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di Lorenzo Baldo

Iniziamo parafrasando l’incipit del pezzo di oggi del Riformista: il prossimo 23 giugno sarà il compleanno di Tiziana Maiolo. Per coloro che ignorano l’esistenza di questa signora rimandiamo all’editoriale - più che mai esaustivo - del nostro direttore. Basterebbero alcune dichiarazioni rilasciate in questi anni dall’ex parlamentare forzista per stendere un velo pietoso su un simile personaggio. Che, invece di starsene tranquilla con mascherina e guanti, continua a riversare il suo veleno contro il pm Di Matteo. Sarà forse colpa del protrarsi della quarantena che ha costretto la signora a casa come tanti altri milioni di italiani vittime di un esaurimento nervoso? Oppure il fattore età? Chissà. Ad alcune persone il passare degli anni stimola la creatività, la saggezza, l’amore per la vita e per i propri simili. Ad altri invece la longevità accresce la frustrazione, la malvagità, la falsità e l’ignoranza. Non ci interessa a quale delle due categorie appartenga la signora. La sua vita parla per lei, così come il suo verbo. Che, negli anni passati, ha sicuramente dato il meglio di sé. Impossibile dimenticare la sua acuta analisi del 2011 sulle “cene eleganti” dell’ex Premier. Quell’anno più volte la Maiolo si è sperticata nell’affermare che Berlusconi “ha l'ansia della prestazione come altri politici che conosco. Berlusconi ha sempre tradito, è sempre stato un infedele. Andava con tante donne anche prima! Ruby è una bella ragazza procace e allora che c’è di male invitarla alle feste?”. Quisquilie di altri tempi, si potrebbe obiettare, paragonate ai suoi recenti attacchi contro Di Matteo. Detto questo non resta che far scendere il sipario su una persona che non ha molto da dare per rendere migliore questo mondo. Chiudiamo quindi ricordando la citazione iniziale: il prossimo 23 giugno sarà il compleanno di Tiziana Maiolo. Tra i molti avvenimenti avvenuti nei secoli in quella precisa data ne prendiamo solamente un paio. Il primo: il 23 giugno del 1866 scoppia in Italia la Terza guerra d’Indipendenza. Non è certo il caso di farne scoppiare un’altra nel XXI secolo, ma chiediamo alla Maiolo di lasciarci almeno l’indipendenza della magistratura, soprattutto quella che le provoca l’orticaria quando punta il dito sul connubio Stato-mafia.
Il secondo: il 23 giugno del 2016 nel Regno Unito si è votato sulla “Brexit”, tutti sappiamo come è andata a finire. Ora, non chiediamo certo che la signora Maiolo venga buttata fuori dall’Europa, ma se almeno ci lasciasse in pace nella nostra Patria - che evidentemente lei disprezza parecchio quando inveisce gratuitamente contro alcuni rappresentanti del nostro Stato - farebbe un gran bene a lei. E soprattutto a noi.
Piccola postilla: è vero che nel 1961 usciva il capolavoro di Leonardo Sciascia “Il giorno della civetta”, ed è ancora più vero e autentico il brano in cui il padrino mafioso Mariano esprime il suo rispetto per il protagonista del romanzo, il capitano Bellodi: “Io ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l'umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz'uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà. Pochissimi gli uomini; i mezz'uomini pochi, ché mi contenterei l'umanità si fermasse ai mezz'uomini. E invece no, scende ancor più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi”. Fino adesso questo brano non è mai stato declinato al femminile. Ma forse è arrivato il momento di poterlo fare.
“Non ti curar di loro ma guarda e passa”, recita la versione popolare del celebre verso utilizzato da Dante Alighieri nella “Divina Commedia”, nel canto tre dell’Inferno, verso 51. Ed è proprio questo l’augurio che rivolgiamo al dottor Di Matteo per il suo compleanno (impropriamente citato dalla Maiolo). Auguri in anticipo anche a lei, signora. Ha ragione: a rileggere (e a rivisitare) Sciascia c’è sempre da imparare.

In foto: L'Antinferno (1499-1502), Luca Signorelli - Duomo di Orvieto

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