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2di Miriam Cuccu
Tra campi e ulivi secolari: la città dei bambini spensierati di cui Don Ciotti è ambasciatore

Prendete 23 ettari di terra in una lingua di costa siciliana, dove una città a misura di bambino si estende tra campi coltivati e ulivi secolari. Qui, le “lezioni” si dividono tra il Giardino dei Giusti (13 alberi dedicati ad altrettante vittime di mafia) e quello dei Responsabili, percorsi naturalistici, laboratori di arte e sport. Tutto questo è Gigliopoli: la città dei bambini spensierati, luogo dedicato in particolare ai minori in condizioni di disagio economico-sociale o portatori di handicap. A sentire Enzo Scaffidi, uno dei responsabili, è prima di ogni altra cosa “un sogno che stiamo vivendo. Siamo una comunità educante, ci autoproduciamo gli alimenti, educhiamo per far emergere nei bambini i loro talenti naturali affinché diventino adulti felici”.
C’è fibrillazione a ridosso del “Chi va piano Fest 2017” il festival della lentezza giunto alla sua quarta edizione: “Un’idea - chiarisce Enzo - che nasce dall'osservazione del ritmo frenetico ed ipercompetitivo della nostra società. Siamo sempre più distaccati dai ritmi naturali che appartengono all'essere umano: c'era bisogno di un momento per rallentare e riflettere, ritrovando quel senso comunitario che spesso viene sostituito da un approccio troppo individualistico”.
Quest'anno il “Chi va piano Fest” (2, 3 e 4 giugno) sarà diviso in 7 aree: benessere, alimentazione, stili di vita, cultura, consapevolezza e spiritualità, agricoltura ed educazione, passando dalle mostre fotografiche alla coltivazione di grani antichi. 3Tra gli ospiti, il pedagogista Francesco Codello, referente nazionale ed estero per le scuole libertarie e democratiche. “Abbiamo superato da un pezzo la fase sperimentale. - ci spiega Enzo - Oggi proponiamo un modello educativo che sta funzionando, fondato sulle migliori esperienze educative: Montessori, Steiner, Neill, Malaguzzi, Pedagooogia 3000”. Inizia a descriverci l'idea di “educazione” sottesa al progetto: “I bambini non si formano, né ci si deve limitare a riempirli di nozioni: un giorno trascorso fuori ne vale tre al chiuso. L'educatore è un facilitatore che sa accompagnare senza invadere. Cerchiamo di metterci in gioco con spirito di servizio, insegnando loro ad avere sempre la schiena dritta e lo sguardo frontale”.
Che in una terra come la Sicilia non è mica facile.

Lotta alla mafia all'ombra degli ulivi: “Oggi collaborazione dalle famiglie”
Il progetto di Gigliopoli, infatti, si è scontrato con realtà sociali e culturali difficili: “Ci sono bambini a rischio di devianza o di reclutamento come manovalanza mafiosa. Nel loro ambiente vedono brutture e storture, noi qui proponiamo loro la bellezza: pareti colorate, meditazione, contatto con la natura, e poi gli strumenti musicali ed il laboratorio di arti circensi, per i bambini importantissimo strumento che aiuta ad affrontare le loro paure, a scoprire il loro corpo e mondi nuovi”. Un percorso che, nel tempo, ha trovato anche la collaborazione delle famiglie: 4“Abbiamo cercato di spiegare che se non volevano che i loro figli finissero in carcere come i padri o i fratelli era necessario un impegno nell'ambiente familiare. Oggi con i genitori c'è una bella intesa, continuità con i nostri intenti e quindi maggiori opportunità per i bambini”.
E Gigliopoli, di opportunità, ne offre tante: dal semiconvitto per alcuni bambini, bisognosi di accompagnamento, all'accoglienza di ragazzi con sindrome di Down, Asperger, autismo. D'inverno il Centro Studi per i compiti e i laboratori, d'estate le colonie. E poi c'è chi, in questo paradiso, sceglie di restare dopo gli studi. Particolarmente proficua anche la collaborazione con gli Sprar, insieme ai quali sono stati ospitati rifugiati politici e richiedenti asilo. Due anni fa, poi, è nata Gaia, “scuola materna ambientale che accoglie tredici bambini”. Specifica attenzione è data anche all'alimentazione, vegetariana, autosostenuta quasi completamente grazie ai campi coltivati che si estendono sul territorio: “Con l'orto naturale siamo totalmente affrancati dall'uso di pesticidi” ci dice Enzo. Anche i bambini, manco a dirlo, si danno da fare con frutta e verdura, e “ogni mattina portiamo insieme il raccolto in cucina”.

La storia, le minacce, l'aiuto di don Ciotti: “Con lui fraterna amicizia”
La strada che ha portato Gigliopoli ad essere ciò che è oggi ha richiesto tempo e fatica: “Appena arrivati - ricorda Enzo - abbiamo trovato una discarica a cielo aperto. Per i primi tre anni abbiamo pulito i terreni, sistemato le strutture vandalizzate e ridato dignità al luogo. Insieme alla Fondazione Lucifero, con la quale condividiamo la mission, abbiamo portato avanti il progetto”. Che, però, non era visto di buon occhio: “Davamo fastidio. - prosegue - Abbiamo rotto le uova nel paniere di chi ambiva ad usare questo patrimonio per finalità speculative”. 5Così, sono arrivati i problemi: “Hanno cominciato a farci la guerra: politica ma anche con atti intimidatori, minacce di morte, piccoli attentati... per un po' abbiamo resistito, ma la pressione era talmente alta che abbiamo chiesto aiuto a Libera. Don Luigi Ciotti ha accolto il nostro grido d'allarme”. Oggi Gigliopoli è presidio di Libera e don Ciotti è ambasciatore della città dei bambini. Enzo ricorda quel momento con calore: “Con lui si è costruita una fraterna amicizia. Ha sposato appieno questa causa perché qui si può fare azione preventiva invece che arrivare troppo tardi, quando si può solo sottrarre alle mafie ciò che hanno preso”. Ora ci sono le bandiere di Libera a dare il benvenuto a chi entra a Gigliopoli, ma le difficoltà non mancano: “Non avendo padrini politici - approfondisce - non abbiamo nemmeno molte opportunità di sostegno economico. Con il comune di Milazzo abbiamo avuto in passato rapporti conflittuali. ciotti luigi c sf 0Non riescono ad erogare i servizi essenziali ma vorrebbero chiuderci, quando siamo noi a dare servizi alla persona. E con attività puramente no profit”. Enzo è molto fermo sullo spirito che fonda Gigliopoli: “Non cerchiamo consensi o visibilità, lavoriamo a testa bassa con il presupposto di voler cambiare il mondo e poterci riuscire”.
Tra le attività educative anche il contrasto al bullismo, che al “Chi va piano Fest” sarà affrontato attraverso il massaggio Shiatsu: un modo diverso per “imparare ad usare le mani” sui propri compagni. “E' abituare i bambini a conoscere se stessi, alla corretta impostazione del corpo. - sostiene Enzo - Così viene mitigata anche l'azione violenta del bullo, che in quel momento sta manifestando la sua sofferenza con il modello educativo da lui appreso. Occorre - aggiunge ancora - ricominciare a parlare con bambini e ragazzi in maniera seria, costruire relazioni di qualità, adottare regole condivise e, soprattutto, inondarli di amore”. Alle sue spalle quel sogno che, lentamente, ha preso forma, si sofferma sul dono che è la relazione, sosta sullo sforzo di educare ed educarsi. Il "Chi va piano Fest" è pronto per cominciare.

Info: gigliopoli.org

L'evento “Chi va piano Fest”

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