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Venticinque voci raccontano l'anno che cambio' la storia
Venticinque voci raccontano l'anno che cambio' la storia
“Ognuno di noi conserva nella memoria gli anni che, nel bene o nel male, hanno segnato la propria vita. Poi ci sono quelli che hanno segnato un’intera comunità. Con assoluta cognizione di causa il ‘92 si può definire così”. Basterebbero queste parole di Giobbe Covatta, uno dei 25 protagonisti del libro, per sintetizzare quell'anno di rivoluzione e cambiamenti profondi. Venticinque anni dopo è immediato pensare alle stragi di mafia in cui persero la vita Giovanni Falcone e Paolo Borsellino ma quella stagione è segnata anche da altri fatti come l'esplosione dell'inchiesta “Mani Pulite”, il crollo della partitocrazia, la nascita dei primi populismi, lo scoppio della guerra in Bosnia, la nascita dell'Unione Europea, la fine dell'Apartheid o la definitiva dissoluzione dell'Urss maturata alla fine di dicembre del 1991. Lo sforzo di memoria di quell'anno è affidato a 25 “insoliti” testimoni. Non degli addetti ai lavori, ma semplici persone che non hanno avuto un ruolo diretto, se non quello di cittadini, rispetto a certe vicende. Grazie alle loro parole Aaron Pettinari ricostruisce quell'anno a metà tra la speranza di un cambiamento possibile e il tragico dolore. Pezzi di un puzzle che si incastrano tra loro a cominciare dal 17 febbraio del 1992, quando scoppia il caso “Tangentopoli” con l'arresto dell'ingegnere Mario Chiesa. Quella “mazzetta” da 7 milioni, ricevuta dall'imprenditore Luca Magni, dà il via all'inchiesta “Mani Pulite”. Basta scorrere ancora il calendario fino al 23 maggio per precipitare dallo scandalo alla guerra fra il potere criminale e lo Stato quando, alle 17.56, i killer di Cosa nostra innescano con un radiocomando a distanza mille chilogrammi di esplosivo, nascosti in un tombino dell'autostrada Palermo-Trapani, all'altezza dell'uscita per Capaci. Muoiono così Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli agenti di scorta Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani. Appena 57 giorni dopo, alle 16.58, Palermo, e con essa l'Italia intera, sobbalza allo scoppio di una nuova bomba, stavolta in via d'Amelio. Una nuova strage in cui a perdere la vita sono Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. E' il secondo colpo al cuore dello Stato da parte di Cosa nostra. Da qui riparte la memoria, 25 anni dopo.
Le 25 voci Manuel Agnelli, Maurizio Bologna, Ninni Bruschetta, Loredana Cannata, Fabio Caressa, Giancarla Codrignani, Lella Costa, Giobbe Covatta, Jacopo Fo, Annalisa Insardà, Canio Loguercio, Fiorella Mannoia, Neri Marcorè, Bruno Morchio, Alberta Nunziante, Michela Ponzani, Carmela Ricci, David Riondino, Andrea Satta, Vauro Senesi, Daniele Silvestri, Sergio Staino, Flavio Tranquillo, Dario Vergassola, Stefano Vigilante.
Con la postfazione di Salvatore Borsellino
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