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carcere cella apertaPer il Pg non ci sono presupposti per revoca della liberazione condizionale
di Aaron Pettinari
Niente da fare. La Procura generale di Firenze non chiederà la revoca della liberazione condizionale concessa nel 2015 a Giovanni Sutera, già condannato all’ergastolo per l’omicidio della giovane di 17 anni Graziella Campagna (avvenuto nel dicembre 1985) e già condannato a 25 anni per l’omicidio del gioielliere fiorentino Vittorio Grassi. Sutera, che era in libertà dal 2015 dopo i benefici di legge concessi dal Tribunale di Sorveglianza, era anche stato arrestato nello scorso marzo in un’inchiesta su un presunto traffico internazionale di stupefacenti.
Una notizia, quella della libertà ottenuta nel 2015 dal Tribunale di sorveglianza di Firenze, che ha letteralmente lasciato basiti i familiari della famiglia Campagna tanto che l’avvocato Fabio Repici, che ha assistito la famiglia Campagna nel procedimento contro lo stesso Sutera e Gerlando Alberti jr, ha presentato formalmente istanza per la revoca della libertà condizionale nei confronti del boss. Però per il pg Francesco Pappalardonon sussistono i presupposti per procedere” in quanto il provvedimento del Tribunale di Sorveglianza di tre anni fa oggi non può essere contestato nel merito e perché, secondo la procura generale che fa riferimento ad una sentenza della Cassazione del 1977, per richiedere la revoca il reato commesso una volta in libertà deve essere “accertato con sentenza irrevocabile”.
Ma l’avvocato Repici non ci sta e, ascoltato dal quotidiano “La Repubblica”, replica con forza: “Se si segue questa linea tra due anni l’ergastolo per l’omicidio di Graziella Campagna sarà dichiarato estinto perché entro il 2020 non ci sarà una sentenza definitiva sull’ultima inchiesta. Se si applicherà il criterio seguito dal pg fra due anni l’ergastolo sarà estinto, se invece si applica il criterio di accertamento della commissione del reato il Tribunale di Sorveglianza potrebbe decidere sia ora di revocare la concessione, sia fra due anni di non estinguere l’ergastolo”.
Il paradosso di questa vicenda è che per l’omicidio di Graziella Campagna il boss ha scontato poco più di 4 anni di detenzione più quelli di semilibertà e che, sempre secondo il Pg, l’istanza per la revoca alla liberazione doveva essere impugnata con un “tempestivo ricorso”. Ciò significa che la stessa Procura generale non ha avuto nulla da eccepire al tempo? E perché nessuno ha avvisato quei familiari di vittime di mafia che ora si trovano a dover affrontare un nuovo dolore? “Da quanto sembra - ha concluso Repici - pare evidente che la procura generale non ha fatto ricorso e tutto è stato fatto nell’ignoranza da parte dei familiari. Se l’avessimo saputo avremmo subito chiesto l’annullamento del provvedimento”.

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