di AMDuemila
Secondo il magistrato “ha paura di essere venduto”
“Possiamo affermare dalle nostre indagini che la 'ndrangheta ha sostenuto la latitanza di Matteo Messina Denaro. In questo momento il suo business principale è soprattutto il traffico di droga. Io credo che tema moltissimo che qualcuno possa venderlo”. A dirlo è il procuratore aggiunto di Palermo Teresa Principato, da anni coordinatrice del pool che indaga per porre fine alla latitanza del capomafia trapanese, intervenuta telefonicamente nel corso del programma "Gli Intoccabili", condotto da Klaus Davi su LaC. "I rapporti fra la malavita organizzata calabrese e Matteo Messina Denaro sono basati su punti incontrovertibili. - spiega il magistrato - Contatti con la 'Ndrangheta ci sono dai tempi di Riina. Non c'è niente di nuovo".
Parole che di fatto confermano quanto riferito in una precedente trasmissione anche dal sostituto procuratore Giuseppe Lombardo.
La Principato ha fatto il punto sulle indagini mostrando un certo ottimismo in quanto “stiamo ottenendo un importante successo poiché il cognato di Matteo Messina Denaro ha rivelato molte cose di quel personaggio, definendolo un parassita, uno che vuole solo soldi e si disinteressa di ogni altra cosa. Ha raccontato tutta una serie di altre cose che per la famiglia sono state certamente un danno, quindi una grossa falla. Noi verifichiamo anche dalle intercettazioni, dalle indagini in corso una grande sfiducia nei confronti di questa persona soprattutto perché non si manifesta lasciando il paese anche per le necessità più urgenti, in stato di abbandono”.
“Dalle intercettazioni e dalle indagini - ha aggiunto - si stanno ricavando elementi in più sul comportamento di Matteo Messina Denaro. Quando Messina Denaro viene colpito o altri ricevono un’ordinanza di custodia cautelare, quindi i suoi famigliari vengono arrestati lui cambia strada completamente, non avvicina più nessuno e probabilmente va all’estero. Ogni volta che arriviamo a un risultato lui si eclissa e non gliene importa niente se la sorella o il cognato, il nipote sono tutti dentro per colpa sua”.
Secondo la pm “a gente come Messina Denaro del carcere non frega nulla tanto una volta usciti, ammesso che accada, tornano a fare le cose di prima. Sono i soldi che li fanno impazzire”. Rispondendo ad una domanda del conduttore ha anche ribadito che allo stato "non ci sono stati segnali di dissociazione della figlia di Messina Denaro".
Un’ultima parola è stata detta sulla nuova leadership della ‘Ndrangheta tra le organizzazioni criminali: “E’ dovuta al fatto che non c'è stato obiettivamente lo stesso lavoro se non da cinque sei anni, da quando è arrivato a Reggio Calabria il dottor Pignatone e adesso De Raho. Ma prima c'erano molto pochi risultati”.