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di Miriam Cuccu

La preghiera interreligiosa in via Vetriera: "Qui possiamo sentirci a casa"

Non in via d'Amelio, dove è stato ucciso. Ma in via Vetriera, nella Kalsa, dove Paolo Borsellino è nato e cresciuto insieme a Giovanni Falcone. Qui ha inizio il ciclo di eventi in ricordo della strage del 19 luglio '92, alla Casa di Paolo, un centro creato principalmente per offrire ai ragazzi un futuro alternativo alla strada. Dove, spiega Salvatore Borsellino, "chiunque può venire a trovare mio fratello".
Oggi la Casa di Paolo ha compiuto un anno di attività, "un dono - aggiunge Borsellino - che ho voluto fare a Paolo e a tutti coloro che gli vogliono bene. A differenza di mio fratello non ho avuto la sua grandissima fede, ma davanti alla sua bara ne ho raggiunta una mia personale", e cioé "che Dio è Amore, indipendentemente dal nome che ogni religione gli dà. Una particella d'amore universale che ognuno ha dentro di sè, e a volte lasciamo inaridire". Proprio in ricordo della fede di Paolo Borsellino è stata organizzata una preghiera interreligiosa, introdotta dalla recitazione, da parte di Salvatore, del "llanto" (pianto, ndr) composto da Federico Garcia Lorca, al quale è seguito uno degli ultimi discorsi di Paolo Borsellino pronunciato in cinque lingue diverse (inglese, francese, arabo, spagnolo e italiano) dal giovanissimo gruppo Our Voice (intervistato all'interno del servizio sull'evento del TGR): "Siamo giovani che non vogliono piegarsi all'indifferenza - dicono - pensiamo che la Casa di Paolo sia un posto interculturale, che le idee non abbiano credo nè colore. E crediamo che Paolo Borsellino, oltre ai fratelli di sangue, ne avesse molti altri. Tutto coloro che condividevano e condividono gli stessi ideali".


In un momento dove la paura per gli attacchi terroristici rischia di recidere le relazioni umane a colpi di pregiudizi l'incontro tra più religioni sotto uno stesso tetto assume ancora più valore: "L'Islam è un modo di vivere, una religione che è prima di tutto di pace - afferma l'imam - e i gruppi di terroristi di cui sentiamo non lo rappresentano in alcun modo. Cerchiamo di eliminare le frontiere tra le religioni - aggiunge - noi amiamo questa terra e non dimentichiamo l'accoglienza che abbiamo ricevuto fin dal primo giorno. Questa è la nostra casa, questa la nostra bandiera. E la morte di Paolo Borsellino ha toccato non solo i familiari, ma tutti coloro che hanno la volontà di chiedere e cercare giustizia". "E allo stesso modo - aggiunge il parroco di Brancaccio - i mafiosi non rappresentano tutti gli abitanti della Kalsa e di Palermo". Così, il pubblico si unisce indistintamente alla preghiera islamica, al canto buddista, al Padre nostro in un crescendo di diverse lingue e musicalità. "Essere qui è momento di grande gioia per ricordare Paolo Borsellino, una persona che ho portato sempre nel cuore" afferma il parroco di Carini. "Paolo, grazie perché ci hai insegnato a contrastare il male della nostra vita" aggiunge il presidente dell'Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai che ricorda come "tutti parlano di quanto sia sbagliato commettere il male, ma nessuno si ritiene responsabile dell'errore di non commettere il bene". Presente tra il pubblico, oltre a Salvatore, anche la sorella Rita Borsellino, insieme a Vincenzo e Augusta Agostino, il cui figlio Nino è stato ucciso da un agguato mafioso insieme alla moglie incinta, Ida Castelluccio. Tra il pubblico il sindaco Leoluca Orlando: "Qui nessuno è un invitato, ma tutti possono sentirsi a casa. - dichiara - Grazie a Paolo Borsellino per il suo essere stato straordinariamente palermitano, perché con il suo sacrificio ci ha fatto vedere l'invisibile di Palermo, quanto bene e quanta bellezza c'è in questa città".

La commemorazione organizzata dalle Agende Rosse si è quindi spostata sul campo di calcio nei pressi di via d'Amelio, dove hanno partecipato al torneo le squadre delle Agende Rosse, delle forze dell’ordine-SIAP, della Casa di Paolo e di AGESCI. Proprio dalla via in cui è scoppiata la bomba 24 anni fa, la sera, è partita la tradizionale "acchianata" sul Monte Pellegrino, fino a Castell’Utveggio. Per l'occasione il corteo, munito di piccole pile e con le agende rosse in mano, ha fatto ingresso nella torre dove si può osservare tutta via d'Amelio. Luogo che, secondo alcune ipotesi, è stato utilizzato come punto di osservazione a ridosso dell'attentato al giudice e agli agenti di scorta Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi, Claudio Traina e Vincenzo Li Muli.

VIDEO
Il servizio del TGR sull'evento della Casa di Paolo: 8' 30''

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