Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

agostino nino castelluccio idadi AMDuemila
Ventinove anni. Tanto è passato da quando il 5 agosto del 1989 i coniugi Antonino Agostino e Ida Castelluccio furono uccisi a colpi di pistola dai killer di Cosa nostra. Ventinove anni di misteri, di domande senza risposta e di indagini archiviate e poi riaperte senza che, ad oggi, si sia riusciti ad arrivare ad un processo. Ad indagare oggi è la Procura generale di Palermo che ha avocato l'indagine dopo l'opposizione della famiglia di Agostino alla richiesta di archiviazione presentata dalla Procura. Nei mesi scorsi ulteriori approfondimenti sono stati fatti su richiesta del Procuratore generale Roberto Scarpinato e dei sostituti pg Nico Gozzo e Umberto de Giglio arricchendo il fascicolo aperto nei confronti dei boss Antonino Madonia e Gaetano Scotto. E lo scorso luglio si è chiarito che la revolver Smith & Wesson 357 magnum, rinvenuta a San Giuseppe Jato nel 1996 in quello che fu battezzato come l'arsenale mafioso di Contrada Giambascio, non è la pistola utilizzata dai killer quel terribile 5 agosto. E a fine giugno è stata perquisita la casa dell’ex numero due del Sisde Bruno Contrada sospettato di avere dei documenti utili alle indagini.
"Esiste fondato motivo di ritenere - scrivevano i magistrati della Procura generale di Palermo nel decreto di perquisizione - che Contrada abbia ancora la disponibilità di documenti (appunti, fotografie, atti ufficiali, files) riguardanti i suoi rapporti con Paolilli (poliziotto in passato indagato per il depistaggio delle indagini sul delitto Agostino ndr), Agostino stesso, Aiello (ex agente dei Servizi morto un anno fa ndr), nonchè del coinvolgimento di Agostino in attività di ricerca di latitanti ed altre attività extraistituzionali". Infatti tra gli indagati per il delitto vi era anche Aiello, l'ex ispettore di polizia, con un passato nei servizi segreti, soprannominato "faccia da mostro" per una profonda cicatrice che gli deturpava il viso. Anche per quest'ultimo, già indagato per concorso esterno, i pm avevano chiesto l'archiviazione evidenziando come lo stesso fosse un "soggetto certamente in contatto qualificato con l'organizzazione mafiosa Cosa nostra (se non addirittura intraneo)". Aiello, secondo la ricostruzione dell'accusa, avrebbe aiutato i killer, Madonia e Scotto, a fuggire dopo il delitto. Ed è anche in questo fronte che si continua a scavare. Vi sono elementi che fanno ritenere che prima di essere ucciso, Agostino fosse impegnato nella ricerca dei latitanti. Inoltre indagava anche sul fallito attentato all’Addaura contro Giovanni Falcone. L’omicidio dell’agente, però, fu inizialmente etichettato come “delitto passionale” dalle indagini iniziali, che si concentrarono ostinatamente sulla tesi di una vendetta da parte dei familiari di un’ex fidanzata. Ma ci sono anche altre piste, come il lavoro di scorta compiuto nei confronti dell’ex estremista di destra, Alberto Volo, che tra il 28 marzo ed il 18 maggio fu segretamente interrogato proprio da Falcone, al quale confermò la pista dei killer neofascisti per l’omicidio del presidente della Regione Piersanti Mattarella rivelando, tra le altre cose, di aver fatto parte dal '67 all'80 di un’organizzazione segreta chiamata Universal Legion, le cui caratteristiche combaciano con quelle della successiva Gladio. E l'elenco delle domande si allunga se si considera il depistaggio perpetrato da agenti come Guido Paolilli che, seppur archiviato, ha "contribuito alla negativa alterazione del contesto nel quale erano in corso di svolgimento le investigazioni inerenti all’omicidio". Basti pensare all'intercettazione in cui disse al figlio che nell’armadio di casa Agostino c’era “una freca di carte che proprio io ho pigliato e poi ho stracciato”.
La speranza è che dopo 29 anni, su questo delitto possa essere fatta veramente luce. Per Nino, per Ida (che era persino incinta) e per i familiari possa finalmente essere arrivato il tempo della giustizia.

Di seguito, in memoria di Nino e Ida, pubblichiamo un Compito di Italiano di Agostino scritto nel 1979 quando frequentava la Classe V ELC I.T.I Vittorio Emanuele III di Palermo.

Compito di Italiano

Nel mondo contemporaneo le manifestazioni di violenza e di criminalità sono arrivate a livelli impressionanti. Da un decennio la criminalità e la violenza politica estremistica sono andate man mano aumentando tanto, da lasciare quasi indifferente l'opinione pubblica. I giornali ci parlano quotidianamente di episodi criminali e banditeschi, di regolamenti di conti, di morti ammazzati, di lupara bianca, di scomparse di persone. Tutti questi episodi sono all'ordine del giorno ormai lasciano nell'indifferenza più totale il cittadino medio. Alcune persone pensano che questi criminali si uccidano tra di loro, ma quando in una rapina o in un regolamento di conti rimane ucciso un passante estraneo alla vicenda allora queste persone si ribellano indignate proponendo di punto in bianco di debellare questa piaga che affligge la società e evolve in un'ombra oscura e minacciosa.
Secondo il mio parere il problema è più grave di quanto non sembri a prima vista, perché se si uccidono tra loro non è per mantenersi in allenamento, bensì per acquistare più potere rispetto un altro clan mafioso! Il cosiddetto potere occulto della mafia e quindi della criminalità organizzata ha diramazioni tali da far tremare le fondamenta di un grattacielo.
Questo potere occulto va dalla criminalità spicciola all’appoggio politico del parlamento.
Lo scopo di ottenere questo potere è lo stesso che nei secoli ha spinto l’uomo in una lotta senza quartiere contro i suoi simili. Il Dio denaro, il denaro che viene posto dall'uomo come un valore assoluto, denaro segno di distinzione sociale, segno di emancipazione nell’era contemporanea.
Esiste però una parte di società che rifiuta questa criminalità e in alternativa ad essa propone ideali di giustizia e di libertà dei singoli nei confronti dei suoi simili e nel contesto sociale in cui esso vive.
Propongono anche un modo di vivere cristiano, un modo che accanto alla parola Cristo diventi esempio e modello di vita per gli altri uomini. Vivere con la parola di Cristo e vivere con Cristo.
Oggi molti uomini, spesso giovani, si trovano in una crisi interiore profonda perché hanno posto come assoluti nella loro vita il denaro, oppure la donna o lo sport, venendo a mancare questo valore assoluto si ha il crollo di tutto ciò che li circonda, così si ha lo sbocco alla violenza o l'introdursi nel mondo della droga.
Questa tendenza alla libertà dei singoli rispettando però la libertà altrui con profondo senso di giustizia umanitaria venne evidenziato già duemila anni fa in un libro “la Bibbia" che ha accompagnato e ancora accompagna tutti gli uomini di buona volontà nel passaggio spesso difficile e doloroso della vita.

ARTICOLI CORRELATI

A Nino e Ida

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos