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Il primo incontro avviene il 2 marzo 2012 presso l’ufficio di Nicolino Sarcone. I partecipanti sono Gianluigi Sarcone, Pasquale Brescia, Alfonso Paolini, Antonio Muto (classe 55) e naturalmente Nicolino Sarcone, Giuseppe Pagliani e Alfonso Paolini. Al termine della riunione arriva anche Salvatore Salerno. “L’oggetto dell'incontro - si legge nella sentenza - verte sostanzialmente sulle lamentele dei calabresi le cui imprese non possono più lavorare per le interdittive del Prefetto, per la compagna di stampa ostile e per le cooperative che erano privilegiate rispetto alle imprese meridionali. Le reazioni che si erano affacciate in campo consistevano in una mobilitazione collettiva (sit-in avanti al Municipio), nell'apertura di un "circolo della libertà", nel diffondere articoli di stampa che valessero come risposta alla campagna ritenuta denigratoria messa in atto. Non si era raggiunta una conclusione e Pagliani se ne era andato dicendo che, se volevano riconvocarlo, lo avrebbero potuto fare tramite Paolini”. Poche ore dopo è lo stesso Paolini a commentare l’incontro con Muto: “... secondo me dobbiamo farla con Giuseppe.. altre persone non ce ne sono che ci possono sostenere... secondo me o no?... “e Muto risponde: “c’è solo lui, solo lui... perché poi gli facciamo una forza quand'è che farà... le votazioni… compà solo lui lo può fare e nessuno più ...”. Muto è inoltre convinto della necessità di avere appoggio nell'amministrazione comunale perché “ .. .la potenza è là ... hai capito? ... “. Prosegue la sentenza: “Quello del 2 marzo doveva essere un incontro preliminare in vista dell’organizzazione di un evento di più largo respiro, evento che consisterà in una cena fra esponenti del mondo politico ed imprenditoriale organizzata la sera del 21 marzo 2012, presso il ristorante Antichi Sapori di Pasquale Brescia”. Paolini raccomanda inoltre a Pagliani anche la causa di Alfonso Diletto ("e... che ho un altro umico là a Brescello che ha .. anche bisogno di muoversi... là eh!"). L'organizzazione materiale della cena viene gestita prevalentemente da Alfonso Paolini che viene contattato il 15 marzo da Pagliani: "io ho già preso delle fotocopie dei giornali da darvi per un attacco che ho fatto alla Masini sulle infiltrazioni mafiose" afferma il politico. Sorgono anche delle divergenze tra Nicolino Sarcone e Alfonso Diletto in merito al carattere da dare alla serata: per il primo all'appuntamento con il politico deve partecipare un numero selezionato di soggetti, per Diletto deve trattarsi, invece, di un numero importante "per far vedere la forza". Alla fine partecipano circa 30-40 persone, fra le quali, oltre ai massimi referenti del sodalizio di 'ndrangheta emiliano Nicolino Sarcone e Alfonso Diletto, anche Pasquale Brescia, Alfonso Paolini, Gianluigi Sarcone Giuseppe Iaquinta, Michele Colacino e Alessandro Palermo. Vi è chiaramente Giuseppe Pagliani ed altri esponenti del mondo politico locale area PdL come l’avvocato calabrese Caterina Arcuri e il consigliere comunale Rocco Gualtieri. Presente anche l’avvocato Antonio Sarzi Amadè, numerosi autotrasportatori invitati da Diletto e la giornalista Isabella Trovato. Anche in questo caso sono i carabinieri di Fiorenzuola d’Arda a svolgere il servizio di osservazione, pedinamento e controllo. Al termine della cena, poco oltre la mezzanotte, Pagliani commenta con la fidanzata quanto accaduto in serata, non trattenendo un “fanciullesco entusiasmo” (è quanto si legge nelle motivazioni della sentenza): “e mi hanno raccontato le testimonianze pazzesche.. pazzesche su tangenti che le cooperative si facevano dare da loro per raccogliere dei lavori.. guarda che la cooperativa rossa è una mafia schifosa, con roba da processo, veramente una roba schifosa.. ho saputo più cose stasera che in 10 anni di racconti dell'edilizia reggiana! perché questi sono la memoria dell'edilizia, degli ultimi 30 anni a Reggio han costruito loro eh! […] è difficile trovare un edificio dove non ci siano stati un po’ di cutresi a costruirlo […] è stato molto molto molto importante.. vogliono usare il partito, non vogliono usare altre linee, vogliono usare il partito, proprio il PDL per andare contro la Masini, contro la Sinistra, anche per la discriminazione.. dice: "fino a ieri noi gli portavamo lavoro, eravamo la ricchezza di Reggio […] oggi ci hanno buttati a terra via come se fossimo dei preservativi usati”. E termina con un riferimento a Sonia Masini: “adesso gli faccio una cura come dio comanda!”.

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