aggiunto - Quest’ultimo lo guardò e gli disse: ma come dottor Borsellino lei mi ha fatto condannare perché vendevo il pane da abusivo e adesso viene a comprare il pane da me? Paolo Borsellino rimase sorpreso da quel riconoscimento e lo abbracciò. Con quel gesto e quell’abbraccio c’era tutta quanta l’umanità di Paolo Borsellino, di concepire la legge non come spietata applicazione di una normativa di rigidità e burocrazia, ma come una realtà che ha una missione che va oltre. Una missione umanitaria che deve rendersi conto delle differenze che ci sono tra le persone. - ha concluso il pm antimafia - Il suo interpretare la lotta alla mafia in questo quadro nel riscatto della sua Sicilia e della sua Palermo, della nostra Italia dal compromesso morale per l’ottenimento dello scopo e raggiungere il fresco profumo di libertà. Questa fu la visione di Paolo Borsellino che vale ancora oggi per tutti noi”.
Strage via d'Amelio, Ardita: ''Ciò che distingueva Borsellino era la sua grande umanità''
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