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Csm, avanti nel contenzioso Giovagnoli-Musti, ma 8 si astengono
Oggi il plenum del Csm ha votato a maggioranza, con l'astensione di otto consiglieri, la pratica di Quinta Commissione con cui il Consiglio si costituisce in giudizio "per resistere al ricorso al Consiglio di Stato proposto da Paolo Giovagnoli" contro la nomina del procuratore della Repubblica di Modena, Lucia Musti. Si sono astenuti Ardita e Davigo per Autonomia e indipendenza, Cartoni, Miccichè, Braggion e Criscuoli per Magistratura Indipendente e i laici di centrodestra Lanzi e Basile.
Duro l'intervento del consigliere Ardita, che ha sollevato in plenum la questione sulle pratiche di Quinta oggetto di contenzioso amministrativo e in particolare in merito all'ufficio direttivo di Procuratore della Repubblica di Modena ha parlato di "blocco ingente di nomine deliberate dal Csm precedente che hanno ricevuto la bocciatura del giudice amministrativo. Nomine votate e rivotate in blocco da magistrati suddivisi per correnti". "Questo è uno dei casi in cui la misura è colma. Già nel 2018 il Csm avrebbe dovuto adempiere, invece il Consiglio rinominò la dottoressa Musti al posto del ricorrente dottor Giovagnoli, in elusione del giudicato, in quanto la riconferma di Musti da parte del Plenum non fu una scelta conforme alle sentenze di annullamento del Consiglio di Stato. Per la terza volta il giudicato verrebbe violato se si insistesse con tale nomina".
Ardita ha anche ricordato i nomi di alcuni dei magistrati che "hanno visto negato il loro diritto a ricoprire incarichi, da Salvatore Laganà a Maria Sodano a Sergio Del Core", e "poi la recentissima sentenza del consiglio di Stato che ha qualificato come 'sleale' l'operato del Csm con riguardo alla nomina del presidente del tribunale di Verona". "Si tratta di un episodio grave e senza precedenti che lede il prestigio dell'organo di governo autonomo. Ma è la conseguenza di un comportamento reale del precedente Csm", ha aggiunto il consigliere. Quindi ha ricordato che il "Csm uscente ha riadottato nel suo ultimo plenum una delibera di nomina del Presidente del Tribunale di Verona, vanificando gli effetti della giustizia amministrativa". "Tutto ciò - per il consigliere di Autonomia e Indipendenza - ha creato una diffusa sensazione di ingiustizia - dentro e fuori la magistratura - anche per l'atteggiamento dei gruppi che hanno votato per blocchi di appartenenza". Durante le votazioni anche i togati di Magistratura Indipendente si sono astenuti considerando i molteplici annullamenti del giudice amministrativo, così come i laici di centrodestra (Lanzi e Basile), essendo una pratica "delicata trattata esclusivamente dalla precedente Consiliatura". Il vicepresidente del Csm David Ermini non ha partecipato al voto.

Foto © Imagoeconomica

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