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puglisi pino calice 800di Aaron Pettinari
“Se ognuno fa qualcosa, allora si può fare molto”. Con queste parole don Pino Puglisi riusciva a spiegare la grande opportunità che ognuno poteva avere impegnandosi per una realtà più degna dell’uomo. Parole semplici in grado di animare la volontà di tanti giovani che riusciva a raccogliere in un quartiere difficile come quello di Brancaccio. Ventitré anni dopo quel tragico 15 settembre 1993, l’assenza di 3P (così lo chiamavano) si fa sentire ma al tempo stesso, ricordando il suo pensiero e le sue azioni, si trova il modo di guardare al domani con fiducia e con impegno.  
“Le nostre iniziative e quelle dei volontari - diceva sempre don Pino - devono essere un segno per fornire altri modelli, soprattuto ai giovani, e cercare di smuovere le acque. In questa prospettiva ha senso anche premere sulle autorità amministrative perché facciano il loro dovere, tentare di coinvolgere il maggior numero di persone in una protesta per i diritti civili. Noi vogliamo rimboccarci le maniche e costruire qualcosa”.

L'assassinio
Il 15 settembre era il giorno del suo 56°compleanno. Attorno alle 22.45, davanti al portone di casa, viene ucciso a colpi di pistola. Sulla base delle ricostruzioni, don Pino Puglisi era a bordo della sua Fiat Uno di colore bianco e, sceso dall'automobile, si era avvicinato al portone della sua abitazione. Qualcuno lo chiamò, lui si voltò mentre qualcun altro gli scivolò alle spalle e gli esplose uno o più colpi alla nuca. Una vera e propria esecuzione mafiosa.
Per quell’omicidio vennero condannati come mandanti i capimafia Filippo e Giuseppe Graviano, e come killer Salvatore Grigoli. Quest’ultimo, poco dopo l’arresto del giugno 1997, iniziò a collaborare con la giustizia, confessando 46 omicidi tra cui proprio quello di don Pino. Assieme a lui c’era un altro killer, Gaspare Spatuzza, anche lui divenuto collaboratore di giustizia a partire dal 2008, condannato all’ergastolo dalla Corte d’assise di Palermo assieme a Nino Mangano, Cosimo Lo Nigro e Luigi Giacalone, gli altri componenti del commando che aspettò nei pressi dell’abitazione il prete.
Sia Grigoli che Spatuzza hanno dichiarato di essere rimasti particolarmente scioccati.
“L’omicidio [di don Pino Puglisi] non doveva apparire un delitto di mafia - ha raccontato al processo Grigoli - bensì come l’opera di un tossicodipendente o di un rapinatore. Per tale motivo fu utilizzata una pistola di piccolo calibro e al sacerdote fu sottratto il borsello. Lui arrivò. E io e Gaspare Spatuzza siamo scesi dalle auto mentre gli altri due aspettavano. Il padre si stava accingendo ad aprire il portoncino di casa. Aveva il borsello nelle mani. Fu una questione di pochi secondi: io ebbi il tempo di notare che lo Spatuzza si avvicinò, gli mise la mano nella mano per prendergli il borsello. E gli disse piano: “Padre, questa è una rapina”. Lui si girò, lo guardò, sorrise, una cosa questa che non posso dimenticare, che non ci ho dormito la notte, e disse: ‘Me l’aspettavo’. Non si era accorto di me, che ero alle sue spalle. Io allora gli sparai un colpo alla nuca”. In un’intervista a Famiglia Cristiana del settembre 1999, il pentito ha poi aggiunto alcuni dettagli: “Ero io quello che sparava. Spatuzza (un componente del commando che lo uccise, ndr) gli tolse il borsello e gli disse: padre, questa è una rapina. Lui rispose: me l’aspettavo. Lo disse con un sorriso. Un sorriso che mi è rimasto impresso. C’era una specie di luce in quel sorriso. Un sorriso che mi aveva dato un impulso immediato. Non me lo so spiegare: io già ne avevo uccisi parecchi, però non avevo mai provato nulla del genere. Me lo ricordo sempre quel sorriso, anche se faccio fatica persino a tenermi impressi i volti, le facce dei miei parenti. Quella sera cominciai a pensarci, si era smosso qualcosa (…)". Tempo dopo anche Spatuzza ha raccontato quell’episodio che pian piano scavò dentro di lui fino a portarlo al pentimento.
A distanza di anni Pino Puglisi, al tempo lasciato “solo” dalle istituzioni a combattere la sua lotta, ha ottenuto importanti riconoscimenti come la Medaglia d’oro al valore civile conferita dal Capo dello Stato Sergio Mattarella e consegnata lo scorso anno ai due fratelli, Francesco e Gaetano. Mentre il 25 maggio 2013, sul prato del Foro Italico di Palermo, davanti ad una folla di circa centomila fedeli, è stato proclamato beato.
Il suo testimone è stato preso da tanti giovani a Brancaccio e da anni il Centro Padre nostro, presieduto da Maurizio Artale, porta avanti importanti attività per la comunità. Un impegno di lotta costante come dimostrano i continui atti intimidatori subiti in questi anni.

Eventi in memoria
In questi giorni si torna a ricordare don Pino Puglisi con attività in tutta la città.
Lo scorso venerdì è andato in scena il IV Memorial “3P - Il Sorriso di un cuore onesto”, organizzato dalla Comunità penale maschile del Dipartimento di giustizia minorile di Caltanissetta. Nello stesso giorno a villa Niscemi è stata allestita la mostra fotografica “Immagini per riflettere”, a cura del circolo fotografico Immagine, accompagnata dalla presentazione del libro 1991-2016, tracce di vita a Brancaccio, curato da Marcella Ciraulo e Valentina Ghezzi. Lo scorso tredici settembre è stato proiettato al carcere Ucciardone e al Pagliarelli il docu-film di Rosalinda Ferrante, “L’ultimo sorriso”, presentato a giugno e realizzato da un’idea del commissario Sergio Quartana. La proiezione si svolgerà anche al carcere Pagliarelli. Ieri, alle 21, si è tenuta la fiaccolata commemorativa dalla parrocchia di Santa Maria della Pietà in via Torremuzza sino alla Cattedrale.
Oggi, giorno dell’anniversario di morte, in Cattedrale alle ore 10, ci sarà la deposizione di una corona di fiori sulla lapide. Nel pomeriggio, sempre in Cattedrale, alle ore 18, l’Arcivescovo mons. Corrado Lorefice celebrerà la santa Messa. La sera alle 20.30 si farà memoria di padre Pino Puglisi sul sagrato della Cattedrale. Prevista una grande festa musicale dedicata in particolare ai giovani all'insegna della gioia, dell'ironia, della capacità di prendersi in giro, come amava 3P, per poi continuare con altre iniziative che terranno acceso il ricordo fino ad ottobre.

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