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di Karim El Sadi
La funzionaria: “Ho firmato per dovere d'ufficio. Quella mattina mi chiamò Giulio Romano”

Nei giorni scorsi a palazzo San Macuto si è cercato di fare chiarezza sulla famosa circolare del 21 marzo del Dap che, in sostanza, ha consentito a quasi 400 detenuti, tra i quali boss mafiosi al 41 bis o in alta sicurezza, di chiedere ed ottenere un differimento della pena con detenzione domiciliare per scongiurare il rischio di contagio da Coronavirus in carcere.
A riferire su quanto accaduto quella mattina, in cui venne data la delibera della circolare, in Commissione antimafia è stata audita Assunta “Susy” Borzacchiello, direttore del Cerimoniale e relazioni esterne dell'Ufficio del Capo del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria, nonché la funzionaria che per ultima ha messo la firma sul documento.
La Borzacchiello, incalzata dalle domande dei vari componenti della commissione, su tutti l’ex 5Stelle Mario Michele Giarrusso, ha spiegato alla Commissione la dinamica dei fatti di quel 21 marzo. In particolare indicando chi sopra di lei le aveva mandato di mettere la firma sulla circolare urgente. Circolare che, è bene ricordare, ha provocato la confusione tra i vari Tribunali di sorveglianza chiamati a decidere sulle istanze di differimento pena ai domiciliari dei detenuti, perché, tra le altre cose, non distingueva tra detenuti comuni, detenuti in alta sorveglianza e detenuti al 41bis.
“Sabato 21 marzo mi stavo preparando per andare in ufficio. - ha raccontato la Borzacchiello in aula - Mi ha chiamato da casa Giulio Romano, il direttore dell’ufficio detenuti e trattamento, assente per motivi di salute, dicendomi che sapeva che ero di turno, che stava finendo di scrivere un atto e sarei dovuta andare in ufficio e firmare. Sono andata in ufficio. Nel messaggio che mi ha mandato Romano c’era scritto: come da intesa può essere sottoscritto e inviato, c'è l'assenso del Capo Dipartimento. Stiamo parlando dell’ex capo del Dap Francesco Basentini". Eccoli dunque quelli che sarebbero i responsabili: Giulio Romano, che la circolare l’ha redatta e Francesco Basentini, che ne ha dato l’assenso. Entrambi, Romano e Basentini, membri dello staff del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, ed entrambi, travolti dalle polemiche, presentatisi da quest’ultimo per rassegnare le dimissioni. Il primo lo scorso 1° maggio e il secondo lo scorso 23 maggio.

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Francesco Basentini


“Firma per dovere d’ufficio”
Ma i senatori della Commissione Antimafia non ci stanno e hanno chiesto ulteriori chiarimenti alla Borzacchiello. “E’ possibile che lei non abbia letto con attenzione, non abbia richiamato Romano per dire ‘ma siamo sicuri, non è meglio aspettare 24, 36, 48 ore, magari lunedì quando ci saranno tutti i direttori e concertare meglio la questione?”, le ha domandato il presidente Nicola Morra. “Ho firmato per dovere di ufficio come dirigente di turno. Sono tornata anche la domenica per firmare altri atti di diversa natura”, è stata la risposta della direttrice del Cerimoniale e relazioni esterne dell'Ufficio del Capo del Dap. In pratica si è limitata a firmare senza spulciare il contenuto della stessa che, ha sottolineato, Romano le aveva detto di “stare ultimando”. ”Io, di questa questione, non so assolutamente nulla, potevo esserci io o un altro, ho letto il testo, l’ho firmato per dovere di ufficio. Non sono più il direttore dell’ufficio stampa da luglio del 2018, ma solo del cerimoniale e delle relazioni esterne”, ha continuato la Borzacchiello rispondendo alle puntuali domande del senatore Mario Michele Giarrusso il quale ha replicato con altri interrogativi e insidiose osservazioni. "Ha avuto contatti con l’ufficio stampa di Bonafede? Una simile circolare può essere firmata da lei anziché da Romano? Lei ha mai firmato altre circolari simili? Se si, quali? Lei ha svolto tutta la sua carriera nelle carceri, adesso parla di 'nota', come se fosse una letterina, dice che non ne ha mai firmata una simile, ma perché lei non ha posto alcuna domanda?". Domande incalzanti che sono arrivate come macigni anche dagli altri componenti della Commissione.
Dai leghisti Luca Rodolfo Paolini e Gianluca Cantalamessa che hanno chiesto per quale ragione Romano ha inviato la mail e “non ha firmato lui” o se la Borzacchiello avesse “inteso la reale portata di questo documento che non rispettava i crismi di emanazione". Fino ai senatori di Fratelli d’Italia come Wanda Ferro che le hanno domandato come mai "Romano non poteva firmare da casa”. Su questo punto è intervenuto anche il leader di Liberi e Uguali Pietro Grasso che ha chiesto alla funzionaria perché non ha inviato la circolare a Giulio Romano per farsela firmare ad esempio tramite scanner. “Io ero in smart working e ho la firma digitale, non so se Romano da casa si sia dotato della stessa firma, lui era arrivato da poco al Dipartimento”, è stata la replica della responsabile del cerimoniale del Dap. A questo punto quindi non resta che interrogare sia Francesco Basentini che Giulio Romano per avere chiara la dinamica dei fatti di quel 21 marzo di fuoco.

Foto © Imagoeconomica

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