di Aaron Pettinari - Video
“Segnale ambiguo. Cassazione dimentica che è il Capo dei capi”
“Perché liberare Riina nel momento in cui potrebbe raccontare la verità alla fine della sua vita? C’è paura che possano venire fuori verità indicibili? Il segnale è ambiguo e la Cassazione dimentica che è il Capo dei capi”. Anche Antonio Ingroia, ex pm che indagò sulla trattativa Stato-mafia ed oggi avvocato, interviene in merito alla decisione della Cassazione che ha accolto il ricorso del difensore di Totò Riina, nel richiedere il differimento di pena o, in subordine, la detenzione domiciliare.
La Suprema Corte ha riconosciuto il "diritto a morire dignitosamente" del boss spiegando che il giudice deve verificare e motivare "se lo stato di detenzione carceraria comporti una sofferenza ed un'afflizione di tale intensità" da andare oltre la "legittima esecuzione di una pena". Ingroia, intervenuto alla presentazione del libro di Maurizio Torrealta, “Il filo dei giorni” presso La Feltrinelli di Palermo, ha criticato la decisione: “Non risulta da nessuna documentazione che Riina sia in fin di vita e si parla del Capo dei capi”.
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