di AMDuemila
E' previsto per domani pomeriggio alle 16 il verdetto dei giudici della corte d'assise di Palermo che celebrano il processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia. I giudici sono entrati in camera di consiglio lunedì scorso. Al termine della requisitoria i pm Nino Di Matteo, Vittorio Teresi, Francesco Del Bene e Roberto Tartaglia hanno presentato alla corte le richieste di pena. In particolare, per il reato contestato con l’art.338 (minaccia e violenza a Corpo politico dello Stato, ndr) è stata richiesta la condanna a sedici anni per il boss Leoluca Bagarella, cognato del padrino corleonese Riina deceduto, e a dodici anni per Antonino Cinà, medico fedelissimo di Riina. Per lo stesso reato è stato chiesto il “non doversi procedere” per intervenuta prescrizione a Giovanni Brusca mentre sono state chieste le condanne per l’ex capo del Ros Antonio Subranni (12 anni), il suo vice del tempo Mario Mori (15 anni) e l’allora capitano Giuseppe De Donno (12 anni). Di minaccia a Corpo politico dello Stato era anche accusato Marcello Dell'Utri, ex senatore di Forza Italia che già sta scontando una condanna a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Per lui i pm hanno chiesto la condanna a 12 anni. L’accusa ha anche chiesto la condanna a 6 anni per l’ex ministro Nicola Mancino che risponde del reato di falsa testimonianza. Inoltre hanno chiesto la condanna a 5 anni per il reato di calunnia nei confronti di Massimo Ciancimino mentre hanno chiesto di dichiararsi il “non doversi procedere per intervenuta prescrizione” per il reato di concorso in associazione mafiosa in quanto “ritenuto conclusosi in data 15 gennaio 1993”. Infine è stato dichiarato il “non doversi procedere” nei confronti del capomafia defunto, Totò Riina. Ovviamente le difese hanno chiesto l’assoluzione dei vari imputati. Il verdetto verrà pronunciato nell'aula bunker del carcere Pagliarelli.
Stato-mafia: sentenza attesa per domani pomeriggio
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