di AMDuemila
Il sostituto procuratore nazionale antimafia è intervenuto a Napoli nel convegno di Autonomia e Indipendenza
Rapporti tra politica e magistratura. E’ stato questo il tema trattato ieri a Napoli nel convegno di Autonomia e Indipendenza moderato dal sostituto procuratore napoletano Sergio Amato, dove sono intervenuti membri del CSM come Sebastiano Ardita e Piercamillo Davigo insieme ad alcuni magistrati tra cui il sostituto procuratore nazionale antimafia, Nino Di Matteo. Al centro del dibattito le “questioni irrisolte” tra i due rami del potere italiano. Su questo Di Matteo ha sottolineato che “fa paura l’idea che l’opportunità ‘politica’ di una scelta giudiziaria possa prevalere sulla doverosità, è il rischio che la magistratura sta correndo in questi anni”. Il pm antimafia si riferiva al suo processo sulla Trattativa Stato-Mafia, in particolare quando si decise di chiamare a deporre l’allora Capo dello Stato, Giorgio Napolitano: “Quanti colleghi mi dicevano che era doveroso chiederne la testimonianza, conforme alla legge, però non era opportuno...”. Secondo il magistrato palermitano non esiste un conflitto tra politica e magistratura “ma un attacco unilaterale di una parte consistente della politica contro una parte consistente della magistratura che si ostina a pensare che il controllo di legalità debba essere esercitato a 360 gradi”.
Durante il convegno è anche intervenuto il consigliere del CSM Piercamillo Davigo che ha ricordato la sua contrarietà all’ingresso dei giudici in politica: “Non ne sono capaci. Ed è un passo avanti che in questo Parlamento ci siano solo due ex magistrati”.
Foto © Imagoeconomica
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