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pizzolungo monumentodi AMDuemila
Da oggi le iniziative di “Non ti scordar di me”

E’ un capitolo giudiziario aperto quello della strage mafiosa di Pizzolungo che il 2 aprile del 1985 spazzò via le vite di Barbara Rizzo, 30 anni, e dei suoi figli Salvatore e Giuseppe Asta, gemelli di 6 anni.
A 33 anni di distanza la richiesta di verità e giustizia deve essere forte per comprendere quello che è accaduto. E’ certo che la mafia volesse colpite il sostituto procuratore Carlo Palermo. Un magistrato scomodo, uno di quelli che aveva deciso di 'mettere il naso' nel lucroso affare della droga. Era stato avvertito appena giunto a Trapani quando ricevette una telefonata minacciosa: “Il regalo è pronto, tra poco glielo consegneremo”. Ed era il 2 luglio la data scelta per la “consegna”. L'autobomba pronta ad esplodere era sistemata sul ciglio delle strada, la statale che attraversa Pizzolungo, nel trapanese. Attendeva il magistrato, in viaggio da Bonagia al palazzo di giustizia di Trapani, a bordo di una 132 blindata. Ma tra quella vettura e l'auto carica di tritolo vi era un’altra macchina, una Volkswagen Scirocco, con a bordo la mamma ed i due bambini. Ma la ferocia di Cosa nostra non ha scrupoli quando vuole colpire. Così l'autobomba viene fatta esplodere ugualmente ma l’esito non è stato di quelli previsti con l’utilitaria ha fatto scudo alla blindata del magistrato, che resta solo ferito.
Barbara, Salvatore e Giuseppe, invece, vengono catapultati a chilometri di distanza e la loro auto disintegrata. Sul luogo della strage una voragine.
Sul luogo della strage Nunzio Asta, padre e marito, ormai vedovo, arriva tra i primi, ma non c'è nulla che può fargli pensare ai suoi cari. Nulla da ricollegare alla sua famiglia distrutta, annientata. Ad avvisarlo della tragedia, qualche ora dopo sarà un poliziotto. Al telefono gli chiederà il numero di targa della Volkswagen guidata dalla moglie.
Le sentenze che hanno condannato i mandanti Totò Riina e Vincenzo Virga, il capo della cupola siciliana e il boss capo mafia del mandamento di Trapani, e come esecutori Nino Madonia e Balduccio Di Maggio, eseguiti tra mille difficoltà, non hanno fatto piena luce sul movente.
Che dietro ci fosse Cosa nostra è certo ed è stato ricostruito da numerosi pentiti ma restano diversi punti oscuri da chiarire.
Nelle pagine delle sentenze di mandanti e gregari si parla anche di soggetti come il castellammarese Gino Calabrò, condannato solo per la ricettazione dell’auto rubata usata per la strage, o l’alcamese Vincenzo Milazzo, morto ammazzato nell’estate del ’92, che aveva contatti con massoneria e servizi segreti. E la sensazione è che Pizzolungo rientri  a pieno titolo nel contesto della strategia mafiosa e terroristica condotta da Cosa Nostra tra il 1985 e le stragi dell 1992-1993.
Ed è in questa direzione che la Procura di Caltanissetta dal 2014 ha riaperto le indagini.
Intanto oggi è il tempo della memoria in cui si rinnova la richiesta di verità e giustizia. Ad Erice, a dieci anni dalla prima iniziativa che ha rotto con quel passato fatto solo di retorico dolore, si tiene la commemorazione sul luogo della strage mafiosa, con “Non ti scordar di me”.
Dopo la solenne cerimonia di commemorazione, in programma alle 10,30 sul luogo della strage, il primo appuntamento in calendario è per mercoledì 4 aprile, alle ore 10,00 al Teatro Ariston di Trapani, con “Prima che sia notte - Quindici ninne nanne per mandare a dormire la mafia” - Testi di Alessandra De Vita; Riadattamento e drammaturgia di Alessandra De Vita e Massimo Pastore, coreografie di Patrizia Lo Sciuto - rappresentazione teatrale con la partecipazione di trenta alunni ericini di ogni ordine di scuola che hanno partecipato al laboratorio teatrale. A seguire il 5 aprile si terrà al Seminario Vescovile alle ore 10 la premiazione del concorso giornalistico “Santo Della Volpe” riservato agli studenti delle scuole superiori. Un concorso inaugurato tre anni addietro e che è occasione per parlare anche di informazione. Quest’anno al fianco a presenze oramai puntuali, come quelle di Vittorio Di Trapani, segretario dell’Usigrai e di Lorenzo Frigerio, direttore di Libera Informazione, ci saranno Giuseppe Giulietti presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana e Giulio Francese, presidente dell’Ordine Regionale dei Giornalisti. Perché nell’occasione si celebrerà anche il ricordo di Santo Della Volpe. Così Venerdì 6 aprile alle 18 nella Chiesa del Collegio in centro storico a Trapani ci sarà il concerto delle scuole di Erice: i gruppi musicali delle scuole Pagoto e De Stefano, il coro delle scuole di Trentapiedi e della Giuseppe Mazzini. Martedì 10 aprile alle 10 le manifestazioni si concludono con una iniziativa teatrale (auditorium del Seminario vescovile) a ricordo del dirigente della Polizia Nicola Calipari, morto in Iraq nel marzo del 2005 mentre portava in salvo la giornalista Giuliana Sgrena, appena liberata dai suoi sequestratori. La pièce teatrale “Il viaggio di Nicola Calipari” verrà messa in scena da Fabrizio Coniglio e da Alessia Giuliani. A incontrare poi il pubblico saranno oltre agli attori , la giornalista Giuliana Sgrena e il segretario nazionale della Federazione Nazionale della Stampa, Raffaele Lorusso.

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