Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

cpi 2017 mappadi Aaron Pettinari - Files
“Miglioramenti ma opacità sul finanziamento della politica”

A poco più di una settimana dal voto l’Ong Transparency International ha pubblicato l'indice di percezione della corruzione di 180 paesi basato sull’anno 2017. In base allo studio l’Italia si colloca al 54esimo posto nel mondo con un incremento di sei posizioni rispetto all’anno scorso. Un miglioramento graduale (rispetto al primo rapporto l’Italia ha scalato 18 posizioni) che si è avuto grazie all’approvazione della legge anticorruzione nel 2012 e, due anni dopo, con l’istituzione dell’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) e l’approvazione di nuove norme sugli appalti, l’introduzione dell’accesso civico generalizzato e, soprattutto, la recente legge a tutela dei whistleblower, cioè su chi segnale un'irregolarità sul posto di lavoro.
Un miglioramento che si apprezza anche in ambito europeo laddove lo scorso anno si trovava in ultima posizione mentre il nuovo punteggio l’ha fatta salire al 25esimo posto. Resta sempre, però, il forte distacco rispetto le prime posizioni.
In cima all’indice di Transparency International, che ogni anno classifica i paesi sulla base del livello di corruzione percepita nel settore pubblico, assegnando un punteggio da 0 (molto corrotto) a 100 (per niente corrotto), c'è anche quest’anno la Danimarca, seguita dalla Nuova Zelanda, con 89 e 88 punti rispettivamente.
A livello europeo sono migliori di noi Paesi come la Germania (dodicesima posizione e voto 81) e la Francia (23esimo posto e voto 70) mentre più “vicine” sono la Spagna, alla posizione 42, e la Slovenia, al 54esimo posto con 50 punti così come l’Italia e le Mauritius.
Restano in coda alla classifica il Sud Sudan (12 punti su 100) e la Somalia (9/100).
Nel sito di Transaprency International Italia vengono messi in evidenza diverse criticità. “Nonostante gli importanti passi avanti compiuti in questi ultimi anni - ha detto il Presidente di Transparency International Italia, Virginio Carnevali - rimangono ancora diversi angoli bui nel settore pubblico e nella politica, a partire dai finanziamenti a quest'ultima. È vero che abbiamo una maggiore trasparenza sul fronte dei finanziamenti ai partiti rispetto al passato, ma ci sono altri soggetti che vengono usati per canalizzare le risorse e che non hanno gli stessi obblighi di trasparenza e rendicontazione, a partire dalle fondazioni e dalle associazioni politiche".
Un concetto ribadito anche dal direttore Davide Del Monte: “A breve, andremo alle urne per le prime elezioni dopo l’abolizione totale del finanziamento ai partiti. Eppure siamo chiamati a votare dei candidati di cui non possiamo conoscere i reali finanziatori e, quindi, gli interessi particolari che li sostengono".
Nell’analisi vengono contati ben 776 casi di corruzione riportati dai media che coinvolgono per lo più Lombardia (111 casi), Sicilia (102) e Lazio (101). Si corrompe negli appalti (151 casi) e nel settore pubblico (130 segnalazioni), ma soprattutto in politica (187 casi).
Numeri importanti che inducono a forti riflessioni se si considera che diversi addetti ai lavori mettono in evidenza come in Italia siano pochissimi i condannati in via definitiva per corruzione.
E di lotta alla corruzione, intervistato da La Repubblica, oggi è tornato a parlare Piercamillo Davigo, ex pm di Mani pulite ed ex presidente dell’Anm, presidente di sezione della Cassazione. In particolare ha ribadito l’importanza dell’utilizzo “dell’agente provocatore” per scovare i corrotti che va inserito nel contesto delle “operazioni sotto copertura”.
“Le opere pubbliche in Italia costano mediamente almeno il doppio rispetto al resto dell’Europa e il debito pubblico soffoca il Paese. Vorrà dire qualcosa? O no? E non stiamo parlando solo di un indice di percezione (peraltro affidabile), ma di dati misurabili. Bisognerà pure fare un passo per uscirne” ha evidenziato Davigo. Una via obbligata “se si vuole uscire dalla corruzione, altrimenti si finisce per diventare come gli stati gravemente corrotti”. E poi ancora ha aggiunto che per combattere seriamente la corruzione sono necessarie “le operazioni sotto copertura e un diritto premiale forte, cioè riduzioni di pena per chi collabora, arrivo a dire fino all’impunità. Perché chi collabora realmente diventa onesto per necessità. Chi volete che porti ancora soldi a un funzionario pubblico che una volta arrestato fa l’elenco di tutti quelli che l’hanno pagato? E chi volete che accetti più denaro da un privato che una volta arrestato fa l’elenco di tutti quelli che ha pagato?”.

Documenti utili (edizione 2017)

Infografica e classifica globale
Infografica globale
Infografica EU
Dati Excel

Info:transparency.it

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos