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gratteri nicola c imagoeconomica 0Intervento del magistrato al programma “Otto e mezzo” di La7
di Davide de Bari - Video
“Le mafie sono nate con la politica e da essa hanno copiato il linguaggio”. E’ così che il procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri ha presentato il suo nuovo libro, “Storia segreta della ‘Ndrangheta” (Mondadori), scritto insieme al giornalista Antonio Nicaso, a “Otto e mezzo” condotto da Lilli Gruber. “Nell’isola di Favignana sono stati codetenuti, non solo grossi delinquenti di Calabria, Sicilia e Campania, ma anche dei detenuti politici, quelli che si sono opposti al governo borbonico. E all’isola di Favignana i politici hanno copiato il linguaggio criminale. - ha continuato il magistrato - Da allora ad oggi vediamo questo rapporto sempre più stretto tra mafia e politica. E’ stata sempre la classe dirigente, che ha utilizzato la ‘picciotteria’ per fini politici e fare le campagne elettorali. Non è un problema di questi decenni, ma è un storia segreta della ndrangheta defproblema che viene da lontano”.
Durante la trasmissione, Gratteri ha spiegato che il problema mafia, in particolare della ‘Ndrangheta “è un problema europeo”. “La comunità europea dovrebbe interessarsi, - ha continuato il capo della procura di Catanzaro - perché stanno comprando tutto ciò che è in vendita. Dalla vendita della cocaina in Europa, i trafficanti colombiani, boliviani e peruviani (unici Stati che producono droga naturale) non vogliono essere pagati in sud America. Solo il 9% di quei soldi vanno in quel territorio. Quindi le mafie sud Americane stanno comprando in Europa, perché è diventato un supermercato”.
Per Gratteri questo fenomeno è possibile in Europa perché “non c’è una normativa” e si pensa che “le mafie non ci siano”. Quindi per adottare una normativa giusta, l’Europa non dovrebbe creare una “procura Europa” contro le mafia, in quanto avrebbe incontro a un “sistema di omologazione dei codici”; poiché c’è il rischio che venga “cancellato un secolo di legislazione italiana, creato sul sangue della gente morta in Italia, in quanto le cose più serie sono state fatte il giorno dopo delle stragi”. “Se abbiamo la forza dobbiamo partire dal sistema giudiziario italiano a salire e non fare la gara al ribasso. Adesso l’Italia non ha la forza di imporsi sull’Europa” ha concluso il magistrato.

Sentenza dell’Europa su 41 bis a Provenzano
Il Procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri ha parlato anche della sentenza della Corte di Strasburgo che ha condannato l’Italia per aver applicato fino alla morte il regime di 41 bis al boss Bernardo Provenzano: “La sentenza della Corte europea su Provenzano? Negli ultimi 3 anni non è stato in carcere, ha ricevuto cure migliori di quelle a cui sarei stato sottoposto io. Ma l’Europa non capisce che i capomafia comanda con gli occhi”.



Governo tra immigrazione e mafia
Nel programma di La7, Gratteri ha anche parlato di come all’interno del governo e della politica si parli poco di mafia. “Non ho sentito Salvini parlare di mafie, ma solo di immigrazione - ha detto il magistrato - Il problema non si combatte creando un tappo sulle coste libiche. Bisogna andare in Centro Africa, mandando i servizi segreti (AISE) che il 95% sta dentro il raccordo anulare di Roma, a capire chi organizza l’attraversamento del deserto. Poi andare lì a costruire infrastrutture e attività per rendere vivibile il Centro Africa e poi occuparsi dei clandestini in Italia. Ma senza accordi bilaterali, come si possono rimpatriare?”. Riguardo i rimpatri di immigrati e di come l’Europa potrebbe far fronte a questo problema, il magistrato ha detto che “il problema è che l’Europa è disordinata ed egoista in questo senso, perché è andata in ordine sparso”. “Oggi i francesi sono gli unici che non possono parlare in Europa. - ha continuato a spiegare - Poco prima della primavera araba nel nord Africa, i francesi hanno lanciato due missili in Libia senza nessun assenso della Nato e dell’ONU. Solo perché dovevano mettere il cappello sulla sedia sui pozzi di petrolio, prima dell’Italia. E oggi ci vengono a dire come dovremmo affrontare il problema? Per cinque secoli non possono parlare. I francesi, come gli olandesi e gli inglesi, sono stati colonizzatori del mondo”.
Per il capo della procura di Catanzaro il governo si sta ancora “guardando attorno”, non adottando “le riforme dal punto di vista normativo sulla lotta alle mafie e sul funzionamento del processo penale. Concretamente non si sta discutendo dei fondamenti ma di ciò che succede a valle, come nel caso della ragazzina di Roma o sulla prescrizione”. Gratteri ha anche parlato dell’operato del Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede: “Ho incontrato Bonafede 2 o 3 volte, è una persona molto educata e molto umile, è quasi imbarazzante la sua gentilezza. Non so se sia preparato o meno, dovrebbe prima fare delle cose, sono abituato a valutare dai risultati e ancora non ce ne sono soprattutto sul piano delle norme”. Secondo il magistrato, il nostro sistema giudiziario dovrebbe rispettare la “Costituzione” e quindi dando “un prodotto tale che non sia conveniente delinquere”. “Nel mondo occidentale nell’ultimo decennio abbiamo visto l’abbassamento dell’etica e della moralità. - ha concluso - Oggi è molto più facile farsi corrompere o corrompere. Per questo si uccide meno”.

Foto di copertina © Imagoeconomica

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