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gratteri nicola quante storie rai videodi Davide de Bari - Video
Il libro “La storia segreta della ’Ndrangheta” presentato a Quante Storie
“Se il potere politico avesse voluto, oggi noi avremmo un potere mafioso inferiore dell’80%. Noi dobbiamo lottare e denunciare queste cose non possiamo stare zitti. Noi dobbiamo lavorare 12 ore di notte e di giorno, rinunciare alle ferie, tutto quello che è necessario fare. Non mi sta bene quella frase che si usa quando si è in difficoltà: i giudici devono parlare con le sentenze. Non è vero. La gente deve sapere anche la nostra versione. Se qualcuno pensa che io dica calunnie, mi denuncino. Intanto dico quello che penso, dopo aver lavorato”. Sono queste le parole con cui il magistrato Nicola Gratteri ha presentato il suo nuovo libro “Storia segreta della ‘Ndrangheta” (ed. Mondadori), scritto insieme al giornalista Antonio Nicaso, al programma “Quante Storie” di Corrado Augias.
Gratteri parlando del nuovo libro ha raccontato alcuni episodi come quello verificatosi nel carcere di Favignana quando ancora l’Italia non era stata unificata. “Nell’isola di Favignana c’erano detenuti politici che si opponevano ai Borboni e insieme a questi c’erano anche delinquenti calabresi e siciliani - ha spiegato - Nel carcere i delinquenti hanno copiato il linguaggio e il modo di comunicare dei detenuti politici. E’ lì che hanno cercato di darsi una nobiltà, parlando della leggenda di Osso, Mastrosso e Carcagnosso. Osso avrebbe fondato Cosa nostra, Mastrosso la ‘Ndrangheta e Cacagnorsso la Camorra. In realtà erano dei delinquenti comuni”. Per il magistrato “paradossalmente la grande responsabilità della crescita del potere della ‘Ndrangheta ce l’hanno la borghesia, la aristocrazia e i latifondisti. Sono stati loro a legittimare i picciotti”. Su questo Gratteri ha fatto un esempio: “Nel 1869, ci sono state le elezioni comunali a Reggio Calabria. I latifondisti hanno assoldato e pagato i picciotti per vessare i candidati della lista opposta, che erano appoggiati dalla Chiesa e dai Borboni. Non solo. Anche per picchiare gli elettori. Al tempo c’era Francesco de Stefano, avo degli attuali De Stefano che comandano tre quarti di Reggio Calabria e un quarto di Milano”. Dunque: “La classe dirigente, già all’epoca nell’800 si serviva della picciotteria per fini elettorali. Questo lo vediamo anche dal terremoto del 1908 quando il governo aveva disposto di dare 175 miliardi per ricostruire le case. Questa legge folle aveva disposto che chiunque volesse costruirsi una casa avrebbe dovuto mettere il 30% mentre il 70% sarebbe stato erogato a fondo perduto dallo Stato. Ma chi si è salvato da quel terremoto devastante aveva gli indumenti pieni di polvere, dove li prendeva quel 30%? Ci ha pensato la picciotteria”. Quindi per Gratteri questa sarebbe stata “una norma dello Stato che ha dato potere alle mafie”. storia segreta della ndrangheta def
Un altro argomento toccato dal magistrato è il rapporto tra ’Ndrangheta e politica e come questo oggi è stato “ribaltato”. “Prima c’era il ‘ndranghetista che andava a chiedere favori al politico. - ha detto - Oggi sono i politici che vanno a cercare i capi mafia per avere i pacchetti di voti in cambio di appalti o altri benefici”. Addirittura, secondo il capo della procura di Catanzaro, oggi la ’Ndrangheta “sceglie i candidati a sindaco. Quindi non sceglie più il candidato, ma lo decide. Mano mano constatiamo una debolezza e assenza della politica. La differenza qual è? Il capomafia sta sul territorio 365 giorni all’anno, invece il politico sta sul territorio mediamente tre mesi prima delle elezioni e il giorno dopo non lo vedi più. E quindi il mafioso riesce a dare risposte anche se parziali, mentre il politico no”.
Durante la trasmissione, Gratteri ha detto che la ‘Ndrangheta è “una delle organizzazioni più grandi e ricche al mondo” in quanto “controlla l’80% della droga in Europa per un business di circa 50 miliardi l’anno”. Secondo il magistrato la ‘Ndrangheta “è la terza azienda d’Italia dopo la FCA e Finmeccanica” e a “causa della su presenza al Sud c’è il 9% di PIL rispetto al centro Nord”, visto che “investe da Roma in su soprattuto in Germania, Belgio, Olanda, Spagna e Portogallo anche se negli ultimi anni sta investendo in modo massiccio nell’Est Europa”.
“Oggi il pericolo dell’infiltrazione delle mafie è più grande” ha continuato Gratteri che poi ha detto: “Con i soldi della cocaina si comprano tutto”.
Inoltre, parlando del libro si è fatto riferimento alla figura del boss ’Ndraghetista Antonio Macrì, detto “u Zzi 'ntoni”: “Per il funerale di Macrì sono arrivati tre voli charter dagli USA e Canada e alla celebrazione si contavano 40mila persone”.
Facendo riferimento all’infiltrazione delle mafie nel calcio, Gratteri ha spiegato: “Le mafie sono presenti quando devono gestire denaro e potere. Sono presenti nello sport soprattuto nel calcio come sono presenti nelle processioni in quanto è una forma di esternazione del potere. Le mafie hanno bisogno di pubblicità di farsi vedere, perché devono essere conosciute. La gente deve sapere chi sono gli ‘Ndranghetisti e quindi quale forma migliore se non il calcio?”. E su questo ha fatto un esempio: “In un paese dove non c’è nulla, un capomafia decide di comprare tre o quattro giocatori, prende un buon allenatore e la squadra comincia a salire. Lo stadio si riempie nuovamente, nella tribuna vip c’è il magistrato, il poliziotto che stringono la mano al presidente; ma di fronte c’è il popolo che vede il riconoscimento della classe dirigente nei confronti del capomafia o del suo rappresentante. Questa è l’esternazione del potere”.
Oltre a parlare del nuovo libro del magistrato sono arrivate delle domande riguardo la riforma della prescrizione: “Io penso che in un Paese democratico ed evoluto termini come ‘prescrizione’, ‘sanatoria’, ’amnistie’ e ‘indulto’ debbano essere cancellate dal nostro vocabolario. Io ritengo che se il potere politico avesse voluto creare un sistema giudiziario proporzionato alla realtà criminale, noi oggi non saremmo qui a discutere di prescrizione”.

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