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di AMDuemila
Il colloquio inserito nell’ordinanza "New connection"

Tra le conversazioni intercettate dalla Squadra mobile di Palermo ed inserite nell'ordinanza di custodia cautelare dell'operazione "New connection" coordinata dalla Dda di Palermo vi è anche una pesante minaccia nei confronti del giornalista di "La Repubblica", Salvo Palazzolo, che giorni dopo l'operazione che aveva bloccato il progetto di riorganizzazione della Commissione provinciale di Cosa nostra a Palermo si era recato nel negozio del boss Francesco Inzerillo, con tanto di telecamera, per chiedergli del perché dei suoi incontri con l'anziano della Cupola Settimo Mineo, come emergeva dalle carte dell'operazione "Cupola 2.0". "Non per cosa... però certo due colpi di mazzuolo gli avrei dato! Due colpi di legno glieli avrei dato! Tanto che mi può fare? Che ci possono fare? Due colpi di legno! Ma per l'azione! Non è perché siete venuti, avete fatto... ma tu casomai... e scrive per la Repubblica" - diceva il boss Benedetto Gabriele Militello, uno degli arrestati di questa notte. In quella conversazione del 6 dicembre, Militello parla con Tommaso Inzerillo e chiese indirizzi. I due commentavano il video uscito su Repubblica.it. in cui Francesco Inzerillo, fratello di Salvatore, il capomafia ucciso nel 1981, aveva negato di conoscere il boss Mineo, di fatto mentendo.
L'operazione odierna ha dimostrato che Mineo si era recato a Passo di Rigano perché chiedere agli Inzerillo di fare parte della commissione provinciale di Cosa nostra. "Non so nulla", aveva detto Inzerillo al giornalista che lo incalzava con le domande. E Militello lo considerava uno sgarbo. I boss commentavano pure un altro video di Palazzolo che quel giorno era andato nel quartiere dove Mineo gestiva una gioielleria. "Ma lei che cosa ne pensa del signor Settimo Mineo? - Militello ripeteva le domande di Palazzolo - Che cosa ne penso? Che crasto che sei!". Oggi lo stesso Palazzolo, su Facebook, commentando la notizia, scrive: "Al clan Inzerillo non sono piaciute le domande che ho fatto a Passo di Rigano, nel cuore del loro regno. Leggo nel provvedimento della procura che avrebbero voluto darmi due colpi di mazzuolo. Leggo pure che mi considerano 'un crasto'. Si rassegnino. I cronisti di Palermo - sono davvero tanti - continueranno a fare le loro domande. Una soprattutto: dov'è nascosto il tesoro degli Inzerillo?".

Al collega Salvo Palazzolo esprimiamo tutta la solidarietà e la vicinanza da parte dell'intera redazione di ANTIMAFIADuemila. Siamo sicuri che le autorità preposte sapranno garantire la sua sicurezza.

Foto © Paolo Bassani

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