di Aaron Pettinari
Da lunedì i giudici riuniti in camera di consiglio
Ancora un giorno d’attesa prima di conoscere la sentenza del processo d'appello al generale Mario Mori e al colonnello Mauro Obinu, imputati per la mancata cattura del boss Bernardo Provenzano nel 1995 a Mezzojuso.
Il collegio presieduto da Salvatore Di Vitale (a latere Raffaele Malizia e Gabriella Di Marco),ritiratosi da lunedì mattina in camera di consiglio al termine dell’udienza che si è tenuta nell’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo, con ogni probabilità, secondo indiscrezioni, emetterà il proprio giudizio domani pomeriggio dopo le 15. Nel luglio del 2013 bastarono otto ore al collegio del Tribunale e alle ore 17.30 il presidente Mario Fontana lesse il dispositivo con cui assolse entrambi gli imputati in base alla formula che “il fatto non costituisce reato”.
La Procura generale (rappresentata in aula dal Pg Roberto Scarpinato e dal sostituto Luigi Patronaggio) che ha chiesto 4 anni e 6 mesi di reclusione per Mori e 3 anni e 6 mesi per Obinu. Inoltre, rispetto al primo grado, l'accusa ha chiesto di escludere l'aggravante dell'art. 7, contestata in primo grado e cioè aver agito per favorire Cosa Nostra ed anche l'aggravante di cui all'art. 61 n. 2 con riferimento al processo Bagarella + altri, quello sulla trattativa Stato-mafia.
Resta però la contestazione del favoreggiamento personale (art.378 comma 2 cp.) con l'aggravante di aver commesso il reato ricoprendo la funzione di ufficiali di Polizia giudiziaria (art.61 comma 9).
La difesa ha invece chiesto la riconferma dell’assoluzione con la formula ”perché il fatto non sussiste” o “perché non costituisce reato”.