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L'ambasciatore russo all'Onu: la priorità è evitarlo, ma non possiamo escluderlo
Dopo il presunto attacco chimico sulla cittadina di Douma, ordinato dal Primo Ministro siriano Bashar Al Assad, dove hanno perso la vita almeno 100 persone, la coalizione internazionale capitanata dagli States non ha fatto attendere risposta. Gli Stati Uniti hanno promesso una ritorsione militare contro il governo siriano, valutando la possibilità di colpire otto potenziali obbiettivi nel Paese tra i quali due aeroporti, un centro di ricerca e un impianto di armi chimiche con “missili intelligenti e nuovi”, twitta Donald Trump. Immediata la replica della Russia che avverte di rispondere ad un eventuale attacco americano su territorio siriano. Il rischio di escalation è elevato per questo motivo la Russia ha chiesto una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza dell'Onu sulla Siria quest'oggi alle 10 locali, le 16 in Italia. L'ambasciatore russo Vassily Nebenzia ha dichiarato: "La situazione è preoccupante, la priorità immediata in Siria è evitare il pericolo di un conflitto - e ha aggiunto - Non possiamo escludere nessuna possibilità visti i messaggi particolarmente bellicosi di Washington - ha concluso l'ambasciatore - Mi piacerebbe che ci fosse dialogo con i canali appropriati per evitare qualsiasi sviluppo pericoloso”. Nel frattempo, se Roma e Berlino hanno espresso all'unisono la loro contrarietà ad un coinvolgimento militare diretto in Siria, il governo  britannico ha dato il via libera a Theresa May a continuare a coordinarsi con Usa e Francia per un'azione militare. Come si legge in  una nota, diffusa da Downing Street, i ministri hanno concordato con la premier sulla "necessità di agire" e di "dissuadere il regime" di Bashar al-Assad "dall'ulteriore uso di armi chimiche". Quest'ultimo però ha contestato la completa estraneità del suo governo riguardo le accuse di coordinamento dell'attacco chimico su Douma. Il botta e risposta dura da giorni e non è dato sapere se e quando ci sarà un attacco. Certo è che  il presidente Usa Donald Trump non sembra aver voglia di abbassare i toni: "Non ho mai detto quando avremmo attaccato - ha scritto in un recento tweet - Potrebbe essere molto presto o non così presto! E comunque la mia amministrazione ha fatto un gran lavoro nel liberare la regione dall'Isis. Dov'è il nostro 'Grazie America?'". Una provocazione evidente che alimenta il clima di “guerra fredda” che sembrava sopito. Ed oggi più che mai il rischio di un nuovo conflitto mondiale sembra davvero essere dietro l'angolo.

Foto © Ansa

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