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Video e Foto
di Aaron Pettinari e Davide de Bari

Un fiume di giovani accorsi per il giorno della memoria

"La mafia uccide, il silenzio pure", "Basta mafia", "Accanto ai familiari delle vittime per chiedere verità e giustizia". Sono questi i messaggi che migliaia di giovani hanno voluto dare quest'oggi partecipando alla 24esima giornata della memoria e dell’impegno in ricordo di tutte le vittime innocenti delle mafie, organizzata da Libera ed Avviso Pubblico. Quest'anno è la città di Padova ad essere stata scelta come sede per questo evento che viene vissuto come un'importante occasione di confronto. Il titolo della giornata, "Passaggio a Nord Est", è significativo e manifesta proprio come l'impegno e la lotta contro mafie e corruzione, che hanno penetrato il tessuto imprenditoriale, sociale e politico, anche in questa terra deve germogliare con forza e determinazione.



Lungo il percorso don Luigi Ciotti, accompagnato dal sindaco di Padova Sergio Giordani, il vescovo Claudio Cipolla, il procuratore antimafia Federico Cafiero de Raho e il segretario della Cgil Maurizio Landini ha evidenziato come "nessuna zona d’Italia è esente dalla mafia. E quindi c’è bisogno di una rivoluzione culturale, perché la più urgente delle riforme è quella delle coscienze".
"Quella delle vittime innocenti delle mafie deve essere una memoria viva - ha proseguito don Ciotti - una memoria che si assume l’impegno e la responsabilità di realizzare gli ideali di chi è stato ucciso perché non ha voluto piegarsi alla violenza, al sopruso, alla corruzione. Ma credo che la vera svolta avverrà quando, nel nostro Paese, 'vittime di mafia' si reputeranno anche persone che non hanno subito direttamente la violenza e l’intimidazione mafiose, ma che si ribellano all’idea di convivere con un sistema parassita, che deruba il bene comune e la speranza di tutti”.



Da piazzale Boschetti, passando per il centro storico, fino a prato della Valle in cinquantamila persone hanno sfilato con striscioni (lunghissimo quello della Pace) e bandiere. In prima fila i familiari delle vittime innocenti della mafia provenienti dalla Lombardia, dal triveneto e dal veneto mentre gli altoparlanti, lungo il cammino, hanno iniziato a citare l'elenco di chi ha sacrificato la propria vita in questi anni. Mille e undici i nomi che compongono il drammatico elenco. "Vogliamo ricordare tutti - hanno detto sul palco gli organizzatori - ricordare le loro storie in tutto il Mondo dove oggi, in migliaia di piazze, ci stiamo ritrovando per fare memoria viva. Rispetto allo scorso anno abbiamo aggiunto altre storie che non possiamo dimenticare".



Poteva essere l'occasione per aggiungere anche il nome di Umberto Mormile, l'educatore carcerario ucciso a colpi di pistola L’11 aprile 1990, a Carpiano, mentre si stava recando al lavoro. Per il momento, purtroppo, non è stato colto l'appello firmato da diversi membri della società civile e da altri familiari vittime di mafia. Una storia drammatica che a distanza di anni resta senza verità. Ricordare lui e la moglie Armidia Miserere è un modo anche per chiedere giustizia a nome dei fratelli, Stefano e Nunzia, e della figlia Daniela. Un promemoria, senza polemiche, per il futuro.


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