di AMDuemila
Dopo le notizie sulle audizioni sui processi per la strage di via d’Amelio
Il pm Nino Di Matteo ha inviato una lettera alla presidente dell'Antimafia Rosy Bindi, chiedendo di essere convocato "dopo le notizie di stampa sulle audizioni in commissione sui processi celebrati per la strage di via d'Amelio". Il magistrato, che indagò sull'attentato costato la vita a Paolo Borsellino e agli agenti della scorta, chiede di essere sentito "per rendere dichiarazioni - è quanto scrive - che ritengo possano finalmente contribuire a ristabilire la verità dei fatti".
Di Matteo, tra i pm del processo trattativa Stato-mafia e da pochi mesi alla Direzione nazionale antimafia, sollecita un’audizione che, prosegue la lettera, "porrebbe fine a strumentalizzazioni dannose per l'efficacia degli accertamenti e per il possibile sviluppo di ulteriori indagini sulla strage". Nella missiva destinata all'Antimafia il pm non specifica quali audizioni lo abbiano indotto a chiedere alla commissione di essere convocato. Ma emerge il riferimento alle dichiarazioni rese dalla figlia minore di Borsellino alla stampa, alla vigilia del 25mo anniversario della strage di via d’Amelio, e poi ai commissari che l'avevano convocata. Fiammetta Borsellino aveva infatti denunciato il depistaggio che ha portato alla condanna di innocenti, ingiustamente coinvolti nelle indagini sull'attentato, facendo il nome di Di Matteo (all’epoca giovane magistrato) e dell'allora pm Anna Maria Palma, titolari del Borsellino ter, il terzo processo sulla morte del padre. La figlia del giudice aveva denunciato omissioni e lacune negli accertamenti e ha esplicitamente detto che un caso di quel rilievo meritava magistrati più esperti.
Foto © Paolo Bassani
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