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trascrizione dell'intervista a cura di Davide de Bari

Intervista al giornalista a Radio Roma Capitale

Questo secondo lei è un atto terroristico, sembrerebbe di sì?
“Sembrerebbe di sì, se fosse stato un incidente ci sarebbe stata un’esplosione sola, invece c’è un'altra bomba inesplosa. È chiaro che è un attentato terroristico, io sono meno prudente di Putin che dice: “sono aperte tutte le strade”, il Presidente lo fa per ragioni di posizione o di mestiere. È chiaro che è un attentato terroristico, perché ho visto in televisione l’esplosione. E si vede chiaramente che l’esplosione è avvenuta vicino la porta di una vettura, sfondando la porta, quindi è chiaro che è una bomba inserita sotto il sedile della metropolitana. Cosa già accaduta”.

Potrebbe essere una rivendicazione dell’ISIS, oppure un atto di terrorismo interno per destabilizzare la politica di Putin?
“Lo scopo destabilizzatore è evidente, intanto Putin era a San Pietroburgo proprio quel giorno, quindi è stato scelto il momento opportuno per destabilizzare Putin. Che ci sia un’operazione del genere è chiaramente interpretabile in questo mondo, ma da dove venga questa destabilizzazione è una questione tutta da vedere, perché Putin ha un conto in sospeso con l’ISIS. Per il ruolo che la Russia ha avuto nella liquidazione dello Stato Islamico o comunque nel suo ridimensionamento. Se io fossi un inquirente cercherei in quelle direzioni".



Potremmo anche fare un collegamento con l’aereo militare che precipitò nel dicembre del 2016, dove fu sterminato il coro dell’armata rossa che era a bordo.
“Questi collegamenti sono tutti attuali, del resto c’è anche un altro areo civile che partiva dal Sinai. Evidentemente ci sono potenze considerevoli che fanno queste cose, e non sarebbe il caso di limitarsi a qualche fanatico. Noto una certa differenza, come alcuni attentati, tipo l’ultimo di Londra, sia stato frutto di uno squilibrato; come si capisce; diverso e l’attuale di San Pietroburgo di squilibrati non ce ne siano molti, ma che l’idea fosse di un’operazione di terrorismo destinata a terrorizzare la popolazione e destabilizzare il governo".

Per quanto riguarda l’attentato di Londra, si parla speso dei cani sciolti, personaggi che si sono spinti sulla parte dell’Islam più integralista, ma lei crede a questo tipo di spiegazione oppure comunque che ci sono queste cellule che cercano di fare strategia?
“Più che cani sciolti io credo che ci siano tante cose diverse che si sovrappongono. Nel caso di Londra più che cane sciolto, forse uno squilibrato, perché come è stato presentato l’attentato a Westminster, non funziona perché non si va ad attentare a Westminster con un coltello in tasca, aveva la macchina ed è andato a sbattere contro dei pedoni e non si capisce neanche come si possa dire che avesse come obbiettivo i deputati del Parlamento. Bisognerebbe fare una tara di come i media, i giornalisti stiano esagerando o modificando i dati del racconto per esaltarli. Ci sono sicuramente i cani sciolti e i pilotanti, cioè i cani che non sono sciolti e sono guidati. Io ho già scritto e alcune volte provoco scandalo, ma io sono colpito dal fatto che quasi tutti gli atti terroristici, da Charile Habdo in poi, siano stati eseguiti da persone che erano già sotto il controllo della polizia, che erano dei pregiudicati, che erano censiti, di cui si sapeva dove vivevano e cosa facevano. È possibile che tutto questo succeda quando le polizie hanno sottomano i dati delle persone che poi commetteranno gli attentati, per cui io distinguo questi attentati da quelli che vengono dal buio, dal nero, come in questo caso, che non sappiamo chi le ha armate, chi ha dato gli esplosivi. Queste sono cose organizzate che richiedono un certo periodo di preparazione, non si improvvisano. E si sapeva che Putin sarebbe andato a San Pietroburgo, poiché reso noto una settimana fa. Con tutta probabilità io penso che chi ha organizzato l’attentato lo aveva già in mente e l’ha solo accelerato poiché Putin sarebbe andato a San Pietroburgo. Si parla di gente che ragiona, non dei sempliciotti. Chiunque siano, sono degli esperti”.

L’ingigantimento di alcune notizie che riguardano dei terroristi o presunti terroristi o cellule terroristiche, proprio nei giorni dell’attentato di Westminster, reputato attentato terroristico, dai nostri media e anche la BBC, ha portato del silenzio sulla strage americana di Mosul di 200 persone morte.
“Anche qui, c’è evidentemente un’incompetenza o una buona dose di scorrettezza. Perché innanzitutto queste cose ci bloccano da una parte enfatizzando e amplificando, dall’altra parte tacendo. È un trucco molto noto. Si parla delle cose che fanno l’interesse di qualcuno e non si parla delle cose che fanno l’interesse di qualcun altro. Questo è abituale nel nostro sistema mediatico. Come la vicenda che ho ricordato a Mentana, dello scandalo sull’arresto di Navandi a Mosca. Sappiamo che c’è il capo dell’opposizione politica Mateusz Piskorski che è in galera perché ha dichiarato in un comizio pubblico che la Polonia dovrebbe uscire dalla NATO, l’hanno preso, l’hanno arrestato ed è da 1 anno in prigione e nessuno ha sollevato una voce. È siamo in piena Europa, non in Russia del sanguinario e dittatore Putin. Siamo in Europa, che ha il Presidente del Parlamento Europeo e nessuno apre bocca, questo è un discorso da due pesi e due misure che fa scandalo. Dopodiché succede la vicenda di Londra, terribile e tragica poiché muoiono 4 persone innocenti, e tutti sparano la notizia secondo cui un terrorista attacca il Parlamento britannico. Chi è che scrive queste cose? Se ci fosse un direttore di giornale che abbia la testa sul collo direbbe a un giornalista di andarsi a fare una bella vacanza per studiare come funzionano i servizi segreti e poi ritornare a scrivere. E questo lo dico scherzando, ma anche con l’amaro in bocca perché dire che io faccio il giornalista in questo contesto, mi provoca qualche problema".

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