L'editoriale
di Graziella Proto
Il nuovo numero di Casablanca!
“Io amo questa città con un rapporto sentimentale preciso: quello che può avere un uomo che si è innamorato perdutamente di una puttana, e non può farci niente, sa che è puttana, è volgare, sporca, traditrice, si concede per denaro a chicchessia, è oscena, menzognera, volgare, prepotente, e però è anche ridente, allegra, violenta, conosce tutti i trucchi e i vizi dell’amore e glieli fa assaporare, poi scappa subito via con un altro; egli dovrebbe prenderla mille volte a calci in faccia, sputarle addosso, ‘Al diavolo, zoccola!’, ma il solo pensiero di abbandonarla gli riempie l’animo di oscurità” (G. Fava)
“In questa società comanda soprattutto chi ha la possibilità di convincere. Convincere a fare le cose: acquistare un'auto invece di un'altra, un vestito, un cibo, un profumo, fumare o non fumare, votare per un partito, comperare e leggere quei libri. Comanda soprattutto chi ha la capacità di convincere le persone ad avere quei tali pensieri sul mondo e quelle tali idee sulla vita. In questa società il padrone è colui il quale ha nelle mani i mass media, chi possiede o può utilizzare gli strumenti dell'informazione, la televisione, la radio, i giornali, poiché tu racconti una cosa e cinquantamila, cinquecentomila o cinque milioni di persone ti ascoltano, e alla fine tu avrai cominciato a modificare i pensieri di costoro, e così modificando i pensieri della gente, giorno dopo giorno, mese dopo mese, tu vai creando la pubblica opinione la quale rimugina, si commuove, s'incazza, si ribella, modifica se stessa e fatalmente modifica la società entro la quale vive. Nel meglio o nel peggio”. (G. Fava, 1983)
A distanza di trentadue anni dalla sua morte, i suoi scritti ancora oggi gridano. Non si piegano di fronte a niente e nessuno. Esigono chiarezza. Chiedono e pretendono onestà e giustizia.
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La gup ha stupito tutti. “Non luogo a procedere” per l’editore - direttore del quotidiano LA SICILIA accusato dalla procura di Catania di aver fatto da sempre affari all’ombra di Cosa nostra.
Volendo raccontare con le nostre parole: Certamente il dot Ciancio è troppo ricco, troppo potente, può vantarsi bene di avere alla sua corte gran parte della classe politica catanese - a prescindere dal colore - avere a suo seguito poteri forti. Avrà fatto affari, diversi affari, avrebbe conti in Svizzera - 52 milioni di euro - ma tutto ciò, la legge non lo prevede come reato.
I legali in aula - secondo alcuni presenti - si guardavano sbalorditi, non credevano alle loro orecchie. Ma si sa quell’avvocata è troppo brava.
Lo stesso direttore - editore alcuni giorni addietro aveva proceduto alla nomina del figlio a suo condirettore del quotidiano “LA SICILIA” come se, lui stesso non credesse all’ipotesi di una svolta del genere. Per tanti un’ipotesi lontana.
Sara rimasto sbalordito pure lui?
Ci complimentiamo, rispetteremo la legge ma continueremo ad avere le nostre opinioni sul ruolo dell’informazione a Catania e in Sicilia, sul ruolo di chi l’ha gestita e come l’ha gestita. Su chi dirigendo dal proprio ufficio ha deciso il destino di questa città.
Non ci si può rassegnare al fatto che in Italia l’unico reato vero sia l’immigrazione, l’unico ladro vero, il disgraziato che ruba un pollo.
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Chissà perché da qualche giorno mi ritorna alla mente il periodo in cui alcuni magistrati di Torino, scoprirono che certi colleghi etnei - degli ometti - direbbe il nostro presidente della Campania De Luca tanto bene imitato e canzonato da Maurizio Crozza, si svendevano per la verdura e il formaggio che gli portavano a casa, con l’Ape. A volte c’era anche qualche gioiello alla moglie o la cucina nuova … tanto, bastava.
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E’ morta Elena Fava, la figlia di Pippo Fava.
Addio Elena, hai lottato per trentadue anni ... a volte sembravamo molto lontane ma tu ed io sapevamo che eravamo molto unite nella lotta.
Noi de "LESICILIANE/CASABLANCA" ti ricorderemo sempre.
Scarica il nuovo numero: Casablanca n°42