di AMDuemila - Video-intervista integrale
"Chiesi a Giovanni Falcone chi fossero le ‘menti intelligentissime e raffinatissime' che avevano guidato la mafia e a cui lui aveva fatto riferimento dopo il fallito attentato dell'Addaura. Fui molto insistente di fronte allo stato d'animo suo. Aveva la consapevolezza che per lui era iniziato un conto alla rovescia. Lo incalzai su quel nome, o su uno di quei nomi, o su più nomi. E lui me lo fece. Il nome era quello del Dott. Bruno Contrada". E' questa la rivelazione del nostro editorialista, il giornalista e scrittore Saverio Lodato, intervenuto su La7 nello speciale di Atlantide, condotto da Andrea Purgatori, dedicato alla memoria del giudice ucciso a Capaci il 23 maggio 1992.
Durante lo speciale Lodato ha ricordato lo stato d'animo vissuto dal giudice nel giugno del 1989, immediatamente dopo il fallito attentato all'Addaura. E' in quell'occasione che Falcone gli fece il nome del numero tre del Sisde ed ex capo della Squadra mobile di Palermo. "Di fronte ad uno stato d'animo, di fronte a un uomo che era consapevole di un conto alla rovescia per lui io lo incalzai su quel nome e quei nomi visto che lui parlava al plurale - ha spiegato Lodato - lui vedeva una mano di pezzi dello stato e delle istituzioni, lui già non credeva più da tempo che la mafia avesse decapitato una classe dirigente da sola senza che lo stato italiano fosse in grado di opporsi". "Falcone aveva capito che si trovava in un gioco più ampio, quello che successivamente sarebbe emerso come trattativa Stato-Mafia" ha ricordato ancora Lodato, aggiungendo: "Oggi, 28 anni dopo, sollecito l'apertura degli archivi italiani e americani sulla trattativa Stato-Mafia, per onorare la memoria di Falcone, e per questo ho raccontato questo fatto che Falcone mi disse bonariamente".
Lodato ha anche spiegato il motivo per cui non ha mai scritto e rivelato il nome di Contrada, in quanto fu diffidato dallo stesso Falcone: "Mi disse ‘se tu scrivi il nome di Bruno Contrada attribuendolo a me tu con me non avrai più alcun tipo di rapporto".
Quello di Bruno Contrada non è un nome qualunque, condannato in via definitiva nel 2007 a 10 anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa.
Per i giudici della Corte di Strasburgo, non doveva essere condannato per concorso esterno in associazione mafiosa perché, all'epoca dei fatti (1979-1988), il reato non "era sufficientemente chiaro". Nel corso della trasmissione ha telefonato il legale di Contrada, Stefano Giordano, ricordando il provvedimento della Corte Europea. Lodato, in chiusura di puntata, ha comunque replicato al legale ribadendo che "quando Giovanni Falcone mi disse quelle cose era il 1989. Bruno Contrada non era neanche sotto inchiesta per mafia. Non era arrivata a sentenza definitiva di Cassazione la sentenza di sua colpevolezza. Non c'era neanche la sentenza della Corte d'appello di Palermo che recepisce le indicazione della Corte Europea. Io prendo atto di quello che dice l'avvocato Giordano. Afferma che suo cliente è innocente, ma devo dirgli che deve farsene una ragione. Il giudizio di Giovanni Falcone nei confronti di Bruno Contrada, quello che dopo tanti anni dopo sarebbe diventato il suo assistito non era un giudizio lusinghiero. Tutt'altro. Questo mi ricorreva l'obbligo di dire e confermare". Inoltre va ricordato che i fatti del processo restano tali e la sentenza del Tribunale non è mai stata revocata.
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