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di Matías Guffanti - Foto e Video
A 4 anni dell'assassinio di Berta Cáceres, davanti alle porte dell'ambasciata dell’Honduras della città di Buenos Aires, in Argentina, si è tenuta una veglia intrisa di memoria, arte e pretesa di giustizia per la leader latinoamericana la cui morte ad oggi è ancora impunita. L’iniziativa è nata su proposta di suo figlio Salvador Zúñiga, in una notte ricca di emozioni e di lotta, insieme ad amici e organizzazioni sociali vicine a Cáceres che in ogni incontro e intervento hanno sottolineato l'impunità che circonda i vari mandanti, partecipanti esterni del crimine che fanno addirittura parte dello stesso Stato.
Con candele, grandi immagini, frasi profondamente sentite, attivismo, canti e la grande presenza di giovani di vari paesi dell'America dove Berta ha lasciato il seme della sua lotta, la sua gioia e la sua ribellione, la manifestazione ha avuto come protagonista l'arte. Il Movimento Culturale Internazionale Our Voice ha aderito facendo sentire attraverso la musica e la poesia il grido di speranza che c'è dietro ogni lotta e ogni ribellione, contro un sistema che continua a perseguitare coloro che hanno il coraggio di difendere la vita e la libertà.
Le denunce erano soprattutto dirette ai responsabili ancora liberi, con nomi e cognomi precisi: Daniel Atala Midence, Jacobo Atala Zablah, José Eduardo Atala Zablah e Pedro Atala Zablah. I quattro appartengono ad una delle famiglie più ricche del paese centro americano, patrocinatrice del colpo di Stato del 2009 e della successiva frode elettorale commessa in questo stesso paese dall'attuale presidente Juan Orlando Hernández. Sono noti anche per il loro stretto legame con il Ministro della Sicurezza, Julián Pacheco Tinoco, e con i membri di esercito, gruppi paramilitari e del settore finanziario internazionale tramite la loro impresa nazionale Desarrollo Energéticos Sociedad Anónima (DESA), il cui presidente è Roberto David Castillo Mejía, anche lui coinvolto, è un ex membro dei servizi di intelligence militare. La stessa impresa che Berta Cáceres affrontava, nei suoi ultimi giorni, in difesa del Rio Gualcarque e della comunità Lenca.

Sebbene per la stampa internazionale ed il governo dell’Honduras, Cáceres è stata semplicemente un’ambientalista, le persone che hanno vissuto accanto a lei i giorni di lotta non sono della stessa opinione. Senza alcun dubbio, Berta affrontava il sistema capitalista con tutta la complessità che ciò implica. Un forte attacco al sistema finanziario e ai poteri politici al servizio delle grandi società transnazionali, da parte delle comunità e dei popoli più indifesi. "La giustizia per Berta non significa solo la condanna degli Atala, significa anche togliere l’azienda dal fiume, ma, soprattutto, continuare tutte le lotte dei popoli che si trovano nei territori sparsi in ogni parte del mondo, perché questo è l'esempio della mia mami, la sensibilità e la ribellione di potersi sollevare in tutti i territori. Fare questo è l’unico modo per poter dire tutti i giorni e con certezza che Berta è presente", ha dichiarato suo figlio di fronte alla porta dell'ambasciata honduregna in Argentina.
Il lascito di una filosofia, cosmogonia e sensibilizzazione verso tutte le ingiustizie collegate tra loro, in ogni luogo del mondo che preludeva a un presente con gli stessi nemici dei martiri di questo tempo. Che indica con il sangue una falsa democrazia e una struttura finanziaria, militare e politica al servizio di un potere che si nasconde con le stesse modalità nella maggioranza dei paesi.
"La semina di Berta Cáceres", è come la comunità lenca ha deciso di chiamare la commemorazione della morte della loro referente, che ha annoverato una forte presenza plurinazionale e senso di unione per una causa che è un esempio e un simbolo per molte organizzazioni, si è conclusa con l'intervento di tutti i referenti sociali presenti. Parole cariche di impotenza, coscienza, forza e speranza allo stesso tempo, con un costante riferimento alla moltiplicazione dei sogni e degli ideali di Berta, in un futuro dove la lotta per la verità e la giustizia continuerà più viva che mai. E proseguirà, fino alla vittoria di tutti i popoli.

Foto © Our Voice

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