Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Indice articoli







Ad una recente manifestazione in difesa della Costituzione il pm Di Matteo ha affermato con forza: “Come magistrato ho giurato fedeltà alla Costituzione e non ad altre Istituzioni politiche, né tanto meno alle persone che rivestono incarichi istituzionali. Ho giurato fedeltà alla Costituzione e non riesco a dimenticare che per quella Costituzione, per quei principi che afferma, tante persone, tanti miei colleghi, tanti servitori dello Stato, tanti semplici cittadini hanno offerto la loro vita”. Quali sono nel merito le sue riflessioni?

I valori di autonomia ed indipendenza della Magistratura, la trasparenza nella lotta alla mafia, sono un tutt’uno rispetto alla nostra Costituzione, perché abitano lì: nel suo spirito aperto e rigoroso, nella sua vocazione alla partecipazione e alla trasparenza. Un magistrato che crede nella Costituzione si riconosce in quei valori ed ha il dovere di difenderli, perché nella nostra Carta è descritto uno stile ed un modo di intendere l’impegno professionale che ti rimangono addosso per tutta la vita.  

Pochi giorni fa lei ha ritirato la sua domanda alla Direzione nazionale antimafia. E’ una scelta implicitamente dettata dalla volontà di evitare che la sua candidatura potesse essere di ostacolo al suo collega Nino Di Matteo?
In realtà Nino ha nel suo curriculum le più importanti inchieste sulla più potente organizzazione mafiosa che sia mai esistita. Non parlo degli altri concorrenti se dico che non c’è gara, ma parlo sicuramente di me. Detto ciò mi ha dato molto fastidio vedere che la stampa ha riportato il mio nome tra quelli dei candidati accreditati per la DNA, così indirettamente ventilando l’ipotesi che lui possa essere escluso nella procedura ordinaria, rispetto ad un posto che sarebbe stato già suo con la procedura straordinaria. Stiamo dalla stessa parte e dunque la mia revoca, puramente simbolica, serve solo a ricordare questo. Non mi è costato alcun sacrificio.

I segnali contano molto in Sicilia…
Ritengo di sì, quando c'è di mezzo qualcuno che è stato condannato a morte dal capo della stessa organizzazione che ha fatto uccidere Falcone e Borsellino.

Dott. Ardita, se esiste ancora, che cos’è l'amicizia tra magistrati?
Voglio essere ottimista e dire che - nonostante tutto - nel nostro mondo è più diffusa di quanto si possa pensare. È un sentimento che si nutre anche di stima, e quindi può solo rafforzarsi se chi ti sta vicino è migliore di te.

Foto © Giorgio Barbagallo

ARTICOLI CORRELATI

Spataro: ''Non è accettabile che l'economia detti i principi costituzionali''

Scarpinato: Referendum, il rischio di portare indietro l'orologio della Storia

Di Matteo sul referendum: ''C'è rischio svolta in senso autoritario''

Ricatto allo Stato. Un libro di Sebastiano Ardita 

“Catania bene” e la “Cosa Nostra 2.0”

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos