Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

di Miriam Cuccu
La relazione: ora in Canada le cosche primeggiano su Cosa nostra

Nel Latino America è la ‘Ndrangheta ad avere la supremazia rispetto alle altre organizzazioni criminali italiane. È quanto attestato dalla relazione della Direzione investigativa antimafia, riferita al primo semestre 2017, secondo la quale la mafia calabrese “'è quella che ha instaurato relazioni privilegiate con i produttori ed i trafficanti di sostanze stupefacenti”. Sono proprio questi “saldi contatti con l'estero” aggiunge la Dia, che “potrebbero ulteriormente rafforzare la già efficiente capacità di approvvigionamento degli stupefacenti. Va letto, infatti, con attenzione, anche sul piano dell'evoluzione dei rapporti con i narcotrafficanti, l'arresto eseguito ad aprile, nel comune di Paola, di un superlatitante messicano, che si era qui rifugiato sotto falso nome. Il soggetto era ricercato dal 2012 dalle Autorità messicane e da quelle degli Stati Uniti, ove è stato condannato, due volte, alla pena dell'ergastolo, per aver riciclato il denaro dei ‘Los Zetas’ e del ‘Cartello del Golfo’. Una prospettiva ‘solidaristica’ tra 'ndranghetisti e narcotrafficanti che, anche sotto il profilo della futura strategia di contrasto, non può in alcun modo essere trascurata”.
In Centro e Sud America, attesta il documento, “gli accordi con i sodalizi colombiani, che controllano le rotte di transito della cocaina, unitamente ai cartelli del Messico, avrebbero consentito alle cosche calabresi di assumere un ruolo primario nell'ambito dei traffici verso l'Europa. Al riguardo, – prosegue la Dia – le isole caraibiche costituirebbero un'area di transito delle spedizioni navali di cocaina, mentre le zone dell'arcipelago di Capo Verde e degli Stati africani del Golfo di Guinea sarebbero più interessate al trasbordo e allo stoccaggio dei carichi di stupefacenti, da immettere infine nel Vecchio Continente. A tale scopo sono state sovente utilizzate società di copertura di import-export e di pesca”.
Quanto alla “rotta ovest-africana”, questa “sarebbe oggi utilizzata anche per veicolare la cocaina verso il mercato statunitense, al fine di eludere i serrati controlli posti in essere, dalla comunità internazionale, nel Mar dei Caraibi. Nel dipartimento di Cordoba, che si affaccia sulla costa nord-ovest della Colombia, prospiciente al Mar dei Caraibi, si segnala l'operatività del clan Usuga, un'organizzazione paramilitare colombiana attiva nel traffico internazionale di cocaina verso l'Europa. È ̀verosimile supporre – argomenta la Direzione investigativa antimafia – che elementi delle organizzazioni criminali italiane, in particolare della 'ndrangheta, possano gravitare proprio nella menzionata area geografica allo scopo di pianificare gli approvvigionamenti dello stupefacente. Le operazioni di polizia giudiziaria danno, inoltre, costante conferma di come le grandi partite di cocaina occultate su navi cargo provenienti dalla Colombia o da altri Paesi dell'America Latina, vengano fatte arrivare sui porti liguri, toscani e calabresi. Oltre che in Colombia, anche in Venezuela, Costa Rica, Repubblica Dominicana, Brasile e Guyana, le cosche avrebbero realizzato basi logistiche e strutture operative, tali da consentire un rapido e continuo approvvigionamento di cocaina”.
Anche l’Argentina, si legge nel documento, “riferirebbe una presenza molto forte della 'ndrangheta” e “sarebbe destinataria del 95% della cocaina in partenza dal citato Paese” che, “pur non essendo sfruttato per la coltivazione della pianta della coca” si attesta “tra i principali esportatori di cocaina a livello mondiale”.
Quanto ai “trasporti illegali transfrontalieri, starebbero interessando soprattutto le regioni nel nord, dove è stato osservato un notevole incremento sia dei voli clandestini dalla Bolivia, che dell'utilizzo di natanti lungo la vasta rete fluviale al confine tra Argentina, Brasile e Paraguay. Anche l'aumento dei sequestri di precursori chimici sul territorio nazionale è indicativo della presenza, nel Paese, di laboratori clandestini destinati alla trasformazione della pasta di coca - proveniente dalla vicina Bolivia - in cloridrato di cocaina. Significativa, ancora, – conclude – la circostanza che fonti della Drug Enforcement Agency statunitense abbiano segnalato il coinvolgimento del cartello di Sinaloa (facente capo a trafficanti di droga messicani) nella commercializzazione dell'efedrina cinese, che raggiungerebbe gli U.S.A. attraverso il Cile e l'Argentina”.

Nuovi equilibri
Il mutamento degli assetti di potere criminali è stato registrato dalla Dia in Canada, dove ha avuto luogo “un sovvertimento degli equilibri di forza tra cosa nostra e 'ndrangheta, a favore di quest'ultima, che si starebbe sostituendo ai rivali siciliani nel controllo del traffico e dello spaccio di stupefacenti. Allo stesso tempo, la 'ndrangheta sarebbe altrettanto attiva nel riciclaggio e nel reimpiego di capitali illeciti”. Le inchieste passate, tra cui “Crimine”, prosegue il documento, “hanno evidenziato l'esistenza di un organismo di vertice dell'organizzazione calabrese nella città di Toronto, area di Woodbridge, nonché l'operatività di diverse locali, tra cui quella di Thunder Bay nell'Ontario. Importanti insediamenti vengono segnalati anche a Montreal”. Si tratta di locali che, in questo Paese, assicurerebbero alle cosche “appoggi strutturali funzionali al riciclaggio dei proventi illeciti e al traffico di stupefacenti”. Sul versante degli Stati Uniti, inoltre, accanto a Cosa nostra la ‘ndrangheta è attualmente “in forte ascesa”. Nello specifico, le zone di maggiore interesse risultano essere “l'area metropolitana di New York, il New Jersey e parte della costa della Florida” che “ben si presterebbero, per la fiorente economia locale, ad attività di riciclaggio. L'imprenditoria criminale impatterebbe, infatti, sulla ristorazione, sull'import-export di prodotti agricoli, sulla commercializzazione di immobili e sul gioco illegale”.
Dall’altra parte del globo si registrano pressoché i medesimi assetti: il territorio australiano registrerebbe infatti la presenza di una ‘ndrangheta “che avrebbe legami diretti con quella calabrese, della quale avrebbe mutuato il modello organizzativo, i rituali e le regole interne, adattandoli al contesto australiano. Tali legami sono risultati funzionali all'esecuzione coordinata delle attività criminali a livello internazionale, tra cui, innanzitutto, il traffico di stupefacenti e il riciclaggio dei relativi proventi”.

Europa, fra traffici illeciti e latitanze dorate
Anche nel vecchio continente la ‘ndrangheta dimostra essersi ramificata quasi ovunque. La Francia, attesta la Dia, rappresenta per boss di primo livello “un territorio di latitanza”, ma è in Germania che la mafia calabrese “sembra ledere maggiormente le relazioni economiche, finanziarie e commerciali dei diversi Lander, dove sarebbe stato esportato il modello criminale e dove sono state replicate strutture analoghe a quelle calabresi, con evidenti, stretti legami di dipendenza con il ‘crimine’ reggino”. La relazione osserva ancora di non “sottovalutare l'espansione di gruppi criminali di origine calabrese verso i Land dell'ex Germania dell'Est, in particolare Turingia e Sassonia, dove le difficili condizioni socio-economiche, connesse alla riunificazione nazionale, hanno aperto ampi spazi criminali” grazie ai quali le cosche “avrebbero effettuato consistenti speculazioni finanziarie e immobiliari a partire dagli anni novanta”.
Anche l’Austria “ricade nelle mire di alcune consorterie calabresi per il riciclaggio di capitali”, insieme alla Repubblica Slovacca, dove sono stati rintracciati “società e soggetti collegati ad un'organizzazione legata alla 'ndrangheta, dedita al riciclaggio attraverso transazioni finanziarie all'estero”. Lo strategico Belgio, per la sua posizione al centro dell’Europa, è da anni “visto come opportunità di investimenti per profitti illeciti”, così come l’Olanda (in particolare il porto di Rotterdam e l'aeroporto mercantile di Schiphol) è un paese sfruttato “come canale di ingresso in Europa della cocaina proveniente dal continente americano”. Nemmeno la Svizzera, aggiunge la Dia, “è immune dalla criminalità finanziaria, e rimane una destinazione privilegiata per il riciclaggio dei proventi derivanti da reati, per lo più commessi all'estero” tanto che “le evidenze raccolte nel corso del semestre in esame confermerebbero gli interessi prioritari della 'ndrangheta”.
In Spagna, dove si registra la presenza delle cosche “a Girona e in provincia di Madrid”, la “portata strategica del territorio iberico” è stata attestata “da alcune attività antidroga”. Il paese viene inoltre usato per “attività di riciclaggio e di reimpiego dei proventi illeciti in esercizi ricettivi e di ristorazione, in attività immobiliari, in aziende edili, in società di trasporti, nella vendita all'in- grosso, nell'agricoltura e nella pesca”. La vicinanza di Malta con il territorio nazionale, conclude la Dia, potrebbe invece in futuro “favorire la latitanza di soggetti appartenenti alle consorterie mafiose”.

ARTICOLI CORRELATI

Dia, 'Ndrangheta: c'è una nuova generazione criminale

TAGS:

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos