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di Beatrice Boccali - Video e Fotogallery
9 Maggio 1978 moriva ammazzato, in un casolare di Cinisi nei pressi della linea ferroviaria, Peppino Impastato.
Stamattina, 9 Maggio 2019, nello stesso luogo, siamo tornati per ricordarlo.
Un presidio, organizzato da “Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato”, che ha visto la partecipazione dei familiari, degli amici di Peppino, e centinaia di studenti giunti da tutta Italia. E noi eravamo al loro fianco.
Abbiamo sentito le parole di Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace, che ha ricordato come la lotta di Peppino sia sempre stata per gli ultimi e contro coloro che li sopprimevano. Proprio l’immagine di questo "martire della giustizia" ha ispirato i provvedimenti presi nella sua città, dandogli la forza di ribellarsi ad un sistema che non vuole unione e che non ci riconosce uguali, umani, come siamo.
Abbiamo visto il volto di Vincenzo Agostino, padre del poliziotto Nino, ucciso dalla mafia assieme a sua moglie Ida, incinta. La sua lunga barba bianca ci ricorda continuamente il peso di una giustizia ancora oggi negata. Lui è stato l'unico, nel suo intervento, a far riferimento all’esistenza di una parte marcia e collusa del nostro Stato.
Subito dopo sono intervenuti Umberto Santino e Carlo Bommarito che hanno sottolineato con la loro testimonianza l’importanza di una memoria che non sia concentrata in un solo giorno ma che diventi impegno di una vita per la lotta al crimine organizzato.


Poi è arrivato il nostro momento. Sonia Bongiovanni, giovane fondatrice di Our Voice, ha preso la parola esprimendo l'idea di ognuno di noi: "E' un onore essere qui oggi, Our Voice è nato grazie alla figura di Peppino, come lui, noi vogliamo gridare la verità e vogliamo farlo attraverso l’arte”. “L’antimafia deve essere uno scopo, un obbiettivo comune, collante per tutti i giovani, perché la morte di Peppino non sia vana, perché nella nostra indifferenza Peppino non muoia ancora. - ha aggiunto ancora - [...] Il nostro sostegno e la difesa vanno a tutti coloro che lottano, magistrati, attivisti, familiari e amici veri di Peppino che oggi permettono che lui sia ancora vivo”.
E' stata poi la volta di Elisa Pagano con l’interpretazione di un pezzo recitato, scritto appositamente per la giornata: “Peppino non era un ragazzo come tanti! Prese in mano la sua vita e decise di cambiarla.
Decise che non ci stava! Decise di rifiutare tutto questo! Non avrebbe permesso che questa società così marcia e sbagliata si fosse presa le ultime anime che ancora credevano nel cambiamento”.
Il presidio è proseguito con altri interventi, momenti musicali e il contributo di alcuni studenti che vi partecipavano.
Questo è quello per cui lottiamo, Peppino ce lo ha insegnato e il minimo che possiamo fare è portare avanti quella lotta per la quale lui ha dato tutta la sua vita.
La lotta alla mafia è la lotta a un sistema marcio che uccide ogni arte, ogni aspirazione, ogni sogno, ogni uomo che, in mezzo al deserto, urla.
Peppino vive in tutti coloro che portano avanti i suoi ideali e la sua battaglia ogni giorno.
Peppino ha ancora una, dieci, cento voci, che urlano nel deserto.
La nostra voce è anche la tua Peppino e per te continuiamo.

P.S. Vogliamo ringraziare di cuore Adriana Gnani che ci ha permesso di partecipare oggi e portare il nostro contributo a questa giornata.

Tratto da: ourvoice.it

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