di Davide de Bari - Video
Gratteri: “A Catanzaro stiamo lavorando alla realizzazione dell’Aula Bunker"
Che Reggio Calabria fosse la “testa” della ‘Ndrangheta lo dicono le numerose inchieste della procura antimafia della città. Una nuova definizione è stata data oggi dal presidente della Corte d’Appello di Reggio Calabria, Luciano Gerardis, nel corso della cerimonia di presentazione dell’anno giudiziario, che ha definito il capoluogo calabrese come la "Capitale". Nel suo intervento, nell’auditorium della Scuola allievi carabinieri di Reggio Calabria, ha utilizzato delle parole molto forti per far comprendere quanto ormai il fenomeno mafioso sia così diffuso: “Sembra quasi uno stanco ritornello ribadire una drammatica verità: Reggio Calabria è la capitale storica ed attuale dell'organizzazione criminale chiamata ‘Ndrangheta, che per pervasività, capillarità, ramificazioni interne ed internazionali e potenzialità delinquenziale è unanimemente ritenuta una delle più pericolose, se non la più pericolosa, del mondo".
Il presidente della Corte d’Appello di Reggio Calabria ha anche parlato di un'"inquietante" esistenza "di grumi di potere oscuro, sommerso e trasversale che inquinano le istituzioni nella ricerca di consensi".
I procedimenti pendenti e la “diffusa” preoccupazione dei magistrati
Nella relazione si legge che i procedimenti pendenti della Dda, “sono ben 356 con centinaia e centinaia di imputati detenuti”.
Durante la relazione, il presidente ha fatto anche un’amara constatazione riguardo al poco afflusso di personale presso il Tribunale di Reggio Calabria: "Deserti vanno i bandi ordinari per la stragrande maggioranza dei posti scoperti e solo attraverso il ricorso, ove attuabile, alla procedura prevista per le sedi disagiate si è riusciti ad ottenere il trasferimento presso alcuni uffici di primo grado di pochi magistrati”. E poi ha aggiunto: “Scarsi risultati danno anche i bandi per applicazioni extradistrettuali, che pure garantiscono una durata ben minore di un ordinario trasferimento: malgrado siano stati banditi, con provvedimento straordinario, ben 10 posti del tribunale di Reggio Calabria e per ben tre volte 2 della Corte di Appello, sono infine risultati coperti soltanto tre posti di primo grado”.
Purtroppo, durante l’esposizione della relazione, Gerardis è stato colto da un malore improvviso e, dopo un primo tentativo di proseguire nel suo intervento, è stato portato in ospedale per gli accertamenti. Il magistrato aveva comunque spiegato come “il susseguirsi di procedimenti a carico delle varie cosche” dimostri “l’impressionante consistenza numerica dei suoi affiliati e il coinvolgimento sempre più inquietante di parti di istituzioni, centri di potere, professionisti in aggregazioni torbide di affari, che producono effetti distorsivi su tutti i terreni, giudiziario, economico, sociale e finanche culturale”.
Il presidente della Corte d’Appello di Reggio Calabria, Luciano Gerardis
La droga continua a passare per Gioia Tauro
All’interno della relazione è stato rilevato che “per quanto riguarda gli affari della ‘Ndrangheta nel mercato degli stupefacenti” negli ultimi anni si è riscontrato “un aumento dei relativi traffici, - ha scritto il procuratore capo di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri - anche in ragione della maggiore attenzione investigativa nella repressione degli illeciti legati agli appalti pubblici, si può affermare la ripresa dei traffici che transitano per il Porto di Gioia Tauro”. Negli scorsi anni il porto calabrese aveva perso il suo primato per il traffico di droga, “dopo un calo di sequestri di stupefacenti nell'area del Porto nel 2018”, ma poi si è vista “una costante ripresa degli stessi negli ultimi mesi. Tra la fine del 2018 e i primi sei mesi del 2019 si è assistito ad una forte ripresa dei sequestri nel Porto di Gioia Tauro”.
Gratteri: “Bisogna prestare attenzione al distretto di Catanzaro”
Altro punto nevralgico nella lotta alla ‘Ndrangheta è sicuramente rappresentato dal distretto di Catanzaro. Ad intervenire alla cerimonia d’inaugurazione dell’anno giudiziario è stato il procuratore capo Nicola Gratteri, che insieme al suo team, si è reso autore di una delle più grandi inchieste dopo il maxi processo di Palermo: l’operazione di dicembre, “Rinascita-Scott”. Gratteri, rivolgendosi al consigliere del Csm e al delegato del ministero della Giustizia ha voluto fare una raccomandazione affinché “vi sia attenzione ai bisogni di questo distretto, soprattutto per quanto riguarda i tribunali”. Il magistrato ha evidenziato che il nuovo prospetto fatto dal ministro della giustizia non è sufficiente: “Per quanto riguarda Catanzaro, nel prospetto che il ministro Bonafede ha inviato, c'è l'aumento di un posto nella Procura Distrettuale e due al Tribunale, ma ritengo che siano insufficienti. Attualmente ci vogliono due unità nella procura distrettuale e di quattro giudici al Tribunale. Questo è importante perché si sanno gli impegni che stiamo per avere per la celebrazione dei maxiprocessi. Da quando sono a Catanzaro, i miei sostituti vanno in appello perché è giusto che chi ha fatto le indagini in primo grado prosegua il lavoro in appello”.
Quindi il magistrato ha rivolto anche "un'ultima preghiera al rappresentante del ministero. Sono tre anni che sono bloccate le tabelle delle sezioni di polizia giudiziaria. Noi a Catanzaro ne abbiamo in meno rispetto ad altre realtà. - ha continuato - C’è una diatriba tra ministro della Giustizia e ministro dell'Interno perchè ci sono Procure che hanno 156 ufficiali di polizia giudiziaria in più, mentre Procure come ad esempio quella di Catanzaro che ne hanno 18 in meno. Quindi sarebbe opportuno che ci si riunisse per discutere in modo che chi ha avuto di più restituisce a chi ha di meno, perché non è possibile che in alcune Procure per ogni pm ci sono tre ufficiali di pg, mentre nel mio ufficio per ogni pm ce n'è mezzo o tre quarti".
L’aula bunker a Catanzaro
Nel corso della relazione del magistrato calabrese, ringraziando il presidente della Corte d’Appello Domenico Introcaso, ha parlato dei lavori a proposito della costruzione di aula bunker a Catanzaro: “Ringrazio il presidente della Corte d’Appello per il sostegno che ci ha dato per la costruenda Procura di Catanzaro, i cui lavori sono in stato avanzato rispetto alla tabella di marcia, ma anche per quello che lui si è preoccupato di fare in questi giorni - e siamo stati già più volte ricevuti dal ministro - per la costruenda aula bunker: infatti dobbiamo preoccuparci della celebrazione dei processi nel Distretto di Catanzaro perchè l'alternativa è l'aula bunker di Palermo. Lo ringrazio - ha detto il procuratore - per la grande sensibilità che ha avuto, perché abbiamo portato proposte molto valide che il ministro ha prontamente accolto".
Un bilancio positivo
Gratteri ha poi evidenziato il fatto che “quando sono arrivato a Catanzaro, il fascicolo più vecchio aveva 16 anni” mentre adesso "abbiamo 206 pagine di elogio" degli ispettori del ministero. Parlando sempre del lavoro svolto dalla procura, il procuratore capo ha detto: “A Catanzaro abbiamo l'élite di polizia giudiziaria, sono grato ai vertici delle forze dell'ordine - comandante generale dei carabinieri, comandante generale della Guardia di Finanza e capo della polizia - per la qualità degli investigatori che abbiamo in questo Distretto".
Concludendo il suo intervento, il magistrato ha rimarcato il fatto che la procura è aperta a tutti i cittadini. “Invito ancora una volta i cittadini a continuare a venire in Procura, come sta avvenendo".
Il caso Lupacchini
La procura di Catanzaro, oltre alle importanti indagini come “Rinascita-Scott”, nell’ultimo periodo è stata contrassegnata da "provvedimenti giurisdizionali e disciplinari”, come quello rivolto all’ex procuratore generale di Catanzaro, Otello Lupacchini, trasferito dal Csm come sostituito pg a Torino, dopo gli attacchi al procuratore Gratteri, o anche del presidente di sezione della Corte d’Appello e della Commissione tributaria di Catanzaro, Marco Petrini. Di questo, i riferimenti del presidente della Corte d’Appello, Domenico Introcaso, sono stati pochi e impliciti. "Con ferma serenità e fiducia assoluta nell'operato degli inquirenti, abbiamo vissuto il ‘vulnus indelebile’ - ha detto - inferto alla comunità giudiziaria derivato dai provvedimenti giurisdizionali e disciplinari riguardanti magistrati del distretto, titolari di incarichi di grande responsabilità; al sentimento di stupore, purtroppo di dolore, di inquietudine, professionale e personale, si accompagna la serenità di essere giudici che si affidano e restano affidati ad altri giudici, fedeli al mandato costituzionale di essere gelosi custodi della giurisdizione e del processo in cui il giudice è terzo, e non parte, ed amministra la giustizia 'In nome del popolo italiano'". Le funzioni di Lupacchini sono state temporaneamente assunte da Beniamino Calabrese, avvocato generale dello Stato presso la procura Generale.
Il presidente della Corte d’Appello, Domenico Introcaso, durante la sua relazione
Allerta sempre alta
Nel corso della relazione il presidente della Corte di appello di Catanzaro, Domenico Introcaso, ha spiegato che “l'ulteriore immediata conseguenza è la corruzione del procedimento elettorale, di formazione del consenso, di raccolta di esso. Perchè la procedura per l'appalto pubblico coinvolge gli amministratori eletti. Anche in tale attività si manifesta la capacità dinamica delle associazioni di 'Ndrangheta, che si inseriscono in un contesto di riorganizzazione dello Stato, attuato mediante creazione di organismi politici e amministrativi intermedi e perciò solo aggredibile, anzi di facile e diretto accesso da parte delle organizzazioni criminali”. Secondo il magistrato il consenso elettorale “non è ormai cercato ma esercitato direttamente dalle organizzazioni criminali che esprimono la tendenza, ormai consolidata in molte aree, a eleggere propri intranei. - ha poi continuato nel suo intervento - La proiezione giudiziale immediata è lo scioglimento di numerosissime amministrazioni comunali e di formazioni intermedie per infiltrazioni e influenza mafiose. Questa la sintesi delle dinamiche di 'Ndrangheta non più locale ma a diffusione nazionale e internazionale”.
Nel suo intervento, il presidente della Corte d’Appello Introcaso ha richiamato le statistiche contenute nella reazione del procuratore della Repubblica, Nicola Gratteri, "sempre puntuale ed esaustiva", dove ha ricordato che "nel distretto operano associazioni a delinquere di stampo 'ndranghetista 'storiche’, che hanno un'elevata capacità di condizionamento e infiltrazione nel territorio nei settori economici, istituzionali, politici".
Foto di copertina © Imagoeconomica