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fava claudio web15di AMDuemila
Avviate le indagini della Digos
Una busta, con all'interno proiettile calibro 7,65, questa mattina è stata recapitata al presidente della commissione regionale Antimafia Claudio Fava, presso gli uffici della Commissione antimafia che si trovano al piano basso di Palazzo dei Normanni, sede dell'Assemblea Regionale Siciliana. Ad aprire il plico sono stati alcuni collaboratori di Fava, che hanno immediatamente avvertito la Digos. Gli agenti sono entrati a Palazzo e hanno sequestrato la busta; oltre al proiettile non ci sarebbe stato altro all'interno.
Da parte sua il figlio del celebre direttore de “I siciliani”, Pippo Fava, ha dichiarato: "In questo momento non ho commenti da fare. Posso solo dire che si va avanti nonostante le intimidazioni".
La Commissione regionale Antimafia sotto la sua guida, si sta occupando di diverse istruttorie, tra cui quelle sul cosiddetto "sistema Montante", dall'ex presidente di Sicindustria arrestato per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, e sul depistaggio nella strage di via d'Amelio. E proprio nei giorni scorsi aveva annunciato che nei prossimi mesi verranno presentate le relazioni conclusive su queste due istruttorie. Non solo, entro fine anno si ripropone di presentare un nuovo codice etico per deputati e amministratori.
Inoltre, lo scorso 4 ottobre, l'Ars ha approvato il disegno di legge presentato dallo stesso Fava che obbliga i politici a rendere nota la loro adesione alla massoneria. Intervistato da LiveSicilia aveva ricordato con soddisfazione che questa Regione "è la prima che si è impegnata su un senso di trasparenza così puntuale. Peraltro, questo è ancora più importante avendo in Sicilia una tradizione spesso molesta tra massonerie, logge, politica, funzione pubblica, amministrazione. Non dimentichiamo che nel decreto di scioglimento del consiglio comunale di Castelvetrano si fa riferimento alla circostanza che buona parte di giunta e consiglio sia composta da iscritti alla massoneria e non perché gli ideali mazziniani siano lì radicati". Infine, sempre nelle scorse settimane, Fava aveva fatto dei commenti importanti sul sequestro del quotidiano "La Sicilia" nei confronti dell'editore Mario Ciancio. Così come ha scritto il giornalista Riccardo Orioles, esprimendo la sua solidarietà su Facebook, è possibile che "uno di questi casi, o tutti, o altri ancora, ha prodotto un avviso. Lui però non è solo".

Foto © Imagoeconomica

Da parte di tutta la redazione di ANTIMAFIADuemila va la più profonda solidarietà a Claudio Fava nella speranza che le autorità preposte possano presto far luce su questo increscioso atto intimidatorio.

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