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ingroia c matteo gozzi 6“Dissenso della politica su magistratura superiore al ventennio berlusconiano”
di Aaron Pettinari - Intervista
“Un risultato straordinario”. E' così che Antonio Ingroia, presidente del movimento politico Azione Civile, ha commentato il raggiungimento di quasi 40mila firme a due settimane di distanza dalla presentazione ufficiale della petizione che si è tenuta a Palazzo delle Aquile lo scorso 28 aprile in merito alla proposta di legge anticorruzione La Torre Bis, scritta dall’ex pm antimafia con Franco La Torre, figlio di Pio, e altri esperti, che vuole estendere ai corrotti il sequestro e la confisca dei beni, come già accade per i mafiosi.
“Se si esclude l'intervista de Il Fatto Quotidiano a Nino Di Matteo gli altri quotidiani hanno totalmente ignorato questa iniziativa. Per questo aver raggiunto quasi 40mila firme diventa un risultato non solo straordinario, ma anche dimostrativo del fatto che gli italiani hanno fame di giustizia e voglia di partecipare. Approfitto anche per ringraziare chi ha firmato e in particolare quei pochi magistrati o ex magistrati (tra i sostenitori della petizione figurano Nino Di Matteo e Gian Carlo Caselli) che si sono apertamente schierati a favore di questa proposta di legge. Noto che c'è un clima di intimidazione forte nei confronti dei magistrati affinché stiano in silenzio e non partecipino alla discussione politico-sociale in particolare se si è controcorrente. Se invece si sostengono le posizioni di governo problemi non ce ne sono”.

E' tornato il clima di scontro politica-magistratura?
"C'è un livello di repressione e di dissenso che è superiore a quanto avvenuto durante il ventennio berlusconiano. Serve un nuovo scatto. Una giustizia che non sia più a due velocità, forte con i deboli e debole con i forti. Una giustizia che sappia riconoscere i diritti delle vittime e che sia rapida ed efficiente. Dovrebbe essere questa la madre di tutte le riforme ma ad oggi viene totalmente ignorata e si pensa di più ad acuire questo scontro ogni volta che qualche inchiesta tocca certi interessi".

La “La Torre bis” si inserisce in questo quadro. Cosa vi proponete con questa legge?
"La nostra è una proposta seria ed equilibrata che non vuole estendere in maniera indiscriminata il sistema del sequestro dei beni ma lo prevede come uno strumento utile per contrastare quei reati più gravi della pubblica amministrazione. Mi riferisco alla corruzione, alla concussione, alla corruzione in atti giudiziari ed è rivolto solo ai pubblici ufficiali che commettono questi reati. L'obiettivo è recidere il legame corrotto-corruttore. Noi è soprattutto il corrotto che vogliamo colpire perché il corruttore è spesso costretto o indotto dal sistema a compiere certe azioni".

Per lanciare la petizione avete scelto giorni particolari come quelli delle commemorazioni di Pio La Torre.
"Abbiamo individuato l'anniversario dei 35 anni dell'omicidio Pio La Torre per ricordarlo non solo con le parole ma anche con i fatti. La legge Rognoni-La Torre del 1982 è stato un punto di svolta che ha segnato il salto di qualità della lotta alla mafia ed ha prodotto di fatto il maxi processo portando alla primavera giudiziaria e politica palermitana. Oggi sappiamo che la mafia, colpita duramente, ha cambiato pelle e strategia e fino ad ora il contenimento di questo fenomeno è stato importante. Rispetto alla corruzione, l'altra faccia della medaglia, c'è invece molta strada da fare. Siamo in una fase più acuta e dilagante. Per questo proponiamo queste misure di intervento e gli italiani dimostrano di volerle. Il problema è se questo Parlamento, delegittimato dal sistema elettorale già giudicato incostituzionale dalla Corte costituzionale, ha un sussulto di dignità per agire".

C'è la possibilità che la proposta sia vagliata nell'ambito della discussione che è in corso in Parlamento?
"Non nutriamo illusioni che questa legislatura abbia la voglia di raccogliere questa sollecitazione. La mia impressione, però, è che si possa ripartire da qui, chiedendo al Parlamento un intervento concreto. Se partiti e movimenti si propongono di governare il Paese andando oltre i soliti slogan, devono compiere azioni serie e questa proposta può essere l'occasione giusta per rivoluzionare un sistema. Il Paese ha bisogno di una scossa, di uno tsunami che abbatta il muro di gomma formato dalla mafia, dalla corruzione e da quei segreti di Stato che hanno strangolato la democrazia. Occorre una spallata e questa proposta di legge può esserlo".

Oltre la “La Torre bis” quali possono essere le altre azioni da compiere?
"Questa proposta si inquadra dentro un programma a più tappe. L'origine è nella vittoria al referendum del 4 dicembre. Una tappa che non può esaurirsi in se stessa ma che deve essere punto di partenza. Abbiamo un ex Presidente del Consiglio, confermato segretario del Pd, che ha nominato una sua controfigura a capo del Governo e che ora mira a ripresentarsi come tale come se nulla fosse, senza dare conto dei conflitti di interessi propri e dei suoi ministri più vicini, a cominciare dalla Boschi. La vittoria del “No” al referendum è stato il punto di partenza di una nuova resistenza. La Carta è stata difesa dall'assalto piduista e delle lobby. Adesso però c'è da ricostruire e per farlo si deve chiedere l'applicazione della nostra Costituzione che viene continuamente violata nell'applicazione dei diritti: il diritto al lavoro, alla salute, all'ambiente, alla scuola pubblica, il principio d'uguaglianza, per citarne alcuni. Come Azione Civile vogliamo dare vita ad un percorso con il mondo delle associazioni e dei movimenti per dare un nuovo impulso che riporti la politica ad essere considerata con la P maiuscola e non ad essere azzoppata. Anche per questo domenica saremo a Napoli all'iniziativa organizzata dal Presidente emerito della Corte Costituzionale, Paolo Maddalena, assieme a tanti altri sindaci, costituzionalisti e giuristi. E' importante dar vita ad un lungo percorso che sappia coinvolgere sempre più i cittadini nell'attuazione della Costituzione".

Foto © Matteo Gozzi

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