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de luca catenodi AMDuemila
Bindi: “Era tra i nomi segnalati alla Commissione antimafia”

“Gli impresentabili non mi hanno votato”. Nello Musumeci, neo Governatore della Regione Sicilia, aveva commentato così la sua vittoria alle elezioni. Neanche due giorni dopo, però, ecco che uno dei neodeputati eletti a suo sostegno, finisce nei guai.
I carabinieri e la Guardia di Finanza, in esecuzione di un provvedimento cautelare emesso dal gip del Tribunale di Messina a conclusione di indagini coordinate dalla Procura di Messina, hanno posto agli arresti domiciliari Cateno De Luca, eletto nelle fila dell’Udc - Sicilia Vera con 5.418 preferenze nella provincia di Messina. Nell’ambito dell’inchiesta, a finire ai domiciliari è anche il presidente della Fenapi (federazione piccoli imprenditori) Carmelo Satra, in qualità di promotore di un'associazione per delinquere finalizzata alla realizzazione di una rilevante evasione fiscale di circa un milione 750 mila euro. Il neo deputato era tra quelli considerati impresentabili dal M5s. Attraverso le indagini, dicono gli investigatori, è stato individuato un complesso reticolo societario facente capo alla Federazione nazionale autonoma piccoli imprenditori ed alla società Caf Fenapi s.r.l., riconducibile a De Luca e Satta utilizzato, nel corso del tempo, per un sofisticato sistema di fatturazioni fittizie finalizzate all'evasione delle imposte dirette ed indirette. ''Lo schema evasivo - dicono gli inquirenti - emerso prevedeva l'imputazione di costi inesistenti, da parte della Federazione Nazionale a vantaggio del Caf Fenapi s.r.l., individuato quale principale centro degli interessi economici del sodalizio criminale. La frode si è sviluppata basandosi sul trasferimento di materia imponibile dal Caf alla Federazione nazionale, in virtù del regime fiscale di favore applicato a quest'ultima, che ha determinato un notevole risparmio di imposta''. Nell'ambito dell'indagine sono state denunciate otto persone ed è stata disposta l'esecuzione del sequestro preventivo per equivalente fino all'ammontare dell'indebito risparmio di imposta, sia nei confronti degli arrestati che nei confronti della società Caf Fenapi, nei cui confronti è stata applicata la normativa in materia di responsabilità amministrativa degli enti.

Reazione Cancelleri
Immediate le reazioni politiche in particolare dallo stesso Cencelleri che su Facebook scrive: “Da oggi la maggioranza di Musumeci si regge su un arrestato ai domiciliari per evasione fiscale. Senza di lui infatti la maggioranza non c'è. De Luca dovrebbe avere la dignità di dimettersi subito assieme a tutti gli altri impresentabili eletti l'altro giorno. Musumeci chieda scusa ai siciliani per quest'onta indelebile". E poi ancora: Cateno De Luca dell'Udc è il primo impresentabile arrestato di Nello Musumeci. Lo hanno eletto all'assemblea siciliana neppure 48 ore fa: un record storico. La notizia non ci coglie di sorpresa, anzi la meraviglia è che ci si meravigli. La presenza di De Luca nelle liste di Musumeci la denunciai un mese fa, il 9 ottobre, con un lunghissimo post con l'elenco di tutti gli impresentabili di Musumeci e un video. Oggi viene arrestato, ma ormai il danno è fatto. De Luca non sarebbe mai dovuto essere candidato al Parlamento Siciliano. Quando lo denunciai i media nazionali stettero in silenzio, complici degli impresentabili. Avrebbero dovuto fare il loro dovere e informare i cittadini sullo schifo che si trovava nelle liste perché non era una questione politica, ma di legalità. Solo oggi, dopo che le elezioni si sono svolte e gli impresentabili hanno fatto incetta di voti, consegnando una vittoria contaminata al centro destra, lo mettono in prima pagina. “I voti raccolti da condannati, arrestati e indagati per fatti gravi - conclude - sono secondo i dati oltre 97.000: ossia senza di loro il Movimento 5 Stelle sarebbe alla guida della Regione Siciliana. E di questo le colpe sono a pari merito della vecchia politica e dei media, che hanno consegnato le chiavi della Sicilia a una banda di impresentabili di cui il primo è stato arrestato dopo un giorno”.

Bindi: “Fatto gravissimo, era nome segnalato”

Ma anche la presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi è intervenuta sul punto evidenziando come l’arresto di De Luca sia “un fatto gravissimo ma non è il primo, auguriamoci che possa essere uno degli ultimi". La Commissione antimafia sta svolgendo un controllo sulle liste per scovare gli impresentabili ma, come era già stato annunciato, l’esito dell’inchiesta sarà reso tra qualche tempo. “Il nome di De Luca - ha sottolineato Bindi a margine di un convegno alla Fondazione Luigi Sturzo - era un nome non solo segnalatoci dal candidato Cancelleri, ma anche dalla prefettura e dalla procura competente.

Strumenti da rivedere

Secondo la Bindi l’arresto del neo deputato siciliano De Luca è “l’ennesima dimostrazione che gli strumenti di cui disponiamo per tutelare l'elettorato attivo e passivo nel nostro Paese sono insufficienti. Non solo per i tempi lasciati a disposizione delle commissioni elettorali per valutare la regolarità della situazione giuridica dei candidati, in base alle leggi, e in particolare alla legge Severino. Ma forse esiste anche una contraddizione all'interno della stessa legge per la distinzione tra incandidabilità ed ineleggibilità. E’ evidente che chi è candidabile ma non eleggibile comunque droga il risultato delle elezioni, perché il consenso raccolto, anche nel caso in cui la persona di fatto ineleggibile non venisse eletta, interviene ad alterare il risultato". "Questo sono tutti aspetti sui quali la nostra Commissione interviene da tempo e ha già da tempo segnalato. Il legislatore deve intervenire”.

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