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Riprende il presidio a sostegno dei magistrati del processo trattativa Stato-mafia
Torna Scorta civica, il movimento di associazioni e cittadini che sostiene il pool della trattativa Stato-mafia. Questa mattina, davanti al Tribunale di Palermo, è stato istituito nuovamente il presidio simbolico per tenere alta l'attenzione sulle minacce ricevute dal pm Nino Di Matteo, affinché siano tenuti accesi i riflettori sulla sua sicurezza e sui rischi che corre il magistrato più scortato d'Italia.
Tra i cartelloni, quello del Movimento dei Poliziotti Democratici e Riformisti, della Segreteria Provinciale di Palermo, dell'Associazione Diritti e Tutele, insieme allo slogan “Sempre al fianco di chi indaga sulla trattativa Stato-mafia cercando la verità e non effimera visibilità”, riferito alla recente richiesta (poi accolta) del procuratore Francesco Lo Voi affinché Di Matteo resti per altri sei mesi a Palermo, prima di andare alla Procura nazionale antimafia.
“La speranza è che Di Matteo abbia una protezione migliore nella sede che gli è stata assegnata, rispetto a quella che ha qui sul territorio” ha commentato il presidente dell'Associazione Diritti e Tutele. “Scorta civica ha deciso di riaccendere i fari sul tribunale. – è stato l'annuncio del movimento – Non capiamo perchè prima il trasferimento era stato chiesto da Lo Voi per la sicurezza di Di Matteo, e poi questo stesso trasferimento viene osteggiato”.
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“Le minacce a Di Matteo, purtroppo, non si sono fermate – ha commentato Giorgio Bongiovanni, direttore di ANTIMAFIADuemila, intervistato da L'Ora – e già da tempo sono diventate condanne a morte”, per questo “chiediamo alla città e a tutto il Paese di sostenere questo magistrato. Non vogliamo più stragi”. Parlando dei rischi corsi da Di Matteo a Palermo, Bongiovanni ha dichiarato che “la mafia ha sempre fatto grossi attentati a Palermo, non a Roma, tanto è vero che per uccidere Falcone hanno aspettato che tornasse” nel capoluogo siciliano.
Ora il presidio di Scorta civica riprenderà tutte le settimane, nei giorni di martedì e mercoledì. Un messaggio simbolico di solidarietà e sostegno non solo per la cittadinanza, ma anche per chi si cela dietro l'escalation di minacce e intimidazioni nei confronti del pm della trattativa Stato-mafia.