Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

portella della ginestra bndi Pietro Orsatti
La Storia non è un gioco di ruolo, un Risiko dove se perdi una partita ridai le carte e poi tiri di nuovo i dadi. La Storia è nelle pietre, nel sangue, nelle ossa di chi ha perso, di chi è sopravvissuto. È nell'ostinazione di chi non vuole dismettere il vizio della memoria. La Storia è congelata alle falde del monte Cometa a Portella della Ginestra. Dove il primo maggio del 1947 andò in scena l'osceno spettacolo della prima strage di Stato. Saliamo con il sole in faccia e il profilo delle montagne a disegnare le quinte di un teatro dove per l'ennesima volta, dopo sett'antanni, si ricorderanno i morti, i feriti, lo sfregio alla neonata democrazia, oggetto fragile e prezioso che muoveva i primi passi dopo una guerra che aveva messo in ginocchio un intero popolo e vent'anni di fascismo coperto dalla peggiore monarchia d'Europa.
Saliamo con due zaini pieni di libri, stampati di fresco, ma che raccontano una Storia che ancora la storia ufficiale non accetta, o non ha voluto vedere. Documenti, frammenti di memoria, carte dei servizi segreti americani, inglesi, italiani. Atti e prove che dimostrano che Salvatore Giuliano era fascista, mafioso e strumento degli apparati e dei servizi americani. Portella della Ginestra doveva essere l'atto estremo per provocare la reazione del Pci e del sindacato e attuare un colpo di stato proprio in quel 1947. Come nel 1947 una svolta autoritaria, che colpo di stato fu, si verificò in Grecia.
Non conosciamo i mandanti anche se possiamo intuirli, di quella e delle decine e decine di piccole e grandi stragi che si verificarono in Sicilia prima e dopo. Non abbiamo un frammento di certezza, se non quelli che finalmente escono dagli archivi inglesi e americani (e con il contagocce anche da quelli italiani). L'unica cosa certa è che in Italia e in particolare in Sicilia si mise in atto una guerra santa (pezzo della Guerra fredda) del potere politico-mafioso (con tanto di regia statunitense) contro le sinistre, il sindacato, la Resistenza. Questo è sicuro, ma in molti fanno finta di non ricordarsene. Certamente tanti di quelli che sono saliti oggi a Portella della Ginestra lo hanno bene in mente quel frammento di memoria e quella consapevolezza. Gli smemorati, consapevoli e non, erano invece sul “palco delle autorità”. L'unica “personalità” che abbia definito “strage di Stato” il primo maggio del 1947 è stata Susanna Camusso. Una sola volta, per poi rientrare nelle emergenze contingenti di un presente che definire deldente è un eufemismo. E allo stesso tempo l'informazione si è adeguato alla commemorazione di un'archeologia sempre meno tollerata di quella che ancora oggi è “lotta di classe” e “lotta per la democrazia”. Con tanto di revisionisti a minimizzare quell'epoca che ci condiziona, presantemente, ancora oggi nei salotti teleisivi.
Accontentiamoci del risultato bulgaro di Renzi alle primarie del Pd e del quantomeno discutibile dichiarazione del vicepresidente della Camera dei deputati Di Maio che vorrebbe criminalizzare l'intero mondo delle organizzazioni non governative per un calcolo politico elettorale in vista delle prossime elezioni politiche.
I fascisti, d'accatto o originali, in questo Paese sempre pronto a cercare un capo da impiccare per i piedi quando diventa troppo scomodo o peggio si rivela perdente, sono ormai un pezzo costante della nostra storia che non riusciamo ad estirpare. O che forse, per in nostro Stato, riteniamo troppo utili per permmerci di archiviare.

ARTICOLI CORRELATI

Il sopravvissuto di Portella della Ginestra: ''Siamo qui per il coraggio avuto allora''

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos